Dosolina. L’Angelo dei bambini
- Autore: Mara Di Noia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Edizioni Spartaco ha scelto l’8 marzo Giornata internazionale della donna per dare alle stampe Dosolina. L’Angelo dei bambini, debutto narrativo di Mara Di Noia liberamente ispirato a fatti veri.
Appare riduttivo attribuire questa scelta editoriale unicamente all’esemplarità della protagonista, che compone insieme ad altre figure femminili la pietra angolare del romanzo. Infatti sono loro a mettere in moto narrazione e inchiesta e accendere la miccia introspettiva. Come Jackie, l’aiutante in campo numero uno del padre Alain o la “poeta senza nome”, memoria storica di quartiere, oppure la sibillina Marianna che sembra avere dimestichezza con l’altrove.
La vicenda è abitata da una manciata di personaggi colti in un momento cruciale della loro esistenza, che si raccolgono intorno a Dosolina e al coprotagonista Alain. Il taglio cinematografico accosta con stacchi netti una serie di scene diverse per tempo, luogo, personaggi dall’effetto suggestivo. I capitoli sono dedicati a corrente alternata all’una e all’altro. Questa impostazione rassicura il lettore e al contempo lo spinge a ricostruire pezzo dopo pezzo i tasselli di una storia dolorosa in cui a vincere è la vita.
L’agosto 1943 fu terribile per Milano stremata da ripetuti bombardamenti in centro e in periferia. Ai nostri occhi si palesa una città in ginocchio di sfollati senza “una porta dove infilare una chiave”, disoccupati, feriti, disperati, 2mila i morti.
Vediamo polvere e macerie. Sentiamo la puzza di bruciato, l’odore della paura perché i cecchini non perdonano e le urla delle fiamme a divorare gli edifici. Eppure, anche in queste circostanze, numerosi clienti continuano a frequentare una Casa di piacere a quattro stelle dove lavora Dosolina, costretta a vendersi a suon di botte dal compagno Salvatore.
Scappata dalla Valtellina, paga l’errore di aver riempito:
La sua vita con i vuoti di un altro, ed era caduta in un abisso più grande.
A soli 18 anni si sente già morta. Quando uno sconosciuto la salva da uno stupro in uno di quei vicoli che ancora oggi si affastellano intorno ai Navigli nel cuore di Milano, la sua vita riacquista un senso. Diventa una staffetta partigiana imparando a spostarsi in bicicletta senza dare nell’occhio. La sua missione è quella di salvare le vite dei più piccoli, sfidando ogni notte la morte.
Un salto temporale ci porta in una cittadina svizzera, dove incontriamo il dottor Alain Oubri. Da tempo la sua professione (è un dentista affermato) si è trasformata in un peso, da svolgere con efficiente automatismo. Lo spossa una stanchezza indefinita fatta di piccole dimenticanze, distrazioni, scatti di nervosismo estranei alla sua indole, mentre il gusto di ridere e sorridere se l’è portato via la scomparsa dell’amata Sylvie. Però come la maggior parte dei medici, si preoccupa della salute altrui trascurando la propria.
Un giorno vagolando come uno straniero in luoghi familiari viene colto da un malore, un crollo emotivo. Ma perché ai soccorritori si ostina a presentarsi con un altro nome? Costretto a una pausa, Alain raccoglie a fatica indizi su se stesso annaspando tra giorni disseminati di assenze e notti con troppi sogni, finché piano piano:
Varca la soglia di un’altra realtà, tanto reale quanto quella vera.
Sarà un percorso accidentato il suo, un cammino verso la libertà a doppio senso di marcia tra passato e presente, ricordo e oblio.
Scrive in modo incisivo Mara Di Noia, alle spalle una raccolta poetica. La sua prosa è un arcipelago di segmenti, frasi asciutte, scarne, talvolta isolate per dare voce ai silenzi degli spazi bianchi.
Si svegliò di nuovo.
Oppure quella notte non aveva mai dormito.
I pensieri della notte sono morsi di cani arrabbiati e ti mangiano il fegato.
I rumori della notte senza sonno sono brividi lungo la schiena e sudore freddo che si ghiaccia addosso.
Sono gli spari ai compagni fucilati contro un muro costringendoti a guardare.
Sono le donne stuprate sul tavolo della cucina davanti ai figli.
Sono le parole dei tedeschi urlate ai bambini per la strada.
Sono i neonati strappati dalle mani delle madri e buttati su un carro
come si fa con la spazzatura.
Non poteva avere altra veste una scrittura concentrata sulle macerie fisiche e psicologiche della guerra e sui monconi di un sé smarrito.
Dosolina. L’Angelo dei bambini è una lettura intensa e propositiva, un invito a vivere senza temere l’assenza. Nella grammatica di Mara Di Noia, infatti, “vivere” e “morire” sembrano due coniugazioni dello stesso verbo: il verbo “amare”, il più raro e difficile.
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