Dal cuore dell’Africa
- Autore: Marco Cavalcante
- Anno di pubblicazione: 2012
In un periodo storico flagellato dalla crisi economica, politica e morale, è agli italiani come Marco Cavalcante che mi piace guardare, è di trentenni come lui che mi piace leggere.
In "Dal cuore dell’Africa", libro a metà strada fra il saggio e la narrativa di viaggio pubblicato da Iride nel 2012, l’autore ci racconta la sua esperienza di lavoro e di vita della durata di quattro anni in Uganda, a Kempala.
Marco Cavalcante, cosentino nato nel 1978, lavora dal 2005 per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), incarico che l’ha portato a constatare personalmente le devastanti condizioni di vita degli abitanti di Uganda e Sudan Meridionale, posti dove la fame, quella vera, è il predatore più pericoloso, dove la povertà è talmente grande da non poter riuscire a salvare un bambino dal colera, dove il test per l’HIV fa parte della normale profilassi per le analisi del sangue, dove le guerre intestine sembrano non finire mai.
L’autore ci prende per mano e ci accompagna nel continente africano mostrandocene le atrocità e le ingiustizie, ma anche l’estrema bellezza e voglia di crescere. "Dal cuore dell’Africa" è uno di quei libri capaci di smuoverti dentro, di farti commuovere e strepitare dalla rabbia, uno di quei libri che può far capire come gli studi in economia possano essere usati per aiutare i poveri e non solo per arricchire i ricchi. Il coraggio di Marco Cavalcante lascia il segno, non quel tipo di coraggio che ti porta in Africa, ma quello che ti permette di credere e scommettere sugli esseri umani al punto da affidare la propria vita nelle loro mani, di poterti sentire a casa anche in continenti diversi, al punto di decidere di avere dei figli anche in un mondo tanto brutto e tremendamente ingiusto. Questo ho imparato leggendo "Dal cuore dell’Africa", un libro che fa riflettere prima di tutto sui nostri pregiudizi.
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Note di Giovanna Baglione
L’autore e’ capo del Programma alimentare delle Nazioni Unite e opera in Nepal. Questa pubblicazione contiene il suo diario, redatto nei quattro anni trascorsi in Africa. Inizia con una dichiarazione di intenti:
“offrire considerazioni e riflessioni, che potrebbero avere un interesse più ampio di quello personale”.
Segue una dotta e più che esaustiva prefazione di Ottavio Cavalcanti, nella quale viene evidenziata l’importanza del “viaggio” nelle sue varie accezioni di itinerario nel tempo e nello spazio, fisico o puramente mentale e/o sentimentale; viaggio in solitudine e/o in compagnia.
Marco Cavalcante a 35 anni ha già visto tanto del mondo, ma soprattutto della vita, di quella degli altri, dei più poveri, dei reietti.
Grazie ai suoi studi e alle sue capacità, ricopre un ruolo importante all’ONU, dove lavora per il Programma alimentare delle Nazioni Unite. Dal 2012 è capo dei programmi della sede di Kathmandu, in Nepal.
In questo piccolo libro ci racconta la sua Africa e lo fa con un periodare breve ed efficace; parole semplici e dirette, a descrivere situazioni di degrado e malessere. Una sorta di momentanea astensione dal giudizio, per mostrare senza commento, quasi occhio di telecamera aperto sulla scena.
Sorprende la sua voce giovane, talvolta irriverente, a raccontare vicende e luoghi che di divertente non hanno nulla! Ma è proprio questo contrasto, questo apparente disimpegno, ad avvincere il lettore.
Il suo scrivere è chiaro e ordinato, inizia dando informazioni sul suo lavoro, fornisce espliciti esempi di quelle che sono le sue mansioni e le sue responsabilità, aggiunge brevi notizie storico-politiche sui vari gruppi etnici che lì abitano e divide gli operatori stranieri in tre categorie, i missionari, i tecnici e i burocrati.
Racconta le sue sensazioni e le sue emozioni, condivide col lettore il proprio orgoglio di professionista, di marito e di padre. La sua riconoscenza per l’Africa, una terra amata, che ha generosamente ricambiato il suo amore, offrendogli un lavoro ricco di stimoli e soddisfazioni, amici e collaboratori di pregio e il conforto di una moglie e di due figlie adorate.
Quando ci aggiorna sulle condizioni in cui vive la gente del posto, quando ci parla della loro miseria e degli stenti che sono compagni delle loro vite, l’autore non riesce a trattenere un rigurgito di rimprovero per l’Italia e gli Italiani, per la nostra ignavia verso i poveri e derelitti del mondo, per una solidarietà insufficiente e per una inadeguata accoglienza.
Singolari ed interessanti sono anche le considerazioni sui diversi comportamenti e sulle reazioni agli eventi naturali: in Africa la convinzione che il futuro sarà migliore del presente incoraggia la gente a spendere e a procreare, al contrario di quanto accade da noi, nonostante le nostre condizioni siano ancora di gran lunga più sopportabili. Se manca l’elettricità, nessuno si lamenta, anzi, si animano le conversazioni a vantaggio dell’interazione.
Non mancano le pennellate di colore, a raffigurare i luoghi e l’atmosfera: una vegetazione rigogliosa, una fauna selvatica la cui voce risuona nel silenzio dei luoghi, pace e bellezza attorno.
Il libro si chiude con una partenza, un capitolo termina e uno nuovo sta per aprirsi, in altri luoghi, in diversi contesti, ma sarà sempre un’esperienza forte, interessante e costruttiva.
La mobilità, il mutamento, la conoscenza ... propellenti per un’autentica apertura della mente, ma soprattutto, dell’animo e del cuore.
Importante sottolineare che i proventi delle vendite spettanti all’autore andranno direttamente all WFP per i programmi di school feeding in Uganda, trasformando la lettura in veicolo, materiale ma anche simbolico, di un aiuto concreto all’Africa e, soprattutto, alle nuove generazioni.
Si può trovare in tutte le librerie della città oppure on line.