Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile
- Autore: Chiara Zamboni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2023
I saggi accademici contenuti nel libro Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile (Mimesis, 2023, 122 pp.) sono la rielaborazione di relazioni presentate al convegno sul pensiero di Cristina Campo svoltosi presso l’università di Verona il 7 giugno dello scorso anno.
Tutte le autrici e gli autori pubblicati hanno partecipato alla giornata di studio contribuendo a definire lo spettro del pensiero campiano fondato, come recita il sottotitolo, sul "senso preciso delle cose tra visibile e invisibile".
Cristina Campo (Bologna, 29 aprile 1923 – Roma, 10 gennaio 1977), figlia del maestro di musica Guido Guerrini e di Emilia Putti, è stata una scrittrice, poetessa e traduttrice italiana. Pressoché ignorata quando era ancora in vita, Campo viene rivalutata e riscoperta solo in anni recenti.
Faro illuminante negli scritti poetici e in prosa di Cristina Campo, la perfezione, che per lei riveste valenza estetica, etica e teologica.
Scrive la curatrice del volume in introduzione:
Vorrei ora fermarmi sul senso del suo pensiero a prima vista così inattuale, se posto in controluce con il nostro presente. Come considerare i suoi testi guidati dall’amore assoluto per la perfezione in un tempo come il nostro così ferito? Così incrinato? È lei stessa a darci la risposta quando in una lettera parla del proprio tempo come quello in cui tutto ciò a cui tenevamo è andato perduto.
Tra gli autori, Wanda Tommasi scrive di Cristina Campo appassionata lettrice e ascoltatrice di fiabe fin dall’infanzia. La fiaba, che Cristina Campo accosta ai Vangeli, costituisce un importante argomento di riflessione per la poetessa. Francesco Nasti analizza il tema della vocazione, che negli scritti campiani assume un ruolo di fondamentale rilievo, mentre Monica Farnetti indaga sulla particolare fedeltà di Campo a Gaspara Stampa, poetessa veneziana del Cinquecento, esponente del petrarchismo rinascimentale.
Il saggio di Chiara Zamboni Cristina Campo e la mistica iraniana chiude il volume. Traduttrice di Katherine Mansfield, Virginia Woolf, John Donne, William Carlos Williams, Hugo von Hofmannsthal e Simone Weil, influenze su Cristina Campo eserciteranno Leone Traverso, Mario Luzi, Gianfranco Draghi, Simon Weil, la scrittrice Margherita Pieracci Harwell, Elémire Zolla, Ernst Bernhard.
Personaggio assai complesso, Campo viene di volta in volta tra l’altro definita fragile (e lo era, anche a causa della sua salute malferma), dura nei confronti di chi gli sta vicino, aristocratica ma incline ad aiutare concretamente i più sfortunati, politicamente scorretta, antimoderna e antiprogressista, con simpatie politiche di destra (ereditate da suo padre simpatizzante mussoliniano).
Ha scritto significativamente Roberto Calasso, direttore editoriale della Adelphi, casa editrice che verso la fine del secolo scorso ripubblica alcuni saggi e raccolte poetiche di Campo, che la poetessa:
Ha lasciato una traccia di poche pagine imperdonabilmente perfette, del tutto estranee a una società letteraria che non aveva occhi per leggerle. Ma sono pagine che troveranno in futuro i loro lettori – e allora appariranno come una sorpresa davvero sconcertante.
Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile
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