È un’arte divinatoria declinata al femminile la mantica con l’albume dell’uovo, perché è tradizionalmente una donna sia chi la pratica, sia chi riceve la predizione.
La novella Conforti di Giovanni Verga, inserita nella raccolta ambientata a Milano Per le vie del 1883, si apre proprio con il responso sibillino di una “donna dell’uovo”. Suona così: "Sarai contenta, ma prima passerai dei guai". Questo responso tiene il lettore con il fiato sospeso, nella stessa dimensione dell’attesa in cui galleggia la protagonista Arlìa che interroga la maga.
Sinossi della novella
Miseria e malattia si accaniscono da tempo contro Arlìa e il Manica. L’attività di barbiere è in crisi, la prole viene prematuramente falciata dalla tisi ereditaria. La salute e il benessere economico della coppia sono un lontano ricordo di gioventù.
Infatti, la vita di Arlìa e il Manica è scandita dall’iterazione malattia-miseria-morte, cui la coppia risponde in modo diverso. Il marito scivola nell’abbrutimento dell’alcolismo, trascurando il lavoro. La moglie, protagonista indiscussa di questa novella che strappa il cuore, segue un iter psicologico più complesso ma ugualmente desolante.
Il responso della maga, che marca l’incipit, le dà la forza di tirare avanti nell’attesa che si realizzi l’agognata serenità. I guai però sembrano infiniti. Arlìa, pertanto, fluttua in un orizzonte esistenziale ottativo tra religione, magia, superstizione. Tra preghiere, messe, offerte. Tra sacrifici disumani per l’acquisto di medicine e cibo costosi e inefficaci. La salute non si può comprare: i suoi figli muoiono uno dopo l’altro eccetto Fortunata. Scoprirete a breve se si tratta di un nome antifrastico, come ne I Malavoglia, o di un nomen omen di buon auspicio.
Spiando la figlia superstite con l’angoscia che la malattia si palesi, Arlìa di scoperta ne fa un’altra, non meno grave per la reputazione del nucleo familiare. Urge un matrimonio riparatore perché la figlia è stata disonorata. Ma come raggranellare la dote? Per la seconda volta la donna cerca nell’irrazionale la soluzione ai suoi problemi. All’oscuro del marito, si toglie il pane di bocca per tentare con regolarità la sorte alla lotteria. Alla fine Fortunata convola a nozze grazie alla generosità di uno zio che le regala la dote.
Una felicità breve la sua. Abusi domestici, un marito buono a nulla se non a sperperare la dote e numerosi figli destinati dalla tisi a fare la stessa fine dei suoi fratelli la spingono a tornare dai suoi. Intanto Arlìa e il Manica, schiacciati dagli eventi, toccano il fondo di un’esistenza senza luce. Anche Arlìa cede all’acquavite: “Il suo conforto era di sentirsene il cuore caldo, senza pensare a nulla, seduta di faccia alla finestra”.
Quando non ha più la forza di pensare inizia a bere e il bere le permette di non pensare. Che sia l’apatia dell’alcol la serenità della predizione?
Analisi
Per comprendere il cinico pessimismo della novella Conforti (1883), occorre ricordare che proprio a partire da I Malavoglia (1881) matura la riflessione nichilista di Giovanni Verga.
- La vita è presentata come un’iterazione di disgrazie che passano di generazione in generazione. In primis la tisi. Se è vero che il determinismo dell’ereditarietà fa pensare a Zola, è altrettanto vero che il focus di Verga si concentra sul dramma umano e non sui fattori genetici.
- La gravidanza è vissuta come una maledizione: “Quel castigo di Dio della pancia grossa”.
- Solo di due figli viene specificato sesso e nome, ovvero di quelli che si aggrappano alla vita. Angiolino: piccolo, indifeso, cerca invano una risposta alla sua sorte già segnata. Fortunata, invece, vede nell’amore un antidoto alla morte e nella morte l’unico riscatto per essere stata disonorata.
- La narrazione procede abbottonata, scarna, concisa, abbracciando in poche pagine la vita dei protagonisti con ellissi e salti temporali.
- Quattro motivi vengono riproposti anche nella novella Il canarino del n.15 della stessa raccolta: l’attesa miracolistica che si verifichi un evento desiderato; l’abbrutimento all’osteria di uomini onesti; la condanna di una malattia senza scampo; il braccio di ferro interno a ogni coppia tra logica economica e logica degli affetti (la stessa di Mastro don Gesualdo).
Una vicenda che riempie di sconcerto e smarrimento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Conforti: riassunto e analisi della novella di Giovanni Verga
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