I grandi tradimenti della storia
- Autore: Domenico Vecchioni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rusconi Libri
- Anno di pubblicazione: 2024
Per Dante è il peccato più grave contro chi si fida – parenti, patria, ospiti, benefattori – e chi se ne macchia ha il gelo nel cuore. È il tradimento. In agguato nei rapporti interpersonali, emblema delle nostre debolezze o aspirazioni, di una vocazione opportunistica o disinteressata, è una costante della vita e della storia perché nessun animale, osservano filosofi e pensatori, è più traditore dell’uomo. Difficile dare una definizione univoca a un comportamento che copre l’inganno, la menzogna, il doppiogiochismo, l’adulterio, l’abiura, l’infedeltà politica, patriottica, amicale. Altrettanto difficile ricondurlo a una causa sola, ma un aspetto mette tutti d’accordo: sul traditore grava quasi sempre lo stigma morale, “lettera scarlatta” di un’azione infamante. Fatta eccezione per i voltagabbana, quei trasformisti della politica che non passano mai di moda. Eppure avete mai pensato a quanti traditori hanno cambiato il corso della storia, infranto alleanze, riscritto il destino di intere nazioni? E se la chiave interpretativa di figure iconiche a tema fosse diversa dall’opinione comune? Ce ne parla Domenico Vecchioni nel saggio I grandi tradimenti della storia, in libreria dal 20 settembre per Rusconi Libri Editore.
Dopo la laurea in Scienze Politiche e una carriera diplomatica di alto profilo (ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d’Italia a Cuba), Domenico Vecchioni collabora con riviste di politica internazionale, storia, intelligence e con “BBC History/Italia”, senza contare più di una trentina di pubblicazioni tra saggi, monografie e biografie di personaggi straordinari del XX secolo che nel bene o nel male hanno fatto la storia. Dopo Storie insolite della seconda guerra mondiale (2020), I misteri della storia (2021) e Suez (2023), questo libro è la quarta collaborazione con Rusconi Libri Editore.
Il tradimento a maggioranza politico-militare è l’indicatore privilegiato per esaminare il profilo di 24 traditori celebri, più noti che conosciuti o rimasti all’ombra della Storia. La carrellata risponde alla necessità di tratteggiare il quadro storico di riferimento, l’ambiente in cui l’apertura al tradimento si fa strada, eventuali comprimari e le motivazioni che lo sostengono, spesso estranee alla triade denaro-invidia-potere, con la disinvoltura di un testo divulgativo. Lo sguardo si rivolge soprattutto a quella sintesi dei contrari che è la spia, costretta a tradire un paese per servirne un altro. Ve ne presentiamo alcuni.
Il primo a entrare in scena è Giuda Iscariota, il traditore per eccellenza che il Sommo Poeta fa maciullare dalle tre bocche di Lucifero insieme a Bruto e Cassio. Accantonato il fronte evangelico, il suo tradimento viene presentato secondo una prospettiva politica e psicologica sullo sfondo della difficile convivenza tra Romani e Giudei.
Quando si tinge di rosa, il tradimento flirta con la psichiatria tra esperienze traumatiche, desiderio di rivalsa, frustrazioni e richiami ancestrali. Tale Dorothy O’Grady, la massaia britannica priva di un passato politico e dell’allure che ci aspetteremmo da una spia, durante il secondo conflitto raccolse motu proprio informazioni sensibili da trasmettere alla Germania. Quanto a spirito di iniziativa non scherza nemmeno Linda Tripp, la devota repubblicana lasciata in panchina sotto la presidenza Clinton che spifferò le confidenze di un’esuberante stagista. Ricordate Monica Lewinsky? Una ragazza di origini nipponiche integrata nel tessuto sociale americano nella Seconda Guerra mondiale contribuì in modo insolito alla causa del Giappone. Voce calda e sensuale, nome in codice “Rose Tokyo”: siete curiosi? Chiude il quartetto femminile Ana Belén Montes, anche lei statunitense ma di origini portoricane, che svolse un’intensa attività di spionaggio per l’intelligence dell’Avana. Il suo tradimento contro gli Stati Uniti sembra riconducibile all’ambiente famigliare e all’utopia di costruire il mondo migliore propagandato da Fidel Castro.
Lasciamo Cuba perché si chiama Unione Sovietica il miraggio politico che spinse un esponente dell’establishment britannico a diventare agente doppiogiochista per Mosca. Una scelta che Kim Philby pagò in silenzio a caro prezzo. Tra i campioni di camouflage sociale ecco a voi Klaus Fuchs e Sergej Degaev. Il primo è un brillante fisico tedesco di fede marxista che negli anni Trenta del Novecento ottiene la cittadinanza britannica, viene arruolato dagli americani nel progetto “Manhattan” per la costruzione della bomba atomica e vende il suo know-how all’Unione Sovietica. Il suo slancio ideale riposto nella squadra avversaria ricorda quello dei Rosenberg, la coppia modello di ebrei americani al soldo di Mosca durante il maccartismo. Il secondo sembra un personaggio di Dostoevskij: immaginate un anarchico russo che diventa informatore della polizia zarista, ne combina di cotte e di crude, scappa sotto falsa identità negli Stati Uniti dove inizia una nuova vita come docente di matematica.
Ancora più rocambolesca fu la vita di due agenti segreti americani corrotti dallo spionaggio russo prima e dopo la caduta del comunismo, Aldrich Ames e Robert Hanssen. Dietro una facciata insospettabile degna di Fuchs, le loro performance doppiogiochiste danneggiarono gravemente CIA ed FBI in termini di informazioni, immagine, vite umane oltre alla sicurezza nazionale. Ma il loro nemico fu l’avidità, un’ottima stoffa per confezionare un traditore, e un ménage famigliare piuttosto impegnativo. Il suo nome è passato a indicare per antonomasia i governi collaborazionisti asserviti agli occupanti stranieri. Parliamo di Vidkun Quisling, il fascista norvegese che in un eccesso di zelo consegnò la Norvegia alla Germania prima che ne fosse ultimata l’invasione territoriale. Parafrasando Goebbles, Domenico Vecchioni lo fulmina come un "utile idiota".
Quando la palla passa alla letteratura, scopriamo il caso di cronaca che fornì ad Alexandre Dumas il soggetto per Il conte di Montecristo. Un gruppo di amici, una ragazza contesa bella e ricca, avidità, invidia, tradimento e una vendetta sorda che ignora il perdono. Sarebbe piaciuto anche a Pupi Avati.
Amate i paradossi? Converrete che il tradimento politico alla Talleyrand – che nell’interesse della Francia fece un uso disinvolto della diplomazia –, in termini di efficacia dribbla quello di Bruto, il congiurato, perché l’uccisione di Cesare volta a salvaguardare la Repubblica accelerò l’avvento dell’Impero.
A volte il tradimento sembra rispondere a un bisogno di giustizia personale come per la fonte anonima che accese la miccia del Watergate, lo scandalo di spionaggio elettorale che a Nixon costò la presidenza. In altre solleva la protesta contro un sistema corrotto con quella rabbia scomposta generata dalla delusione, perché il colonnello del KGB Vladimir Vetrov vantava un curriculum impeccabile prima di diventare una spia. Talvolta incarna l’eroismo di chi tradisce la patria per riscattare un’intera nazione: ne è un esempio Claus von Stauffenberg, l’esecutore materiale di uno dei numerosi attentati contro Hitler passato alla storia come operazione Valchiria. Combattuto tra il peso del tradimento e quello della coscienza astenendosi dal metterlo in atto, optò per la seconda soluzione: un bel dilemma che la sua etica cattolica contribuì a sciogliere.
Von Stauffenberg entra dunque nella storia della Germania come un eroe e dopo la guerra il suo operato sarà celebrato e ricordato [...] Una placca commemorativa ricorda il suo sacrificio e ogni anno, nel giorno dell’anniversario, anonimi cittadini non mancano di ornarla con i fiori più belli. Una rara luce ha brillato nella cupa notte del Terzo Reich nazista. Von Stauffenberg non ha tradito, è stato Hitler a tradire il popolo tedesco!
Altre sorprese vi attendono. Generali pronti a tradire la loro bandiera, un rivale del Bonaparte altrettanto ambizioso e più fortunato, una talpa vicino al cancellierato tedesco, un pacifista pentito o forse no fino al "tradimento pasticciato" di Badoglio in uno dei momenti più bui per l’Italia.
I grandi tradimenti della storia di Domenico Vecchioni è una lettura documentata, avvincente, scorrevole e ricca di sorprese di un grande divulgatore. Da leggere e regalare.
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Agli appassionati di storia e spionaggio con particolare attenzione per il Novecento.
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