El concierto
- Autore: Ulises Rodríguez Febles
- Genere: Musica
“Diles que te ha sentado en el Malecón.” (Pag. 53)
I Beatles sono stati un simbolo della loro epoca.
Il gruppo di Liverpool iniziò un’avventura mondiale negli anni sessanta.
Le canzoni del quartetto ruppero una monotonia di suoni, scatenando la vivacità giovanile e soprattutto un desiderio di ribaltare la vecchia e polverosa politica sociale di tante nazioni. Certo, era un periodo di crescente benessere e la voglia di divertirsi e di recuperare spazi per i giovani era tanta.
I Beatles diventarono un fenomeno di massa. Il leader del gruppo era John Lennon, assassinato nel 1980.
El concierto (Ediciones Alarcos, La Habana, 2004) dell’autore cubano Ulises Rodríguez Febles ci fa conoscere come i Beatles s’insinuarono perfino in una nazione in pieno distacco dal mondo occidentale: Cuba.
All’epoca una band di ragazzi cubani si scatenava in concerti con la musica dei Beatles. Intorno a loro i giovani habaneri mostravano un interesse, si riunivano insieme, cantavano e ballavano. A qualcuno non piaceva e furono fermati, in modo addirittura violento.
Sono trascorsi tanti anni, i ragazzi si sono divisi, sono degli uomini maturi, tutti con una propria vita. Che è rimasto di quel sogno, di quell’aspirazione di cambiare?
Il testo teatrale inizia da qui.
Il leader del gruppo era El Jhony. Vive ancora con la famiglia, in un paese, nel quale tutti hanno un commercio alternativo, egli vende il sapone. Si sente incompiuto, incompreso. Il tarlo del passato, di come l’esistenza sarebbe dovuta essere, lo mortifica.
Il tempo è cambiato. Ciò che era vietato come americano, ora è parte della cultura cubana.
Nel Vedado ora c’è una statua di John Lennon seduto su una panchina. Fu inaugurata nel 2000 dallo stesso presidente Fidel Castro:
"Ciò che lo rende grande, ai miei occhi, è il suo pensiero, le sue idee"
ha spiegato il leader cubano.
"Condivido completamente i suoi sogni. Anch’io sono un sognatore, che ha visto i suoi sogni tramutarsi in realtà …"
Ma anni prima le autorità avevano idee opposte.
El Johny tenterà di completare il suo sogno e cercherà di coinvolgere tutti gli ex amici.
Li incontrerà uno a uno per pregarli di riunirsi un’ultima volta insieme, e suonare il loro concerto finale alla presenza di un insolito John Lennon.
Ma sono tutti cambiati, il loro passato non esiste più nulla, celato anche ai loro parenti e rimosso dalle loro menti.
Ora sono dei piccoli borghesi, con famiglia, moglie, figli, sono rassegnati, nulla rimane di una visione lontana.
El Carnicero ora è macellaio, guadagna e mangia. Ha una moglie e un suocero sempre sporco di sangue. La sua vita è cambiata, i sogni sono finiti ma ora riesce ad avere delle scarpe nuove:
“Antes de empezar en esto tenía unos que heredé de mi tio que había muerto. Los zapatos de un muerto!” (Pag. 25)
El Escorpión è sposato, ha un figlio El Joven, il quale ha lo stesso atteggiamento del padre da ragazzo: vuole suonare la musica non gradita al genitore. El Escorpión lo minaccia, deve dedicarsi alla musica convenzionale. È proprio un mondo cambiato, rovesciato.
El Leader è il più sfortunato: colpito da malattia, vive come un vegetale accudito dalla madre.
A tutti El Johny istilla il desiderio, la voglia di un ultimo scatto di ribellione, di mostrarsi ancora giovani.
John Lennon è finalmente arrivato a Cuba. È morto anni prima:
“… un tipo como tú nunca muere … El que murío fue el otro, el hijo de puta que te disparó.” (Pag. 10)
però El Johny ha trovato il sostituto.
L’opera è una speranza uccisa in un mondo soffocante.
Negli anni sessanta i giovani erano in attesa di Lennon a Habana.
È un’allegoria, per Lennon era impossibile all’epoca andare a Cuba; il libro disegna un sogno, la fantasia di un mondo migliore, di un contatto con un mondo lontano.
È rivivere un momento di nostalgia, un frammento di vita andata, il quale non si vuole ricordare. Tutti noi abbiamo un sogno infranto dalla triste realtà, ma perché arrendersi. Un concerto anni prima è stato interrotto dalla polizia, ora chi ha ancora un minimo di dignità dovrebbe riprenderlo.
Esattamente non sappiamo quello che accade, qualcuno soffrì molto, altri riuscirono a svignarsela, ma da quel momento si persero di vista e non si cercarono più.
Il testo è di forte intensità, da recitare con enfasi da una compagnia di attempati uomini con un ricordo bello e spaventoso. Di fronte abbiamo un sentimento comune di tanti ragazzi maturati malamente, tutti noi siamo destinati a fallire rispetto ai nostri sogni.
El Johny è scoraggiato, ha una profonda paura di invecchiare, di rimanere solo, di non essere riuscito a realizzare il suo sogno:
“Éramos unos muchachos con muchos deseos de triunfar.” (Pag. 41)
Intorno a un tema comune a tutto il mondo c’è Cuba, dalla passione forte e a volte contradditoria.
Il padre di El Johny è il simbolo e recita:
“En este país hay muchas gentes a las que hay que admirar. Hombres verdaderos. Hombres sin manchas.” (Pag. 36)
Per un paese sempre in pericolo, con un nemico vendicativo a pochi chilometri, la paura di essere invasi non arriva solo dalla Baia dei Porci. C’era la minaccia di avere una gioventù contaminata, perciò le autorità combattevano perfino i Beatles presunti antirivoluzionari i quali apparivano a un altro mondo, cantavano in inglese, una musica totalmente diversa dai ritmi caraibici.
L’errore è nel credere che i giovani degli anni sessanta avrebbero barattato la loro libertà con la musica, ritenendoli incapaci di resistere. L’unica aspirazione era la stessa di tutti noi: viaggiare conoscere apprendere.
I tanti temi sono tutti legati da una rappresentazione dei singoli personaggi combattuti fra il passato e dal presente. Solo El Johny è rimasto intatto, non ha mai elaborato il lutto della fine della gioventù e per questo pagherà.
Scritto con passione, l’autore ha scelto di scandire i singoli personaggi accompagnandoli da altri minori, i quali esaltano la loro personalità dei primi. El Johny ha la madre e il padre. El Escorpión un figlio ribelle. El Carnicero la moglie e un rozzo suocero. Sono le scene ambientate nella macelleria a colorare l’opera. El Johny e El Carnicero si ritrovano e cominciano a scuotersi e a riprendere il loro indimenticabile passato, dall’altra c’è la moglie, la quale rompe, è noiosa, brontolona, gli ricorda gli obblighi del marito, del padre. E poi c’è il suocero, il proprietario della macelleria, il quale potrebbe togliergli il lavoro, facendogli perdere un benessere difficile da riconquistare. Fuori scena ci sono i maiali pronti a essere uccisi e il suocero il quale urla di correre ad aiutarlo. Ecco il nuovo mondo di El Carnicero.
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