Che fine hanno fatto le 50 sfumature di Mr. Grey?

In effetti, all’inizio dell’estate, Mr. Grey ha mandato un segnale, ma nessuno ci ha badato poi così tanto. Il tempo di un battito d’ali, magari un battito potente, che ha spinto la trilogia delle cinquanta sfumature in alto in classifica, sfiorando correnti d’aria altrettanto potenti, ma l’ha fatta tornare dopo poco a terra. Dopo la trilogia, una tra le più vendute nella storia della letteratura contemporanea, è arrivato il solitario volume che racconta le stesse vicende dal punto di vista del protagonista maschile Christian, per tentare di dare un seguito al tormentone letterario delle estati tra il 2011 e il 2014. 550 pagine per ricordarci che il fascino potente del protagonista altro non è che un’illusione destinata ad essere dimenticata. Un fascino che illude (e le illusioni sono ben altra cosa dai sogni) che però ha fatto sognare milioni di donne e non solo. Un fascino che ha compiuto la sua parabola, creando tutta una serie di imitazioni, più o meno scritte bene, più o meno belle rispetto all’originale. La storia di Anastasia e Christian ha diviso pubblico e critica e alla fine di un’estate molto più calda per il clima e molto più fredda per quanto riguarda i successi letterari, resta lì, a ricordare a chi scrive e chi legge che tutte le storie possono volare. Ma il volo di ogni storia ha un suo destino, non sempre deciso da quanto più o meno possibile, bella e affascinante si mostra, ma soprattutto da quanta capacità ha di far volare noi, di farci sentire vivi. Nell’ultimo libro ha perso questo potere e forse per questo si può tirare un sospiro di sollievo, ma resta una lezione: qualunque sia la fine che hanno fatto le cinquanta sfumature, questa fine non è stata decisa dalla storia, da una trama, dalle vicende raccontate, ma da quella scrittura approssimativa e poco curata, da uno stile mediocre che nessuno riconosce e che in poco tempo nessuno ricorda più.