Per gli educatori arriva la conferma: il Miur dà il via libera per il conseguimento dei 60 CFU necessari per l’ottenimento della qualifica di educatore professionale socio-pedagogico. A comunicarlo con grande orgoglio è la senatrice Vanna Iori su Facebook, che annuncia l’arrivo del via definitivo del Miur per il conseguimento dei 60 CFU.
Un post che fa arrabbiare tantissimi e che ha scatenato un vespaio di polemiche sui social, dal momento che non a tutti è piaciuta l’iniziativa.
Le maggiori polemiche provengono da coloro che sono già in possesso di una laurea e che vedono la Legge Iori, inserita in Legge di Bilancio 2018, svuotata di ogni valore. Tra le critiche si apre comunque un nuovo cammino e per coloro che vorranno essere qualificati come “educatori professionali socio-pedagogico” si apre il percorso dei 60 CFU, che dovranno essere conseguiti presso un ateneo italiano.
Le università si sono già attivate in molte città per fornire il percorso previsto dalla legge e per consentire a coloro che non siano in possesso della laurea di iniziare quanto prima la formazione per ottenere la qualifica.
Come funzioneranno i corsi intensivi? Al via la Legge Iori
I corsi intensivi erano stati già annunciati, ma fino al 3 luglio mancava il via libera del Miur, giunto invece in questi giorni. In questo modo si chiude il percorso della Legge Iori e si definisce la procedura che andrà seguita, in modo che le università si possano organizzare per proporre i corsi.
Il corso di 60 CFU ha come scopo quello di far conseguire un titolo, idoneo per il conseguimento della qualifica, anche a coloro che non siano in possesso della laurea L-19.
Al corso intensivo di formazione potranno partecipare i lavoratori inseriti nelle amministrazioni pubbliche dopo il superamento di un concorso per educatore, ma anche coloro che hanno svolto l’attività di educatore per un minimo di tre anni, anche non continuativi. Potranno inoltre prendere parte ai corsi intensivi tutti i lavoratori in possesso di un diploma di scuola superiore conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 presso un’istituto di scuola magistrale.
I corsi saranno somministrati dalle Facoltà sia in sede che da remoto e prevedranno il conseguimento di 60 CFU, necessari per il conseguimento del titolo.
I crediti formativi saranno così redistribuiti:
- 32 CFU per i settori M-PED/01 Pedagogia generale e sociale, M-PED/02 Storia della pedagogia, M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale, M-PED/04 Pedagogia sperimentale;
- tra i 6 e i 10 per i settori disciplinari M-PSI/01 Psicologia generale, M‐PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione, M-PSI/05 Psicologia sociale;
- da un minimo di 6 ad un massimo di 10 per le aree M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche, M-FIL/01 Filosofia teoretica, M-FIL/03 Filosofia morale, MFIL/06 Storia della filosofia, SPS/01 Filosofia politica, SPS/07 Sociologia generale, SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi, IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico.
Il percorso si chiuderà inoltre con un project work che assegnerà 12 CFU e concluderà l’iter per diventare educatore professionale socio-pedagogico. Si sosterranno quindi alcuni degli esami della laurea L-19, che permette di ottenere la qualifica e dopo questi esami si sarà in grado di esercitare la professione.
Di seguito vi alleghiamo il parere espresso dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca completo, in modo da visionarlo per esteso:
Per i 60 CFU scattano le polemiche sui social
In verità la Legge Iori era stata già approvata, sollevando sin dalla sua prima proposta un vespaio di polemiche da ogni fronte. La legge ha dovuto percorrere un lungo iter e solo dopo ben 6 mesi è giunta la sentenza del Miur che ha così permesso di avere le linee guida su come organizzare i corsi.
Indipendentemente da questo il post della senatrice PD Vanna Iori ha sollevato tantissime polemiche, che provengono soprattutto dal mondo universitario.
Coloro che sono in possesso di una laurea lamentano di vedere sminuito il proprio titolo di studi, dal momento che si tratta di una sanatoria che porta non pochi problemi. Il mercato del lavoro per il settore in questione è infatti saturo, non vi sono grandi sbocchi professionali e la Legge Iori farà perdere ancora di più importanza al titolo di studi.
I laureti lamentano infatti la brevità del percorso, che prevede solo 60 CFU, qualche esame e un lavoro finale. Una preparazione che risulta ben diversa da quella che hanno invece loro che hanno conseguito il titolo di studio professionalizzante per il quale sono serviti anni di studio.
In un primo momento la Legge Iori aveva suscitato entusiasmo, dal momento che dava importanza alla categoria e portava gli educatori ad essere riconosciuti. Ma il suo inserimento nella Legge di Bilancio 2018, le modalità con cui verranno somministrati i corsi, i pochi esami e i conseguenti pochi CFU hanno fatto perdere ogni tipo di apprezzamento. Si è arrivati così a svilire la proposta e farla diventare solo un piccolo passo per accedere alla professione.
Il parere del Miur ha quindi sollevato un grande malcontento, facendo tornare alla mente di tutti come la proposta sia diventata sempre più un modo semplice per lasciare tutto come prima.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Educatori, via libera del Miur ai corsi da 60 CFU: Vanna Iori lo annuncia su Facebook
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