Il piccolo di papà. Storia di un’infanzia nell’Irlanda del Bloody Sunday
- Autore: Tony Doherty
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nutrimenti
- Anno di pubblicazione: 2022
“Ehi, hanno sparato a tuo padre”, disse Gutsy, proprio mentre stavo per tirare." (pag. 203)
Anche se fa di tutto per non crederci è in questo modo che Tony Doherty viene a sapere della morte del genitore. Siamo nell’Irlanda del 1972, Natale è passato da poco più di un mese, e i parà dell’esercito inglese hanno appena scritto una delle pagine più ignobili della loro storia: la “domenica di sangue” (Bloody Sunday per gli annali) lascia per strada tredici manifestanti per i diritti civili, Patrick Doherty fra questi.
Il piccolo papà. Storia di un’infanzia nell’Irlanda del Bloody Sunday, (Nutrimenti 2022, traduzione di Maria Antonietta Binetti) è il romanzo toccante e politico che suo figlio Tony gli dedica idealmente. La vita quotidiana di una famiglia proletaria degli anni Sessanta, intrecciata a quella di una nazione e di una generazione in armi per giustizia e libertà: è questo il triplo crinale attraverso cui si dispiega Il piccolo di papà. Dalla tenue spensieratezza dell’infanzia – i giochi di strada con amici e fratelli (cinque), la “banda”, il calcio, la scuola, il “rito” periodico del taglio dei capelli, l’attesa di Natale – alla tragedia di un conflitto che spezza l’incanto, irrompe in crescendo nella vita dell’autore. Come scrive Riccardo Michelucci nella sua introduzione al romanzo:
“L’infanzia di Tony Doherty finì all’improvviso una domenica di gennaio del 1972. Una giorno di festa che era sfociato in uno dei più gravi massacri compiuti dall’esercito britannico in Irlanda del Nord. Una strage di cittadini inermi della classe operaia di Derry, commessa alla luce del sole durante una marcia di protesta del Movimento per i diritti civili. Quella maledetta domenica migliaia di uomini, donne e bambini avevano manifestato pacificamente per le strade della città, reclamando uguaglianza e pari dignità sul lavoro, il diritto alla casa e la fine del voto per censo, all’epoca ancora in vigore nella piccola provincia britannica […] Tredici uomini erano rimasti uccisi, alcuni freddati alle spalle, un altro mentre teneva le braccia sulla testa in segno di resa. Altre quattordici persone furono ferite gravemente e una di esse sarebbe morta alcuni mesi dopo.” (pag. 9)
La citazione è lunga ma in anni di memorie corte e di coscienze assopite, sarebbe indispensabile non dimenticare. Prima di ogni altro aspetto, il fatto che Il piccolo di papà sia un memoir rende la sua lettura indispensabile. Peraltro Tony Doherty non lesina belle sorprese nemmeno nella forma: la prosa è nitida, coinvolgente quanto basta per fare del suo romanzo, un romanzo piacevole anche da leggere.
“Balzavo con gli occhi da uno all’altro, ma lui non c’era. Solo zie, zii e vicini di casa. Mamma mi passò davanti senza guardarmi e si fermò sull’entrata del soggiorno mentre la casa piombava nel silenzio: “Il vostro papà è morto. L’esercito gli ha sparato”. Ricaddi seduto sugli scalini, mi presi la testa fra le mani e cominciai a piangere stropicciandomi gli occhi. “Bastardi! Bastardi! Quei fottuti bastardi”, urlò Patrick dal soggiorno." (pag. 208)
Dopo avere militato tra le file dell’Ira, Tony Doherty è stato decisivo per la campagna che ha portato alla riabilitazione delle quattordici vittime del Black Sunday e alle scuse ufficiali del governo inglese. Il piccolo di papà ce lo rivela anche come scrittore molto capace.
Il piccolo di papà. Storia di un'infanzia nell'Irlanda del Bloody Sunday
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