Dopo aver visto gran parte del tessuto narrativo a cui un autore deve pensare nello scrivere un libro, passiamo all’aspetto “tecnico”, ovvero alla scenografia della nostra storia, per utilizzare un termine cinematografico: lo spazio, l’ambiente.
Come sicuramente molti di voi sapranno, in molti libri, così come in molti film (alcuni dei quali, peraltro, tratti dai romanzi), l’ambiente funge da vero e proprio protagonista.
Leggete ad esempio il romanzo "Lo stordimento" di Joel Egloff: questo è un esempio di come lo spazio assuma il ruolo fondamentale di personaggio; dunque, non solo uno sfondo, bensì una vera e propria estensione di un qualcosa, che sia un personaggio, una condizione o uno dei temi fondamentali del libro.
L’architettura di un libro
Lo spazio, dunque, non è solamente una “tela di cartone” da porre alle spalle dei personaggi per dare loro uno sfondo sul quale muoversi. Anzi, ancora prima dei personaggi, per il nostro libro è necessario costruire proprio lo spazio nel quale faremo muovere i nostri personaggi. Meglio conosciamo lo spazio, meglio potremmo fare svolgere la nostra storia nel modo più fluente possibile. Essendo scrittori, possediamo un potere inimmaginabile: quello di creare il nostro mondo. Possiamo dunque ambientare la nostra storia nell’Italia di oggi, così come nell’America del 3000, o ancora nella Francia del XVI secolo. Appare evidente, tuttavia, che il nostro spazio di libertà sia più esteso qualora decidessimo di ambientare la nostra storia in un prossimo futuro o, addirittura, in un mondo parallelo. La nostra immaginazione sarebbe più libera. In che senso? Se ambientiamo la nostra storia nell’Italia di oggi, naturalmente, dovremmo prestare attenzione alla situazione attuale del nostro Paese, non essere anacronistici e risultare contemporanei, verosimili. Mentre se decidiamo di ambientare la nostra storia nella Francia del XVI secolo, dovremmo essere dei “storici”: mica vorremo infilare degli orologi da polso ai nostri personaggi, oppure farli vestire come degli hippie, no? Ma non solo: dovremo conoscere l’architettura di quel tempo (e di quello spazio), la natura, la moda, le abitudini, etc. Dobbiamo conoscere il nostro spazio, sia che sia (stato) reale, o che sia inventato di sana pianta (ma anche sotto questo aspetto, un po’ di leggi della fisica dobbiamo conoscerle).
Una volta appreso a fondo la realtà del nostro ambiente, la trama del libro avrà più possibilità di procedere rapidamente e senza intoppi. La predominanza (o meno) di uno spazio avverrà quasi automaticamente.
Esercizi di stile: scrivere una scena con lo spazio protagonista
Prendiamo ad esempio la scena di una donna che cammina lungo una strada di notte e teme di essere inseguita. Se la nostra storia è ambientata nel quartiere di Trastevere, in Roma, o a Venezia, tanto per fare due esempi, lo spazio ci consentirà di descrivere al meglio la suspense e la tensione di questa scena. In aiuto ci verranno infatti gli stretti vicoli trasteverini o le calli veneziane, così come i palazzi prorompenti che, in un’ottica deformante, potrebbero dare l’illusione di opprimere e schiacciare il nostro personaggio, amplificando di conseguenza (e in modo naturale) l’effetto thrilling che vogliamo trasmettere.
Scrivere un libro significa inventare un universo, con tutte le sue leggi e una struttura che regga. Non correte l’errore di trattare superficialmente lo spazio in un libro, considerando magari più importanti i dialoghi, i personaggi o la trama. Questi elementi non sono niente senza un ambiente costruito apposta per loro. Un libro è composto dalle parti di un tutto che hanno (quasi) la stessa importanza. Lo spazio è una di queste.
Qualora vogliate cimentarvi in un esercizio, descrivete le seguenti scene, prestando attenzione allo spazio: suggeritelo, descrivetelo, a voi la scelta. L’importante è che la descrizione appaia naturale.
- Una notte a Venezia: una donna teme di essere inseguita.
- Un gladiatore nel Colosseo si appresta a fare il suo “spettacolo”.
- Un astronauta solitario si muove all’interno di una immensa astronave.
Buona scrittura!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come scrivere la scenografia di un libro
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