“Il destino di una famiglia” è il sottotitolo de Gli anni di cristallo (Tre60 2021, titolo originale Zeit aus Glas, traduzione di Francesca Gimelli), secondo dopo Gli anni della seta (Tre60, 2020) dei quattro volumi della saga “Gli anni della seta” della scrittrice tedesca Ulrike Renk, che ha venduto oltre 300 mila copie in Germania rimanendo in vetta alle classifiche per settimane.
“Non avrebbe mai dimenticato il 9 novembre 1938, le immagini si erano impresse a fuoco nella sua memoria. Le fiamme ardenti che divampavano dalla sinagoga”.
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Era appena terminata una notte violenta e densa di tragedia. Anche a Krefeld, cittadina della Renania dove viveva la famiglia Meyer composta dal padre Karl, dalla madre Martha e dalle figliolette Ruth e Ilse, si erano verificati quei pogrom antisemiti scatenati in molte città della Germania e dell’Austria nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. Fatti successi in seguito all’attentato condotto l’8 novembre dal diciassettenne ebreo-polacco Herschel Grynszpan contro il diplomatico tedesco Ernst vom Rath a Parigi, episodio che fu utilizzato come pretesto dalla propaganda nazista per scatenare le violenze contro la popolazione ebraica della Germania.
Ruth e la sorella tredicenne Ilse avevano passato la notte dalla famiglia Aretz, in centro. Hans Aretz per molti anni era stato l’autista del loro padre, licenziato quando, in seguito alla promulgazione delle Leggi di Norimberga nel settembre del 1935, Karl Meyer, in quanto ebreo, non aveva più potuto avere dipendenti ariani. Le giovani Meyer, con passi frettolosi si dirigevano verso il loro quartiere, domandandosi con angoscia, che fine avessero fatto i genitori e la nonna. Giunte davanti alla loro abitazione, le ragazze con orrore e raccapriccio si erano accorte che la loro amata casa non era stata risparmiata da quella notte di cieca e bruta violenza. La porta di casa divelta e lanciata in mezzo alla strada, l’abitazione era stata devastata con i rubinetti lasciati aperti e tutti gli oggetti conservati con cura, come i libri del padre, danneggiati. Una totale desolazione, le camicie brune, primo gruppo paramilitare del Partito Nazista, che avrebbe svolto un ruolo di rilievo nell’ascesa al potere di Adolf Hitler, “avevano fatto le cose in grande”. Ma i vandali non avevano trovato il diario di Ruth, nascosto dalla giovane in mansarda. Ruth era corsa a prendere il diario per conservarlo in una tasca del cappotto. Come per miracolo le ragazze avevano scorto da lontano la sagoma paterna. Forse la casa non sarebbe stata più la stessa ma la famiglia Meyer era ancora viva e unita, anche se presto o tardi andava presa la decisione di abbandonare la propria Patria, che non riconosceva più alla pari tutti i suoi figli.
I nazisti si accanivano soprattutto nei confronti dei commercianti ebrei di successo, come Karl Meyer, quindi la situazione si faceva ogni giorno più precaria, e chi, tra la comunità ebraica, aveva lo sguardo lungo, seppur con dolore abbandonava tutto per rifugiarsi negli Stati Uniti. I Meyer decisero di andarsene solo quando in Germania non ci fu più alcun futuro per loro, anche se la possibilità di ottenere il visto di espatrio era difficile.
Oggi vi sono altri profughi in condizioni analoghe e l’autrice, attraverso la storia di Ruth, invita il lettore a riflettere su questo, perché l’atroce storia non debba ripetersi.
“Per potere emigrare occorrono soldi”.
Con il secondo volume della saga “Gli anni della seta”, prosegue l’appassionante racconto della storia di Ruth Meyer (1921-2017), le cui esperienze di vita dimostrano non solo la “banalità del male”, ma come il bene possa trionfare sul male.
“Ce la faremo. Insieme”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli anni di cristallo: in libreria il secondo volume della saga della scrittrice tedesca Ulrike Renk
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