Regionalizzare l’istruzione: questa la proposta avanzata per le regioni Veneto e Lombardia. La notizia trova conferma su Il Fatto Quotidiano, che ha visionato la bozza di un accordo tra stato e regioni che, a quanto pare, potrebbe essere messo in atto.
Tra Veneto e Lombardia si parlerebbe di circa 200mila cattedre, praticamente un quarto delle cattedre totali disponibili in Italia.
Le regioni, e in particolare la Regione Veneto che si è già mobilitata attraverso la proposta di Zaia, stanno puntando ad ottenere ulteriori condizioni e nuove forma di autonomia amministrativa e legislativa su svariati temi, tra i quali anche l’istruzione. E la proposta in questione, presentata dal governatore della Regione Veneto, arriva proprio in questo contesto.
L’idea è quella di applicare delle modifiche esclusivamente alle regioni che sopra abbiamo menzionato, dal momento che la proposta non ha respiro nazionale.
Regionalizzazione dell’istruzione: cosa significa per gli insegnanti?
Con questi nuovi margini di autonomia decisionale e finanziaria tutto andrebbe a vantaggio delle regioni a statuto ordinario. Il ministro dell’Istruzione Busseti e il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, si sono incontrati lo scorso 17 ottobre e hanno sottoscritto un’intesa che ha lo scopo di consentire alla regione - in collaborazione con l’USR del Veneto - di promuovere dei: “percorsi formativi rivolti agli insegnanti e agli studenti sulla storia e la cultura del Veneto e sulla storia dell’emigrazione veneta”.
Il Corriere.it riporta anche una nuova richiesta di Zaia, fatta nel testo di legge approvato e presentato alla ministra per le Regioni Erika Stefani, che parla di “un trasferimento su base volontaria del personale della scuola, maestre, prof e bidelli, alla Regione Veneto. Il tutto incentivato da stipendi più alti”.
Cosa significa tutto questo in termini concreti? Intanto, tra le conseguenze dirette della regionalizzazione ci sarebbe uno stop alla mobilità. Il Veneto, infatti, avrebbe così la possibilità di assumere in autonomia i proprio docenti.
Chi riguarda questa novità? La proposta, almeno per ora, dovrebbe riguardare - secondo la bozza veneta - sia i nuovi assunti che i professori che già lavorano regolarmente. Il vantaggio, per tutti, sembra che sarà quello di percepire uno stipendio più alto. Si tratta di solo di un’idea, per ora, che dovrà arrivare nelle sedi istituzionali di competenza ed essere discussa in Parlamento.
Sindacati e assessore Panini di Napoli dicono no
Il ministro Bussetti ha ascoltato la proposta di Zaia, ma ha anche affermato che sul tema devono discutere gli addetti ai lavori. E i sindacati, chiamati in causa, hanno già messo nero su bianco il loro no tramite alcune dichiarazioni:
“Desta grande preoccupazione il riferimento all’attuazione della cosiddetta Autonomia differenziata. Il diritto all’istruzione deve restare nazionale per garantire l’universalità delle opportunità formative che non possono essere diversificate per appartenenze geografiche”.
Anche Pino Turi, segretario Uil Scuola, si è detto preoccupato che questa proposta avanzata dal Veneto possa essere la causa della disgregazione della scuola nazionale: “Il diritto alla salute e quello all’istruzione sono diritti fondamentali, per loro natura talmente importanti e diffusi che vanno assicurati ad ognuno, in ogni condizione, di tempo e di luogo”, ha detto in riferimento alla proposta di Zaia.
Enrico Panini, Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli, ci ha tenuto a dire la sua in merito alla regionalizzazione dell’Istruzione: “Una volta spezzettata l’istruzione, sarà spezzettato anche il suo finanziamento. Non, si badi bene, in base al numero di bambini e di ragazzi da istruire. No, troppo facile. Il principio sarà in base alla ricchezza dei territori. Quindi una scuola di mille studenti a Padova riceverà fondi in base al Pil del Veneto e una di mille studenti in Calabria in base al Pil della Calabria. Ovvero la metà. Senza alcuna tutela sul livello essenziale di servizio da garantire ovunque sul territorio nazionale”.
Non resta che aspettare il regolare iter per questa proposta e vedere cosa accadrà qualora arrivasse ad essere discussa in Parlamento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Docenti assunti dalla Regione con stipendi più alti: la proposta di Zaia
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