Pochi giorni fa la RAI ha trasmesso una breve fiction che ripercorre la storia di un uomo che ha dedicato la sua vita alla diffusione della cultura, Alberto Manzi, il famoso maestro di “Non è mai troppo tardi”.
Fin da giovane docente innovativo e sensibile, aveva iniziato la sua esperienza di lavoro presso il carcere minorile “Gabelli” di Roma per poi passare alla Facoltà Universitaria e tornare, infine, alla sua vera passione, la scuola elementare. Manzi insegnò dal dopoguerra fin verso gli anni Ottanta, ma ebbe una speciale popolarità con “Non è mai troppo tardi” la trasmissione che andò in onda alla RAI dal 1960 al 1968 con lo scopo di incentivare l’alfabetizzazione di adulti che non sapevano né leggere né scrivere. Il successo della trasmissione stava nella carica umana del maestro che si serviva di pochi oggetti, di semplici disegni, ma sapeva comunicare con efficacia.
I libri di Alberto Manzi
Fu autore di numerosi libri, tra cui “Orzowei” dal quale fu tratta una serie televisiva: un romanzo d’avventura per “ragazzi dai nove ai novantanove anni”. E’ la storia di Isa, un bambino bianco abbandonato nella foresta del Sudafrica e allevato come un figlio da un guerriero e da una vecchia nutrice appartenenti ad un’antica tribù. Il bambino, per la sua pelle chiara, non riesce a farsi accettare da altri membri del gruppo che iniziano a chiamarlo “Orzowei” ovvero “il trovato”. Alcuni gli sono così ostili che Isa decide di allontanarsi e rifugiarsi nella foresta. Da qui tante avventure che val la pena di leggere.
Tra gli altri libri di Manzi ricordiamo “Gugù”, in cui l’autore affronta il tema della condizione di bambini e adolescenti latino–americani che egli aveva potuto ben conoscere in uno dei suoi numerosi viaggi. Poi è la volta di “Tupiriglio”, un ragazzino con qualche difficoltà di comprensione. Lui capisce un po’ a suo modo. Se la mamma gli dice di “dare una mano a qualcuno”, lui pensa di doversi privare di una delle sue mani. Un racconto all’apparenza ironico ma con insita una grande verità: non sono i piccoli a non capire, ma siamo noi grandi a non farci comprendere. Va menzionato anche “Grogh", storia di un castoro adatta ai piccoli lettori dai nove anni in su.
Per ricordare Alberto Manzi è stato inoltre scritto da sua figlia Giulia “Il tempo non basta mai”, libro che fa riscoprire la figura di quest’uomo che, a cinquant’anni dall’esperienza che lo ha fatto conoscere all’Italia, risulta assolutamente moderno. Mai come oggi, in questa società dai ritmi troppo veloci ma, al contempo, in crisi economica ed umana, gli insegnamenti di Alberto Manzi risultano toccanti. Se allora quel maestro che più volte fu esaminato dal Consiglio Disciplinare era considerato “controcorrente”, oggi, invece, il suo pensiero è attuale e di insegnamento per noi docenti. E’ un insegnante che noi in cattedra vorremmo tutti accanto e il cui rivoluzionario giudizio dato ai bambini
“Fa quel che può, quel che non può non fa”
ci mette in discussione e ci fa riflettere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I libri di Alberto Manzi, il nostro maestro
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