L’inizio di un libro è tra le parti più importanti di una storia: per scrivere un buon libro è necessario non sbagliare assolutamente l’incipit. L’inizio è fulminante, non solo per le case editrici, ma anche per i lettori che, una volta in libreria, prenderanno il tuo libro e lo apriranno alla prima pagina (difficile che lo aprano in mezzo o ancor più alla fine): la prima pagina cattura e invoglia all’acquisto.
Come iniziare a scrivere un buon libro
Iniziare bene è molto più difficile di quanto possa sembrare. L’incipit deve risultare accattivante e invogliare alla lettura, come detto, perciò deve invogliare il lettore a continuare a leggere. E più si va avanti più questo gioco di seduzione deve aumentare. Per questo motivo le prime righe di un libro devono risultare assolutamente convincenti.
Uno dei consigli più utili per iniziare bene un libro sta sicuramente nell’esordire con una preposizione semplice o articolata. Perché? Perché la preposizione costringe il lettore a continuare la lettura. Notate la differenza tra questi due incipit:
Mario servì controvoglia un Manhattan a una donna vestita interamente di viola.
Tra tutti i clienti che Mario non avrebbe voluto servire, spiccava senza alcun dubbio quella donna vestita interamente di viola.
Notate una bella differenza, no? Se nel primo esempio abbiamo una frase di senso compiuto e perfettamente conclusa, la seconda risulta molto più coinvolgente. Nonostante Mario compia la stessa azione, lo scrittore può descriverla in modi molto differenti. Ed è proprio qui che si vede il talento di uno scrittore: nel descrivere una situazione semplice in modo tale da coinvolgere il lettore. Così come la semplice azione di servire un Manhattan a una signora vestita interamente in viola può essere espressa in maniere completamente diverse, tra cui il primo esempio sopra citato è senza alcun dubbio, seppur lineare, il meno accattivante. Se infatti la prima frase chiude il discorso e non ci invoglia più di tanto ad andare avanti, la seconda frase ci riempie la testa di domande: Quanti clienti ci sono? Perché Mario non li voleva servire? Perché Mario odia la donna vestita interamente di viola? In breve, il secondo esempio, coinvolge il lettore e lo invoglia a continuare a leggere il libro. Una strategia molto efficace anche per sedurre l’editor di una casa editrice che si appresta a leggere il vostro dattiloscritto.
Cominciare "in medias res"
Anche cominciare "in medias res" potrebbe rivelarsi molto utile. Quanti libri avete letto che iniziano quando l’azione è già in pieno svolgimento? Prendiamo altri due esempi.
Mario le fece scoprire di essere un robot quando Angela lo tagliò per sbaglio, mentre affettava una carota.
Nel momento in cui Mario capì che la sua natura di robot era stata scoperta, si accorse che era troppo tardi per darle spiegazioni.
In questo caso si tratta di due incipit comunque avvincenti, visto che accadono "in medias res", ovvero quando l’azione è già in pieno svolgimento. Nessuna introduzione che ci presenti Mario o Angela, e nessuna spiegazione perché nel nostro mondo ci siano dei robot simili a esseri umani, come si evince dalle prime righe.
In questo caso, quindi, si tratta solo di decidere quale sia il migliore incipit tra i due (potrebbero essercene anche molti altri). Se nel primo abbiamo già, in poche parole, moltissime informazioni, nel secondo ci accorgiamo che ulteriori informazioni potremo saperle solo proseguendo nella lettura.
Nel primo esempio abbiamo una frase shock che ci rivela una situazione delicata e ci presenta i due personaggi che, presumibilmente, saranno i protagonisti del libro.
Nel secondo caso, invece, abbiamo la presenza di una preposizione articolata all’inizio, che dunque ci invoglia ad andare avanti (cosa è successo "in quel momento?"), e inoltre non specifichiamo ancora che nella scena seguente è presente un’altra persona, ma lo suggeriamo: "era troppo tardi per darle spiegazioni". A chi? Continueremo a leggere per conoscere la risposta.
Cominciare con un flashback
A tal proposito, potrebbe rivelarsi molto utile, anche per aumentare e tenere costante la suspense durante tutto il libro, iniziare con un flashback. Prendiamo altri due esempi:
Mario si trovava nei guai. Era passato più di un anno e mezzo da quando l’indagine era iniziata, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe trovato invischiato in una situazione così drammatica, con una pistola puntata in bocca.
Non avrebbe mai pensato, più di un anno e mezzo fa, di trovarsi con una pistola infilata in bocca.
Il primo esempio è molto più lungo, tende a specificare molti elementi che scopriremo solo in seguito e, inoltre, annoia anche un poco, ammosciando la lettura e l’interesse del lettore, che potrebbe chiedersi se si sta trovando di fronte al solito noir.
Il secondo caso è invece molto più accattivante, non solo perché è più breve, ma perché, come avrete potuto notare, pur riassumendo il contenuto del primo esempio, è decisamente più avvincente.
Per iniziare una storia con un flashback, tuttavia, il consiglio più utile che possiamo dare è quello di scrivere l’inizio alla fine, ovvero quando la storia che avete scritto è già completata. Questo è un modo come un altro per non avere, durante il processo di scrittura, l’ossessione di ritornare al punto in cui avete iniziato. A storia compiuta, invece, saprete perfettamente come iniziare, scegliendo il momento clou della storia e trasferendolo alle prime pagine del libro. In questo modo l’incipit con il flashback risulterà meno costruito e artigianale e di sicuro impatto.
Conclusioni
Iniziare bene un romanzo significa scrivere un buon libro. Anche perché l’inizio rappresenta, per molti versi, il 90% di probabilità di successo, sia per convincere l’editor a non cestinare il vostro dattiloscritto sin dalle prime righe, sia per convincere gli eventuali lettori che leggeranno le prime righe del vostro libro che quello è l’acquisto giusto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come iniziare a scrivere un libro: trucchi e consigli
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