Daphne
- Autore: Tatiana de Rosnay
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2016
“Daphne” (Neri Pozza, 2016, titolo originale Manderley for Ever, traduzione di Alberto Folin) di Tatiana de Rosnay, è la biografia romanzata della vita della scrittrice inglese Daphne du Maurier (Londra, 13 maggio 1907 - Par, 19 aprile 1989), una delle più complesse e tormentate figure di donna del Novecento.
L’autrice di origini inglese, francese e russa, nata nel 1961 a Neuillysur-Seine, nei sobborghi di Parigi, laureata in letteratura inglese presso l’università di East Anglia, a Norwich, ha pubblicato dal 1992 otto romanzi, tra cui “La chiave di Sara”.
Londra 1911. Nel prestigioso quartiere residenziale di Mayfair, Daphne, una bella bambina di quattro anni, bionda e dagli occhi azzurri, la sorella maggiore Angela e la piccola Jeanne erano appena rientrate a casa dal parco insieme alla loro balia. Nella bella abitazione “il suo frontespizio neoclassico è visibile da lontano”, vivevano Gerald, celebre e bravo attore “ogni sera recita a essere qualcun altro”, con la moglie Muriel, “anche lei faceva l’attrice quando era giovane” e le loro tre figlie. Daphne, piccina curiosa e dalla fervida immaginazione, era affascinata dal mondo che la circondava.
“Alza gli occhi verso la finestra e comincia a sognare. Le piace quella vista sopra i tetti della città”.
Nella primavera del 1916, la famiglia du Maurier si era trasferita ad Hampstead, nella parte nord di Londra in una grande casa, Cannon Hall, in mattone rosso in stile georgiano al numero 14 di Cannon Place. Le tre sorelle si divertivano ad allestire rappresentazioni teatrali dove Daphne voleva sempre interpretare personaggi maschili. L’affascinante e istrionico Gerald, al quale Daphne era molto legata, raccontava spesso alle sue bambine del loro nonno George du Maurier, pittore e romanziere nato a Parigi, i cui libri avevano aperto all’arguta bambina il vasto mondo della lettura: Dickens, le sorelle Brontë, Scott, Stevenson, Wilde. In occasione del Natale del 1919 la futura scrittrice aveva ricevuto in dono un diario “un semplice quaderno lungo e nero”.
Le parole erano diventate quell’universo magico e ammaliante, dove la dodicenne si rinchiudeva. Ora la scrittrice in erba aveva intuito cosa voleva fare da grande: scrivere libri in cui
“il suo lettore non resti mai indifferente”.
Dalla scoperta della magica e seducente Parigi, dove Daphne completa i suoi studi fino alla casa di Fowey, “sarà la loro casa e si chiamerà Ferryside” in Cornovaglia, palcoscenico perfetto con le sue bellezze naturali per le sue narrazioni fino al successo di “Rebecca, la prima moglie” (quarantamila copie in un mese) scorre avvincente la vita di una donna determinata e intrigante. In una recente intervista l’autrice si è così espressa:
“Daphne du Maurier è entrata nella mia vita quando mia madre per Natale mi ha donato Rebecca, la prima moglie. Avevo dodici anni ed ero un vero topo di biblioteca. Questo libro è stato una rivelazione. Nell’affrontare questa biografia mi interessava mostrare la nascita della sua vocazione, come questa ragazza ha iniziato molto presto a inventare storie cupe con personaggi incredibili”.
Tatiana De Rosnay ha intrapreso un lungo e profondo viaggio nell’anima e nella scrittura dell’idolo della sua giovinezza attraverso la lettura delle sue opere e visitando i luoghi in cui ha vissuto. L’autrice inoltre ha avuto il privilegio di consultare estratti del diario di du Maurier mai pubblicati. Nelle pagine del volume, scritto con molta cura e con una bella prosa, come un’eroina delle sue suggestive opere narrative rivive la scrittrice Daphne e la sua vita diventa romanzo.
“Scrivere e guadagnarsi da vivere, vivere della sua penna, non dipendere da nessuno, né da un marito né dai genitori”.
Daphne
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