Rita Charbonnier ha deciso di avvalersi della piattaforma di autopubblicazione Narcissus per l’edizione digitale de “La strana giornata di Alexandre Dumas” che esce oggi.
«È una vera e propria riedizione, con dei contenuti nuovi: un testo di Dumas padre, introvabile in Italia, in appendice, tradotto da me; diverse illustrazioni interne e una nuova copertina. È un vero e proprio piccolo oggetto (virtuale) d’arte - almeno nelle intenzioni»
spiega lei stessa. Ha debuttato nella narrativa nel 2006 con La sorella di Mozart, romanzo tradotto in cinque lingue e pubblicato in dodici Paesi, tra i quali USA, Canada e Filippine. Sono poi usciti:
- La strana giornata di Alexandre Dumas (pubblicato in cartaceo da Piemme nel 2009) basato su una storia vera
- Le due vite di Elsa (Piemme, 2011).
L’autrice ha anche pubblicato diversi racconti in raccolte e articoli in riviste, soprattutto di teatro, e ha scritto soggetti e sceneggiature per la televisione. Inoltre ha lavorato in teatro come attrice e cantante e non di rado presenta i propri romanzi nella forma del reading musicale.
“La strana giornata di Alexandre Dumas”
Parigi 1843. Alexandre Dumas (1802 – 1870), allora solo autore di teatro, sapeva che il favore delle platee era mutevole, quindi si era rivolto a un’anziana astrologa per sapere che cosa avevano in serbo gli astri per lui. Ma... Sidera non ducunt, sidera non premunt, sed solum signant, il destino non è scritto negli astri, e non è possibile predire il futuro, poiché la vita è imprevedibile. Lo sa bene l’astrologa Maria Stella Petronilla Chiappini, la cui nascita era avvolta da un alone di mistero e la cui esistenza era simile a un feuilleton: scambi nella culla, nobili natali e falsi genitori. Una storia, che assomiglia a un romanzo, narrata al grande autore nel corso di un’intera giornata da una donna che sosteneva di essere stata scambiata nella culla con il Re di Francia Luigi Filippo d’Orléans. Una storia quasi inverosimile che non poteva non colpire il drammaturgo francese. Un romanzo storico ben delineato che rivela una figura di donna accattivante accompagnato da uno stile coinvolgente e brillante in un contesto storico perfettamente ricostruito.
“Ebbene, sì: Maria Stella Petronilla de Joinville. E ho una magnifica storia per voi”.
Intervista a Rita Charbonnier
- Signora Charbonnier, che cosa l’ha maggiormente colpita della vicenda di Maria Stella Petronilla Chiappini?
Sfogliando un vecchio libro di argomento musicale, inciampai in un trafiletto nel quale si menzionava questa Maria Stella, cantante d’opera del tardo ‘700, la quale scoprì quando era già grande “di essere stata scambiata nella culla, lei di nobili origini, con un neonato di vile condizione”. Da un lato mi piacque l’idea di ambientare un romanzo, o una sua parte, nel mondo dell’opera; dall’altro mi misi nei panni di chi vive una buona parte della propria vita nella convinzione di essere figlio/a di qualcuno, per poi scoprire che non è così.
- Quali fonti ha consultato e quali luoghi ha visitato per rendere al meglio “la leggenda di Maria Stella”?
Ho fatto ricerche in rete, dalle quali ho appreso che costei aveva dato alle stampe la sua autobiografia; adesso la si trova facilmente su Google Books, Europeana e altri siti, sia nella versione francese sia in quella italiana, ma al tempo non era stata ancora digitalizzata. Per aver modo di leggerla, e anche per vedere i veri luoghi nei quali il “baratto di neonati” presumibilmente avvenne, sono andata a Modigliana (FC). Lì ho intervistato diverse persone che conoscevano la vicenda in modo approfondito, mi hanno suggerito altre letture e dato preziose informazioni. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarle: Vincenza Bambi, responsabile della Biblioteca Comunale, Oriana Castelli, Assessore alla Cultura del Comune, e dulcis in fundo Luigi Rivola, il più grande esperto della “leggenda di Maria Stella” che io conosca e che probabilmente esista.
- Ci descrive brevemente il brano di Dumas padre, introvabile in Italia, da Lei tradotto?
In effetti credo sia molto difficile, al momento, trovare un’edizione in italiano dei Mémoires dumasiani e quindi del capitolo in questione. Nel quale il grande narratore espone per filo e per segno, dal proprio punto di vista, la storia del baratto di neonati; che lui conosceva molto bene, perché la rivendicazione di Maria Stella contro Luigi Filippo d’Orléans fece un grande scalpore nella Parigi del primo ‘800. Inoltre Dumas, che a quel tempo era solo un copista e lavorava proprio nella cancelleria di Luigi Filippo, dovette trascrivere alcuni documenti che si occupavano di quel problema. Ho tradotto il brano divertendomi moltissimo, perché è molto gustoso: il ritratto che lo scrittore fa del ragazzo che era al tempo – un provincialotto ignorante e impacciato di fronte alla “gente che conta” – è irresistibile. D’altra parte, stiamo parlando di Dumas…
- Per quale motivo ha deciso di avvalersi della piattaforma di autopubblicazione Narcissus e quali sono i vantaggi riscontrati?
Nel momento in cui rispondo alla sua domanda, sono trascorse meno di 24 ore da quando ho caricato il libro su Narcissus, e l’eBook è già disponibile su alcuni negozi online. Il che supera di gran lunga le mie previsioni. La piattaforma è fatta benissimo, come tutti i siti che appartengono all’universo Simplicissimus, e le persone che ci lavorano mi sembrano brave e competenti. Gli eBook di Narcissus vengono distribuiti da Stealth, che li rende potenzialmente acquistabili da tutto il mondo. Che vuoi di più?
- Ritiene che grazie a queste nuove tecnologie stia cambiando il rapporto tra autore, editore e lettore?
Sì, e in modo significativo, che piaccia o no. Oggi è possibile per chiunque pubblicare in rete un proprio scritto e metterlo in vendita. Senza aspettare la valutazione da parte di uno o più editori, la successiva eventuale disponibilità a pubblicare il libro e la programmazione dell’uscita (che spesso avviene due anni dopo la consegna del testo se non più), la pubblicazione dell’eBook può avvenire in forma autonoma e pressoché immediata. Il che, di per sé, non mi sembra né un bene né un male. Mi sembra solo un dato di fatto. In qualche caso si avranno esiti scadenti, in altri si avranno esiti accettabili se non buoni. In altri casi ancora ci sarà qualche matto, come me, che deciderà di mettere in cantiere una nuova edizione di un proprio romanzo appositamente concepita per la forma eBook, quindi dotata di immagini e link interni ed esterni.
- Quali sono le maggiori differenze tra libro elettronico e libro cartaceo?
Un’amica mi raccontava tempo fa di aver letto l’intera saga di Harry Potter in inglese sul suo eReader. Dopodiché le è capitata per le mani un’edizione cartacea di uno di quei libri e si è messa a sfogliarlo. Ha trovato una parola inglese che non conosceva e, d’istinto, ha cercato di fare clic sulla pagina di carta per ottenere la traduzione in italiano… Allo stesso modo io, che ho iniziato a leggere eBook solo da qualche mese, nei primi tempi battevo il dito sull’angolo superiore destro del lettore, cercando un’inesistente pagina di carta da voltare… La differenza fondamentale tra i due tipi di libro credo sia nel fatto che l’eBook è potenzialmente un ipertesto (e come tale dovrebbe essere considerato). Poi ci sono le cose che tutti abbiamo ben presenti: gli eBook non occupano spazio, né in casa né in valigia, e costano molto meno (o almeno dovrebbero). Per Natale è possibile regalare il trittico completo dei miei romanzi in versione elettronica a un prezzo totale di € 13,97. Quando è uscito in cartaceo nel 2009, La strana giornata di Alexandre Dumas costava da solo € 18,50…
- Secondo i dati Aie, a oggi sono 3.500 gli ebook autopubblicati in commercio, corrispondenti al 5% di tutti i libri digitali in vendita, con un aumento del 94% rispetto al 2012. Per quale motivo in Italia siamo indietro in questo settore rispetto per esempio agli Stati Uniti?
Fermo restando che l’Italia è un paese nel quale purtroppo si legge poco a prescindere, gli americani sono un popolo tendenzialmente pratico e informale; per cui, nel momento in cui vede una soluzione conveniente, l’americano di norma la sceglie. Da noi invece è più probabile che entrino in campo questioni del tipo “oddio cosa penseranno di me”. Ricordo alcuni anni fa un’agente letteraria piuttosto snob affermare che nessun editore serio avrebbe mai preso in considerazione un autore che avesse utilizzato, in passato, l’editoria a pagamento. Quelle horreur! Che macchia sulla fedina letteraria! Intendiamoci: l’editoria a pagamento è assolutamente da evitare ed è cosa diversa dall’autopubblicazione in forma eBook. Ciò nonostante, possono esserci mille ragioni per le quali in passato Pinco Pallino si è pagato la pubblicazione del suo librino, e se oggi ha scritto un libro che può “fare il botto”, l’editore che non lo pubblica non è serio, ma seriamente cretino (oppure utilizza l’autopubblicazione come scusa perché il libro non può “fare il botto”). Considerazioni del genere gli americani tendono a non farne. Il libro ha un potenziale? Pubblichiamolo. Questo stesso libro un anno fa è stato pubblicato da un editorucolo a pagamento? Chi se ne importa. E così, non vedendo minacce spaventose aleggiare sulla propria reputazione, chi scrive tende a farsi meno problemi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dal libro cartaceo all’ebook: intervista a Rita Charbonnier, autrice de “La strana giornata di Alexandre Dumas”
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