L’uomo che sussurrava al futuro. Lucio Dalla in 100 pagine
- Autore: Roberta Maiorano
- Genere: Musica
- Anno di pubblicazione: 2010
Non è che abbia sempre detto/scritto bene di Lucio Dalla: troppo difficile da inquadrare, troppo trasversale ai generi, troppo istrione, troppo frequentatore del funky-jazz, persino troppo musicista e troppo cantautore anomalo per i miei gusti. Ormai penso lo sappiano anche i muri: a me la ballata piace old fashion, chitarra e poesia al prezzo di uno, oppure ferro & fuoco, di stampo sociale. Levato quello della parentesi civile con il poeta Patrizio Roversi (“Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa”, “Automobili”), il Dalla che ho apprezzato al pari dei padri storici della canzone di contenuto, sta tutto nella trilogia inarrivabile data da “Com’è profondo il mare” (1977), “Lucio Dalla” (1979) e “Dalla” (1980). Dopo di che, più pop che sostanza, a mio modo di vedere e con tutto il rispetto che devo comunque alla statura dell’artista.
Con la schiettezza che gli era propria, una volta Pierangelo Bertoli mi disse che a parte Lucio Dalla e Ivan Graziani, i cantautori italiani erano tutti dei balbuzienti della chitarra (lui compreso). Credo che anche Lucio, in fondo, lo sapesse: se la cavava meglio con la melodia che con le strofe. Non aggiungo altro, ma non mi va di unirmi alla scia (insopportabilmente sbrodolosa) di celebrazioni post-mortem.
A monte di ogni ulteriore discorso va detto che - malgrado il focus da fan (peraltro dichiarato) - anche “L’uomo che sussurrava al futuro” si sottrae ai peana. Il volumetto è un’analisi dalliana in 100 pagine (il diktat è imposto dalla collana) curato da Roberta Maiorano per Aereostella. Un excursus agile e puntuale al contempo che certo non esaurisce il discorso sul musicista, ma ne ripercorre con onestà le tappe discografiche fondamentali: dai primi giri di impronta beatnik, all’impegno sociale attraverso le prime collaborazioni importanti (Paola Pallottino, Sergio Bardotti, Patrizio Roversi), alle ballate “in proprio” come cantautore a-tipico, non sempre ispirato ma sempre e comunque sincero, in assoluta fedeltà alle idee, alla voglia, alla curiosità del momento. Nel libro della Maiorano (giornalista, collaboratrice del mensile “Jam”) tutto fa brodo (però senza malafede, in maniera quasi "innocente") a far brillare di luce propria la discografia dalliana: dai commenti alle canzoni, alle dichiarazioni ad hoc dello stesso; persino (tra le righe) la sintetica cronistoria degli anni e i giorni coevi alla pubblicazione degli album.
"L’uomo che sussurrava al futuro" è un vademecum "dallacentrico" scorrevole, discreto, che evita di darsi arie e di citarsi addosso. Ci sarebbero anche un altro paio di valori aggiunti: il formato maneggevole e il prezzo abbordabile (appena 12 euro).
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