Su Tuttolibri speciale Estate, il glorioso inserto letterario della Stampa, la scrittrice campana Monica Acito, appena trentenne, già autrice del romanzo Uvaspina, pubblica “La buona educazione”, un racconto breve ma capace di spiazzare il lettore, nel mio caso la lettrice ex prof di lettere, che incontra un mondo della scuola, una classe di scuola media milanese, del tutto inedita.
Al centro del racconto la prof. Macri, trentanovenne, con una vita amorosa poco ricca e molto discontinua:
“I professori, secondo gli alunni, di dividono in professori che scopano e professori che non scopano”.
Sin dall’incipit del racconto si capisce che la scrittrice si serve di un linguaggio disinibito, fa frequente ricorso a termini dialettali, molto efficaci, descrive una professoressa poco motivata, affamata, costretta in un monolocale milanese dove per non essere murata viva evade con avventure sessuali poco gratificanti, mentre è ostaggio del dileggio degli alunni, che ne criticano la scarsa competenza, l’inutile severità, mai rivolta allo studente Sannicandro, figlio di un carcerato. La spiegazione del canto di Ulisse non appassiona nessuno degli alunni, tutti presi dal cellulare su cui “tiktokkeggiano” indisturbati.
Il finale del racconto è inatteso, cattivo quanto basta, la risposta adeguata da un mondo della scuola abbandonato a se stesso, deprivato di dignità, condannato al disprezzo sociale. Monica Acito, nell’immettersi nel genere dedicato alla scuola (non a caso sceglie come esergo una frase di De Amicis tratta da Cuore) dà un contributo originale, anche se la sua storia non rallegra.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La buona educazione”: uno spiazzante racconto di Monica Acito sul mondo della scuola su Tuttolibri speciale Estate
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