Vi è da tempo, in rete e nelle scuole specializzate che insegnano i mestieri dell’editoria, un annoso dibattito sulla validità e la vera efficacia dei corsi di scrittura creativa.
In breve, la domanda che ci si pone è questa: "Per scrivere un libro servono i corsi di scrittura creativa?" La risposta, come al solito quando si pongono domande del genere, è largamente soggettiva. Nonostante il suo livello di discrezionalità, tuttavia, per formulare una risposta adeguata e razionalmente intelligente, che non si limiti dunque a un semplice "no" o "sì", è necessario prestare la dovuta attenzione ad alcuni aspetti.
A che servono le scuole di scrittura creativa?
Vladimir Nabokov, autore di "Lolita" e "Invito a una decapitazione", affermava:
Non credo che si possa insegnare a scrivere a chi già non possiede talento letterario. Solo in quest’ultimo caso, ovvero se esiste del talento, un giovane autore può essere aiutato a trovare se stesso, a liberare il proprio linguaggio dai cliché, a eliminare le goffaggini, ad abituarsi a cercare con risoluta pazienza la parola giusta, la sola che potrà trasmettere con la massima precisione e l’esatta sfumatura e intensità del suo pensiero.
Questa ci è parsa una citazione obbligatoria per introdurre un discorso che difficilmente troverà una risposta universale alla questione "Servono davvero i corsi di scrittura creativa?" Liquidare tale domanda con una risposta secca e sbrigativa non è il massimo, soprattutto per chi vuole davvero scrivere un libro e si sta interrogando se iscriversi a un corso di scrittura creativa o continuare per la sua strada senza alcun ausilio in particolare.
Apocalittici e integrati
Come per ogni linea di pensiero, anche in questa vigono due gruppi ben distinti che la pensano diversamente e che potremmo definire gli "apocalittici" e gli "integrati". Se i primi respingono con tutta la loro forza la necessità dei corsi di scrittura creativa, bollandoli come occasioni per opportunisti finalizzate a mangiare soldi a poveri e sprovveduti sognatori di futuri bestseller, i secondi tendono ad addolcire la questione facendo le dovute distinzioni.
- Secondo gli "integrati", le scuole di scritture creativa, innanzitutto, non sono obbligatorie, ma possono rappresentare un supporto molto importante per aiutare chi possiede del talento (e solo a chi possiede del talento) a piegarsi alle logiche della narrativa (la costruzione del periodo, l’utilizzo delle parole, la strutturazione della trama, i trucchi per avvincere il lettore) per far sì che il proprio immaginario, totalmente libero e creativo, e la "gabbia" della pagina bianca s’incontrino per scendere a quel necessario compromesso che accontenti tutti: autori e lettori.
- Gli "apocalittici", detrattori dei corsi di scrittura creativa, invece, pensano prevalentemente che l’unica scuola di scrittura creativa adeguata per insegnare a scrivere un libro sia la lettura dei romanzi: classici e moderni, di narrativa o di genere. Solo leggendo s’imparano i trucchi del mestiere e, di conseguenza, a scrivere. Non ci sentiamo di negare questo aspetto che, fondamentalmente, è assolutamente vero. Tuttavia, quel che è altrettanto vero è che, leggendo un libro, noi ci troviamo davanti a una storia conclusa e non a un romanzo di cui si intravedano le origini. In breve: non sappiamo nulla della genesi di quel libro in particolare e quando ci troviamo di fronte a una nostra idea da tradurre in romanzo siamo come vergini, architetti sprovveduti che tentano di incastrare parole, vicende e personaggi al fine di realizzare un libro assolutamente perfetto.
Molti di noi hanno abbandonato il libro che stavamo scrivendo a metà strada, rinunciando a costruire un "edificio" al di là delle nostre conoscenze e competenze. Altri invece hanno preferito dare retta al proprio ego smisurato, continuando ad ascoltare sempre e solo se stessi e ponendo un’autorevole quanto contraffatta aureola di genialità sulle nostre teste.
Come si diventa bravi scrittori? Restando umili
Ecco, se c’è una cosa che una buona scuola di scrittura creativa può insegnare è l’umiltà, ossia la capacità di non sentirsi dei novelli Hemingway, ma di diventarlo con tutto il tempo che serve. I più bravi, poi, saranno quelli che, una volta apprese le tecniche insegnate dai docenti (quelli illustri e di competenze approvate, non i sedicenti professori improvvisatisi esperti di letteratura dal giorno alla notte), riusciranno a inglobarle dentro di sé senza diventarne schiavi.
Scuole di scrittura gratuite? Esistono
In conclusione, dunque, non ci sentiamo di bocciare in toto i corsi di scrittura creativa, ma abbiamo anche l’obbligo di precisare che non è dovuto esclusivamente a loro il merito di creare dei futuri autori di bestseller. Considerando poi che molte scuole hanno dei costi proibitivi per gli scrittori talentuosi, vi segnaliamo l’esistenza di scuole di scrittura creativa online e assolutamente gratuite. Tra queste, la più interessante è senza alcun dubbio la scuola di scrittura creativa organizzata dalla redazione di Ristretti organizzata in carcere, là dove la scrittura e il rifugio nella fantasia (quella che si trova ben nascosta nella propria identità) rappresenta l’unica forma di evasione possibile.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Corsi di scrittura creativa: servono davvero per scrivere un libro?
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