Di fuoco, di mare e d’acque bollenti. Leggende tradizionali dell’isola d’Ischia
- Autore: Ugo Vuoso
L’isola d’Ischia è un microcosmo dove, nonostante le dimensioni ridotte e lo spazio naturalmente limitato, le comunità che lo abitano, hanno sviluppato, nel corso dei secoli, ognuna i propri usi e tradizioni e, va da sé, le proprie leggende. Muove da qui il lavoro di ricerca svolto da Ugo Vuoso, antropologo e fondatore della “Scuola di Studi Storici e Antropologici delle Società Mediterranee”.
Nel libro, che vanta una prefazione ad opera di Dario Fo, Vuoso trasporta su carta i racconti registrati nel corso degli anni dagli anziani abitanti delle diverse località dell’isola, riportando nome, attività e titolo di studio del narratore, dato quest’ultimo di estrema importanza per comprendere a che livello socio-culturale le vecchie credenze trovassero ancora spazio e fossero tramandate. Da questi racconti, alle volte gli stessi che differiscono per piccolezze da località a località, rimarcando le differenze culturali che pure esistono in un’isola, l’autore conduce il lettore lungo un percorso di più ben ampio respiro, inserendo queste leggende tradizionali nella classificazione internazionale dei motivi della tradizione orale.
Le leggende sono suddivise per tema e il primo ad essere affrontato non poteva non essere che quello di Tifeo, che per volontà di Giove fu sepolto sotto l’isola e dal cui corpo vengono fatti derivare i nomi di alcuni borghi. La leggenda riconduce ai movimenti sotterranei del gigante l’attività vulcanica che ha da sempre contraddistinto l’isola d’Ischia: eruzioni, terremoti, acque bollenti. Muovendo quindi dalla leggenda primigenia, quella sulle origini dell’isola, Vuoso è andato alla ricerca di quelle storie che il popolo ha tramandato negli anni, mostrandone le peculiarità e le differenze da quelle seppur simili della terra ferma, riconducendo i motivi della tradizione orale a più profonde motivazioni socio-antropologiche, realizzando un interessante lavoro che consente anche ai profani di antropologia di approcciarsi al mito non solo come narrazione sic et simpliciter ma come un qualcosa che, tramandato di generazione in generazione, ha permesso agli uomini e alle donne di esorcizzare paure, trovare spiegazioni per eventi eccezionali, di rimarcare le proprie appartenenze locali. Meno interessante l’ultima parte dove il voler affrontare i nuovi miti legati allo sviluppo turistico che ha investito l’isola a partire dagli anni ’50 appare piuttosto forzato.
Di fuoco, di mare e d'acque bollenti. Leggende tradizionali dell'isola di Ischia
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