Crepate tutti!
- Autore: Nicolas Jones-Gorlin
- Anno di pubblicazione: 2011
Pur di allontanarsi dal padre e dalla provincia francese, Jean si arruola nella polizia e accetta di prestare servizio presso uno dei più violenti arrondissement di Parigi.
Con una presenza di stranieri elevatissima, la vita è difficile: il quartiere è in mano alla criminalità, che lo gestisce come un proprio territorio, mentre la polizia tenta esclusivamente di sopravvivere e di limitare i danni.
E’ un mondo incomprensibile per Jean, che per questo accetterà l’invito di Raymond, un collega esperto e maturo, di entrare in un gruppo formato da poliziotti, con lo scopo di imporre una propria dignità di legalità.
Sarà l’amore, corrisposto, per un ragazzo d’origine araba e una rivisitazione della religione a renderlo consapevole e più adulto, riuscendo a liberarsi dell’ombra ingombrante del padre.
Nicolas Jones-Gorlin è uno scrittore ostico: non tende ad essere accattivante e simpatico, a volte è frustante e maldisposto.
Il suo compito è portarci dentro ad un ambiente impossibile, antidemocratico, con un futuro spaventoso e ci riesce grazie al suo linguaggio moderno e vivo, con frasi brevi e pungenti. Il suo ritmo è adrenalinico, nevrotico, nervoso – come i personaggi. Siamo in un video gioco: la violenza è la stessa; manovrati come con un joystick, i poliziotti sparano, i manifestanti lanciano molotov.
Alla fine sentiamo l’angoscia dentro di noi, l’impossibilità di sopravvivere e la disfatta della "democrazia" simboleggiata da tanti cartelli con frasi banali all’interno del posto di polizia. La democrazia prevede un patto: la gente rinuncia ad una giustizia privata perché delega allo stato questo compito. Ora per Jones-Gorlin lo stato è smarrito, scoraggiato, perché incapace di proteggere i suoi difensori: la democrazia è esaurita.
Siamo scaraventati in un mondo allucinogeno, dove la sconfitta è già avvenuta ma siamo senza alternative.
Jean è guidato con abilità. Lui vive grazie ad un mantra, la ripetizione dei nomi Raymond, Rachid e l’ossessione compulsiva del padre.
Il conflitto non è tanto generazionale, quanto sociale e padre figlio.
I due, come la società, sono senza speranza, rivelando un’altra sconfitta: quella della famiglia. Il complesso di Edipo è forte, il desiderio di uccidere il padre notevole. Il suo primo colpo di pistola per giustiziare un delinquente è infatti un orgasmo vero.
L’unico peccato del libro è la tentazione di Jones-Gorlin di utilizzare un linguaggio cinematografico, una sorta di scenografia, che purtroppo toglie respiro al linguaggio ritmico e imbalsama la stesura.
Crepate tutti!
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