Immagina i corvi di Luigi Sorrenti

“Immagina i corvi” di Luigi Sorrenti è un romanzo di oltre 500 pagine, letto in tempi da record, che mi ha fatto appassionare ad un genere che prima non amavo molto, coinvolgendomi fin dalle prime pagine, creando una sensazione di inquietudine mista a curiosità.

Cosa successe realmente nel 1986 a Spinòsa, piccolo paesino della Puglia? La siccità, la chiusura mentale, gli stormi di corvi e una serie di omicidi, si trovano uniti in un intreccio di credenze popolari, superstizioni, paure e segreti. Tutta la popolazione è coinvolta, dai bambini agli adulti, ai più anziani. Tutti sono chiamati a rispondere delle proprie azioni. Solo una voce fuori dal coro. Un finale che lascia senza parole.

I capitoli saltano dalla storia di un personaggio a quella di un altro, invogliando a proseguire nella lettura per tentare di districare i nodi. L’autore, Luigi Sorrenti, intervalla la narrazione rivolgendosi direttamente al lettore ed è ciò che maggiormente coinvolge e spaventa. A volte anticipa addirittura i contenuti, lanciando come bombe notizie assolutamente inaspettate. Chiede di immaginare cosa sia successo, quelle immagini prendono forma e a volte appaiono così reali che è necessario fermarsi un attimo e prendere fiato.

«I corvi, il Male, Dio, il Diavolo, l’uomo, la morte. Appassionatamente stretti in un caldo e soffocante abbraccio nel tuo paese.
Immagina un bimbo seviziato e il suo cadavere finito, non si sa come, nel giardino di un’abitazione maledetta.
Immagina un delitto in un luogo chiuso. Porte e finestre sono sbarrate dall’interno. E nessuno avrebbe potuto uccidere in quelle condizioni e nessuno sarebbe potuto fuggire. Eppure è accaduto.»