Io ti salverò
- Autore: Anna Lavatelli
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Orecchio Acerbo
- Anno di pubblicazione: 2017
“Io ti salverò” (Orecchio acerbo, 2017, illustrazioni di Cinzia Ghigliano) di Anna Lavatelli, racconta la vera, straordinaria storia di Rin Tin Tin (1918-1932), il pastore tedesco più famoso di tutti i tempi.
“Halloween. Parigi. Cimitero dei cani. Notte di strani movimenti... Come ogni anno, uno di noi racconterà una storia. Questa volta è il mio turno”.
In una notte piena di magia e mistero, un cane pastore tedesco aveva iniziato il suo racconto.
“È successo tanto tempo fa, in un luogo dove tenerezza e devozione sembravano morte per sempre”.
Nel 1918, durante la Grande Guerra nel territorio che va tra la Mosa e il Reno, migliaia di soldati erano morti per pochi metri di terra e con loro donne e bambini e cavalli. “E cani”. Il soldato americano Lee Duncan veniva dal sole caldo e beato della California, un paese che la guerra non aveva toccato. Quando il milite, con un pesante zaino sulle spalle, era giunto in quella zona di combattimento, una donna del luogo gli si era avvicinata dicendogli:
“Ecco Rintintin e Nenette, ti porteranno fortuna!”.
La gentile signora gli aveva appuntato sul petto due strani pupazzetti di lana. Il soldato, il quale aveva preso in braccio una bambina vestita con un grembiulino a quadretti, aveva notato alcuni bambini che giocavano con gli stessi pupazzetti. Nella Lorena, una regione della Francia nord-orientale, in un freddo giorno di settembre, Duncan era stato inviato a cercare un luogo idoneo per una pista di atterraggio. Era un posto pericoloso, perché le linee tedesche erano a pochi passi. Lee cercava di avanzare con circospezione con il suo fucile in mano.
“Le sue orecchie, tese a ogni sussurro, sentirono i nostri guaiti...”.
Quattro cuccioli di cane si erano nascosti sotto un ponte divelto di legno,
“io annusai il suo odore di bravo ragazzo e mi feci avanti”.
Le mani di Duncan avevano afferrato con delicatezza uno dei cagnolini dicendogli “Ti salverò, piccolo cucciolo coraggioso”. Mentre gli aerei nemici ronzavano sopra di loro Duncan aveva preso i cuccioli, uno di loro, il più affettuoso, lo aveva chiamato Rintintin.
“Io non avevo paura. Frugavo nella sua giacca”.
Lo squadrone del soldato aveva accolto con entusiasmo la cucciolata e i militi, dopo tanto orrore, sembravano tornati bambini. Una fotografia li ritraeva tutti con i quattro cani presenti. Duncan e Rintintin appena potevano, stavano sempre insieme. La guerra era finita, la pace era tornata e Duncan era rientrato in patria. Lee aveva capito che il suo cane era speciale e per questo motivo voleva farne, nel luogo dei sogni di celluloide, un artista. Tra il cane e l’uomo era nata un’intesa profonda.
“Un mio sguardo e lui ci leggeva sono pronto”.
Con il nome Rinty, il cane partecipò a uno show ripreso in un filmino amatoriale. Un produttore cinematografico lo aveva visionato offrendo al cane e al suo padrone un contratto. In quel tempo, i film erano muti: occorreva possedere azione ed espressività e Rinty ne aveva da vendere. Duncan scriveva per il suo cane storie belle e intense. Era iniziata per l’animale una lunga carriera ricca di successo e soddisfazione.
La storia del famoso cane attore è il pretesto per sottolineare l’affetto sconfinato ed esclusivo che i nostri amici animali sanno donarci.
“Ma nel cuore di Duncan io sono rimasto sempre il più amato”.
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