Happy. L’incredibile avventura di Keith Richards di Massimo Del Papa

“Nessuno come lui. In oltre settant’anni, ha superato davvero ogni limite. E Keith Richards è ancora qui, non smette di suonare, di creare, di interpretare la vita con quel suo stile improbabile e unico. Questo ritratto è un atto di affetto in ordine sparso, a zigzag per le sue avventure.“

Capelli arruffati, faccia scavata con un ghigno perennemente incazzato, tetro e magro che agita la chitarra sul palco a torso nudo: basterebbero queste poche parole per ritrarre Keith Richards, il Pirata, l’altra anima dei Rolling Stones, la band storica più longeva, travolgente ed estrema della storia del rock. Anarchico, fuorilegge, perennemente sulla strada sbagliata disseminata di droghe, denunce, arresti, con i medici che, nel corso della sua vita, gli dicevano che sarebbe morto di lì a poco (mentre è andato lui ai loro funerali), un artista che alla veneranda età di 73 anni continua a vivere con un coltello tra i denti, ogni giorno come se fosse l’ultimo. È la musica ad averlo salvato dalle dannazioni e la sua chitarra ad averlo fatto risorgere più di una volta.

Massimo Del Papa, giornalista e scrittore, è stato una firma prestigiosa e storica del Mucchio Selvaggio. Ha lavorato con il Messaggero ed il Resto del Carlino occupandosi di cronaca e di misteri italiani, mafia, terrorismo, stragi. Dal 2011 collabora con la testata Lettera 43. In questo piccolo volume dal titolo Happy. L’incredibile avventura di Keith Richards, l’autore racconta la storia di un’icona della musica, un demone poetico con una grande e disperata voglia di vivere. Con molto affetto lo definisce un fuorilegge, un bandito.

Keith è stato e rimane un fuorilegge che, per combinazione, sapeva suonare la chitarra, sapeva comporre.

Keith Richards, nato nel 1943 a Dartford nel Kent, già a sedici anni conosceva i riff di Chuck Berry, il suo unico e vero idolo musicale. Con i Rolling Stones, un gruppo di spiantati in fuga dal conformismo neoindustriale inglese che ha scoperto una via di salvezza nel blues, brucerà tutte le tappe del successo in poco tempo. Dagli anni della fame, imprecando contro la guerra e inveendo contro i tedeschi, responsabili delle catastrofi del tempo, all’esplosione di vita negli Stati Uniti con le signore del rock Tina Turner e Aretha Franklin sul palco accanto a lui e a Mick Jagger. Le sue trasformazioni, i suoi eccessi, le droghe e il matrimonio con la giovanissima Patti, la bionda coniglietta di Playboy che sposerà quando di anni ne aveva quaranta e che lo renderà padre di due bellissime bambine (oggi modelle di successo). Il ritorno della band alla fine degli anni ottanta, dopo la crisi, anni maledetti nei quali gli artisti dei periodi precedenti furono in difficoltà; il mercato chiedeva solo dischi che si vendessero e i Rolling non avevano mai seguito la moda, ma l’avevano sempre dettata. Keith e Mick ripartiranno insieme sorprendendo tutti, rifinendo negli studi di Londra Steel Wheels, un disco che piacerà.

Gli Stones non erano finiti! No, eccoli ancora a stupire con le loro esibizioni sul palco. Combattenti non reduci.

Dall’America al Giappone, dal Brasile e l’Argentina all’Europa, alla notte di Roma del 2007 con Martin Scorsese tra il pubblico, che avrebbe realizzato di lì a poco il film documentario Shine a Light. Sul palco Keith, sempre più pirata, unico con la sua chitarra. Un artista morto e risorto più volte ma sempre al servizio della musica. Un ribelle severo, figlio della guerra, cresciuto tra le macerie e i bombardamenti, con la musica dei figli della guerra, il blues, il rhythm and blues e il soul.

“Oscuro e vitale, dionisiaco ma essenziale, Keth è certamente autodistruttivo ma mai vittimistico, un romantico che tiene a bada l’esistenzialismo e il nichilismo: non conosce l’apocalittica nausea del vivere, tutt’altro, divora ogni giorno con fame inesausta.”

Un saggio sincero e appassionante per chi voglia saperne di più e per chi voglia iniziare a conoscere. Il racconto di una vita sopra le righe di un musicista solcato da rughe profonde, dagli sguardi ora feroci ora tenerissimi, un puro animale sul palco dirà l’amico Tom Waits, che sa imbracciare la chitarra come un mitra o sfiorarla come il corpo di una donna.