Donne di porcellana
- Autore: Virginie De Clausade, Élodie Hesme
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2023
Donne di porcellana (Nord 2023, titolo originale Femmes de Porcelaine, traduzione di Roberto Boi) è il romanzo scritto a quattro mani dalle autrici francesi Virginie De Clausade ed Élodie Hesme, ispirato a fatti realmente accaduti.
Quando sorbiamo una tazza di tè calda e aromatica, seduti nella nostra poltrona preferita, ammiriamo sì la bellezza della tazza di antica porcellana francese Limoges, ereditata dalla nonna, ma non pensiamo egoisticamente al lavoro degli operai, uomini e donne, ancora più sfruttate dei colleghi maschi, i quali più di un secolo fa, contribuivano alla creazione di questi sublimi oggetti di lusso, che mai si sarebbero potuti permettere di acquistare.
Leggiamo questo romanzo, in un giorno particolare, l’otto marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, nota anche come Festa della donna, che ogni anno ricorda sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo, che dunque racconta come nel 1905, a Limoges, le operaie della fabbrica Haviland rivendicarono il diritto alla dignità.
“La manifattura Haviland era un mostro di ferro e cemento, che iniziava alle porte della città per poi allargarsi placidamente ai campi intorno”.
Limoges, marzo 1904. Le fornaci andavano giorno e notte, e un denso fumo grigio usciva di continuo dalla quindicina di ciminiere, che spezzavano l’orizzonte. Dai dieci anni di età, e fino a quando il cielo concedeva loro un po’ di forza, gli operai davano forma e arte alla materia che aveva fatto di Limoges la capitale mondiale di quella produzione: la porcellana. Clotilde aveva adorato la Haviland fin dalla sua prima visita, vent’anni prima, giovane sposa di Orry Haviland.
“Una piccola Versailles industriale”, così l’aveva definita, estasiata. Tutto era ordinato e maestoso, uno scenario fatto di linee dritte, che trasmettevano concretezza e rigore. Eppure, all’interno di quella geometria così netta si compiva costantemente la magia quando, simili a squadre di alchimisti, gli operai della Haviland trasformavano il volgare caolino in oro bianco. Clotilde conosceva ogni mansione degli operai e delle operaie, ora poi con la cromolitografia, la grande innovazione tecnologica di inizio Novecento, capace di riprodurre fedelmente qualsiasi disegno dal più semplice al più elaborato, le porcellane sarebbero divenute delle vere opere d’arte.
Ma un crudele destino, incombeva su Clotilde che stava per vivere il momento peggiore che possa colpire una madre, “quella tragica circostanza per la quale si prega intensamente il Signore affinché ce ne scampi”.
Le autrici, si dimostrano bravissime nel raccontare una delle prime rivolte operaie femminili, attraverso lo sguardo di Clotilde e dell’operaia Anne, che fugge dal suo passato. Un modo per rendere omaggio a tutte quelle donne senza nome che hanno cercato di ribellarsi al loro destino avverso sventolando la bandiera della loro dignità, per dare un futuro migliore ai loro figli, maschi e femmine. Tutto questo in nome del progresso.
“Il mondo sembrava non parlare d’altro che di progresso, ma quel costume arcaico e barbaro sembrava davvero difficile da estirpare”.
Donne di porcellana
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