Assistiamo a una sollevazione indignata da parte del mondo della scuola e non solo, per fortuna, in seguito all’episodio avvenuto in un Istituto Tecnico Industriale di Palermo: un video girato dagli alunni di una seconda classe che confronta le Leggi razziali del 1938 con il decreto sicurezza varato dall’attuale governo nei confronti degli immigrati. La professoressa, in seguito ad un tweet della sottosegretaria all’Istruzione, è stata sospesa dal servizio per 15 giorni e si è vista dimezzare lo stipendio.
Un episodio a mio avviso inaudito e di estrema gravità. Nei suggerimenti ministeriali che riguardano lo studio della storia, si fa esplicito riferimento all’importanza di abituare gli alunni all’attualizzazione dei temi proposti per suscitare senso critico nei confronti del passato e ovviamente del presente.
Nei miei lunghi anni di insegnamento di italiano e storia proprio in un Istituto tecnico, nel cui ordinamento le due materie sono le uniche davvero formative della coscienza civile e del senso critico degli studenti (non ci sono filosofia, storia dell’arte, letterature straniere, storia economica, ecc), mi sono sforzata, per lo più con successo, di fornire ai miei alunni un’informazione quanto più aperta possibile all’attualità, proprio per rendere la materia storia, così trascurata anche dalle recenti decisioni di toglierne la traccia specifica agli Esami di Stato, materia apprezzata e studiata con metodi consoni alle mutate identità dei ragazzi.
Il video girato dagli alunni testimonia la sensibilità professionale della professoressa, in grado di intercettare le nuove competenze degli alunni e di saperle valorizzare.
La lettura di romanzi, saggi e testimonianze, la visione di film, i viaggi nei lager, la visita a monumenti che fanno memoria di violenze e stragi del secolo scorso sono indispensabili per raccontare la storia, ma lo sono altrettanto le riflessioni dei ragazzi che respirano il presente e sanno darne testimonianza con i mezzi di cui dispongono.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Insegnante sospesa a Palermo: considerazioni di una docente
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