L’emergenza sanitaria in Italia ha bloccato i concorsi per la scuola, concorsi che avrebbero dovuto portare un po’ di sollievo al settore che soffre per la carenza di personale.
Il decreto Milleproroghe aveva fissato al 30 aprile 2020 come giorno ultimo per la pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale, ma con il Cura Italia la situazione si congelerà per 60 giorni.
Il decreto Cura Italia ha difatti prorogato le scadenze per tutti i concorsi pubblici, compresi quelli del settore scuola. Ciò vuol dire che, se le cose dovessero rimanere così, la data ultima per la pubblicazione in Gazzetta dei bandi sarebbe il 30 giugno 2020. Considerando che il bando dovrà rimanere aperto per almeno un mese le prove potranno essere fissate al più presto nei primi giorni di agosto e non si riuscirebbe mai entro settembre ad avere i vincitori.
Lo stop per il settore scuola porta un grande problema per quel che riguarda il personale, dal momento che mancheranno moltissime unità e si dovrà ricorrere ai supplenti.
Concorsi scuola bloccati: le soluzioni dei sindacati
Il fermo dei concorsi potrebbe portare ad una richiesta di supplenti con numeri mai visti prima con richieste che potrebbero toccare le 200 mila unità. Una situazione che sarebbe insostenibile da gestire e che porterebbe gravi problemi alla didattica. Così i sindacati chiedono soluzioni diverse e Turi propone di effettuare una modifica per la secondaria un concorso per titoli e servizio, in modo da stabilizzare i 24 mila docenti precari. Questa sarebbe secondo Turi una possibile prima soluzione per riuscire a ridurre le richieste di supplenze per l’anno scolastico che si aprirà a settembre.
Ad essere preoccupati per la situazione sono anche Flc-Cgil che, in base ai loro calcoli, hanno compreso che se la situazione dovesse rimanere tale a settembre ci sarà un boom di supplenze. La carenza di personale non è una novità e sono almeno tre anni che si cerca di trovare soluzioni all’emergenza supplentite che per il 2020/2021 potrebbe arrivare al culmine.
Così Flc-Cgil propongono di "definire delle graduatorie per titoli a cui accederebbero i docenti con tre anni di servizio" e continuano spiegando che:
L’accesso all’assunzione potrebbe avvenire in coda a GAE e graduatorie dei concorsi vigenti (2016 e 2018) e la conferma nel ruolo andrebbe fatta dopo aver svolto con esito positivo il percorso formativo abilitante.
Di parere simile la Cisl Scuola che propone di valorizzare l’esperienza lavorativa svolta dai docenti in questi anni di supplenze mediante III fascia. Anche in questo caso si potrebbe procedere, dopo l’esaurimento di GAE e graduatorie concorsuali, inserendo poi i docenti che si trovino iscritti in terza fascia e che abbiano svolto anni di servizio nelle scuole. Una proposta che non è nuova per la Cisl, che ha avanzato questa modalità di procedere in più occasioni per risolvere il problema delle supplenze.
L’Anief propone invece di usare una logica simile a quella messa in atto per l’assunzione dei 20 mila medici e infermieri in questa emergenza. Si potrebbe infatti attuare una proposta simile anche per i docenti che abbiano titolo di studi idoneo, siano in graduatoria e soprattutto abbiano svolto attività nelle scuole. Si potrebbero così assegnare le cattedre vacanti, riuscire a stabilizzare moltissimi precari e soprattutto evitare di avere problemi con la regolare attività scolastica.
Al momento tutte quelle riportate sopra sono solo ipotesi, che potrebbero però essere prese seriamente in considerazione dal Governo se la situazione dovesse rimanere tale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Concorsi scuola rinviati: boom di supplenti a settembre. Le soluzioni dei sindacati
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