Femminicidio di Rossana Gabrieli

Rossana Gabrieli ha preso in esame il fenomeno del femminicidio da una prospettiva sociologica inedita. Il frutto della sua ricerca è il saggio Femminicidio. Storie di vittime e di assassini (Elemento 115 Editore, 2017). Una lettura rigorosa e interessante che apre gli occhi su stereotipi radicati, indicando nuovi campi di indagine per una prevenzione efficace. La trattazione segue tre direttive con un’argomentazione precisa, stringata e accattivante, malgrado la serietà dell’argomento.

In primo luogo Rossana Gabrieli sgombra il campo dai pregiudizi che, collegando la violenza di genere a disagi socio-culturali-economici, hanno imposto l’identikit dell’uomo violento. Dati alla mano, fissa un punto chiave. Poiché il machismo alligna sia nelle società patriarcali sia in quelle capitalistiche, il femminicidio non affligge solo i cosiddetti Paesi arretrati. Ogni uomo può diventare un potenziale persecutore e ogni donna una potenziale vittima, nel perimetro di una famiglia normale. Il Paese europeo con il più alto tasso di incidenza di femminicidi vi sorprenderà.

In secondo luogo, il focus illumina le nuove frontiere delle neuroscienze e della genetica molecolare riguardo il libero arbitrio.
La domanda è: l’individuo è libero e responsabile delle proprie azioni oppure è predeterminato nel suo agire? Una questione tanto affascinante quanto spinosa dalle complesse implicazioni penali ed etiche. La ricerca di una risposta potrebbe spiegare in termini innovativi il comportamento deviante. Questa è la direzione che ci viene indicata dall’autrice per attuare politiche di prevenzione, educazione e informazione in grado di incidere sul tessuto sociale.

A seguire, una panoramica degli stili di attaccamento per riflettere sull’origine dell’aggressività. Un cameo dedicato a Lorenz colpisce per la chiarezza cristallina delle sue intuizioni non solo sull’aggressività, ma anche su macro-dinamiche della società contemporanea.

L’ultima parte contiene i risultati di un’analisi comparativa dei casi campione di soggetti, attualmente detenuti per il reato di femminicidio, che hanno accettato di sottoporsi per questa trattazione a test psicodiagnostici e colloqui specialistici. I dati raccolti rispondono all’esigenza di scandagliare il nesso tra devianza e sessualità.
Non troverete i colori sgargianti della spettacolarizzazione mediatica, che accompagna casi tristemente noti, ma osservazioni di prezioso rigore. Anche perché in Italia il fenomeno non è mai stato studiato in modo sistematico dalle istituzioni, né dal mondo accademico che ha privilegiato il versante patologico del problema.
Un libro da leggere e regalare che merita visibilità.