Tempo fa pubblicai sul mio blog personale un articolo in cui dichiaravo la mia assoluta preferenza per il disco fisico rispetto alla cosiddetta “musica liquida”. Lo stesso discorso può essere fatto anche per i libri. Viviamo nell’epoca della crescente smaterializzazione, ma ritengo che il libro, quale oggetto fisico, superi di gran lunga gli equivalenti digitali, come gli e-book et similia. E ciò per molte ragioni, che vorrei elencarvi.
- 1. Il piacere fisico: il libro è un oggetto materiale, ha una massa e occupa uno spazio nella realtà; in una parola, esiste. Questo è il suo vero punto di forza, nonché la differenza fondamentale (e ovvia) rispetto agli equivalenti digitali. Un libro può essere tenuto tra le mani, non è un insieme anonimo di dati informatici.
- 2. La curiosità: la persona che legge un libro in un luogo pubblico, come ad esempio in metropolitana, desta la curiosità degli altri accaniti lettori, che cercheranno in tutti i modi di indovinarne il titolo dalla copertina o dal dorso, magari quale spunto per una piacevole conversazione. Un e-book reader non può mai destare la medesima curiosità (e per qualcuno magari è un pregio!).
- 3. Il collezionismo: è un altro imbattibile punto di forza, che si spiega da sé. I libri possono essere collezionati, ordinati per genere o autore, sistemati e spostati a piacimento. Vedere la propria collezione crescere è un piacere che nessun equivalente elettronico potrà mai regalare.
- 4. Il rituale: leggere un libro presuppone un rituale, che preannuncia e amplifica il piacere. Il libro va estratto dalla libreria, eventualmente spolverato, infine dispiegato. Terminata la lettura, va riposto assieme ai suoi simili, con religioso ossequio.
- 5. La grafica: ogni casa editrice ha una propria grafica riconoscibile già a una prima occhiata. Basti pensare al classico formato degli Oscar Mondadori, o al carattere utilizzato dalla Einaudi, oppure allo stile essenziale e d’impatto della Adelphi. Le copertine, poi, sono un vero e proprio segno distintivo, come ad esempio quelle di Ferenc Pinter per la Mondadori negli anni Sessanta e Settanta. L’e-book, invece, uniforma tutti i libri nel medesimo, anonimo formato elettronico.
- 6. Le librerie: qui si potrebbe aprire un discorso lunghissimo. Basti dire che acquistare libri da un negozio on line non può neppure lontanamente eguagliare il piacere di perdersi in una libreria. Sul punto non temo di essere smentito.
- 7. La lettura meditata. La pagina cartacea è più duttile di una elettronica. Risulta più facile ritornare indietro, soffermarsi, confrontare un punto con un altro, sottolineare, lasciare un segnalibro.
- 8. L’usato (parte prima). I libri non muoiono mai, hanno sempre una seconda o una terza vita. Possono essere venduti, regalati o scambiati con altri collezionisti. Anche a distanza di quarant’anni li puoi trovare sui banchi polverosi di un mercatino dell’usato, magari facendo un ottimo affare.
- 9. L’usato (parte seconda). In tutta Italia si trovano bancarelle dei libri usati. A volte, specialmente nelle grandi città, sono installazioni permanenti, che da anni fanno parte dell’arredo urbano. In altri casi sono temporanee, magari stagionali. Se si sa cercare bene è possibile portarsi a casa a prezzi irrisori veri e propri tesori, dai classici a opere rare o mai ristampate. Il catalogo degli e-book, per quanto vario, non potrà mai coprire la grande varietà dell’usato cartaceo, che non risente delle richieste del mercato.
E voi cosa ne pensate? Volete aggiungere qualche argomento a sostegno, o magari a confutazione, della mia tesi?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elogio del libro (cartaceo): perché vince sull’ebook
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