I primi a tornare in aula sono a lezione da poco più di una settimana e, come temuto, i primi casi positivi al coronavirus, anche se contenuti, iniziano a destare qualche preoccupazione. Sono già più di 400 le scuole che hanno già registrato almeno un positivo al Covid, subito bloccato mettendo in quarantena gli studenti e, in alcuni casi (75 finora), chiudendo almeno per qualche giorno gli istituti per poter sanificare i locali.
In Italia i plessi degli 8mila istituti distribuiti sul territorio sono oltre 30mila: le 417 scuole che hanno dichiarato almeno un caso di positività devono dunque essere inquadrate in un contesto più grande, cercando di tenere a bada l’allarmismo.
417 le scuole con un caso di positività al virus
Sono 417 le scuole che fino a oggi hanno dichiarato almeno un caso di positività al Covid. Secondo le stime, il 76% dei casi positivi riguarda gli studenti; i docenti colpiti sono invece il 13%.
Le scuole più "colpite" si trovano in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Seguono il Piemonte e il Veneto. Si tratta pur sempre di numeri gestibili: si va dalle 84 in tutta Lombardia alle 24 del Veneto.
L’ultima circolare del Ministero della Salute, datata 24 settembre, ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alla gestione degli ipotetici casi di Covid nelle scuole. Le indicazioni prevedono diversi tipi di scenari, articolati tra alunni e personali e tra la comparsa di febbre e sintomi compatibili a casa o a scuola.
In tutti i casi, per poter rientrare a scuola sarà necessario effettuare due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se l’esito di entrambi sarà negativo, alunni e personale potranno tornare in classe con l’attestazione di avvenuta guarigione.
Fondamentale resta la tempestività nell’eseguire i tamponi: un bambino o un ragazzo con almeno uno dei sintomi va subito sottoposto al test.
I disagi e i primi test rapidi
Ingressi scaglionati, distanziamento, mascherine e sanificazioni sono precauzioni necessarie e dovute, ma che non possono erigere delle mura difensive impenetrabili al virus.
Oggi le condizioni degli istituti italiani, già non particolarmente rosee prima dell’emergenza sanitaria, sono state rese ulteriormente critiche dalla necessità di sfruttare gli spazi disponibili per garantire il distanziamento, tra classi dimezzate, ragazzi costretti a studiare senza un banco e spostamenti ridotti al minimo.
Contrastare questi disagi sembra al momento più complesso che tenere a bada il virus: in alcune scuole si iniziano a provare test rapidi antigenici su alunni e docenti, test rapidi che danno una risposta nel giro di soli 15 minuti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Covid e scuola: 417 istituti positivi e prime chiusure. Un bilancio
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