La danza degli errori di Michela Lillo

La danza degli errori (Scatole Parlanti, 2024) è una raccolta di tredici racconti originalissimi e sorprendenti, un esordio narrativo notevole che fa ben sperare per i prossimi lavori di questa autrice. Michela Lillo, milanese, scrive per la pubblicità e collabora a sceneggiature di cortometraggi e video musicali. Una danza di errori nelle lettere, parole che sembrano fluttuare in una musica di sottofondo, ed ecco che l’imprevisto delle consonanti o vocali inesatte assume un’occasione differente, dando alla storia narrata un significato diverso.

L’errore è una disattenzione nell’applicazione di una regola; quante scoperte sono nate da un errore? Un errore lessicale in un testo darebbe senso e potrebbe essere adeguato alla forma linguistica? La successiva correzione inventerà una nuova storia, come nella volontà della nostra autrice, piena di talento, fin dal suo primo racconto nel quale narra di Fernando, siciliano, e della sua pasticceria nel profondo sud di Milano. Indossava il grembiule tutte le mattine all’alba nel suo laboratorio e lavorava gli impasti cantando. Una telefonata di un compagno di classe con la richiesta della realizzazione di una torta a tre piani lo porterà ad avere paura, quella profonda che ti gela legata alla sua terra d’origine. Come risolverà ? La risoluzione sarà in uno degli ingredienti della torta alla panna: dopotutto rimaneva il miglior pasticciere di Milano.

E la danza delle parole riprende con la fede incrollabile di una suora- suola, in La suola devota, e dopo i tanti anni trascorsi rinchiusa in convento continuava a pregare Dio che le si manifestasse. Sapeva di essere la sua diletta, la prescelta. La dolce estasi la coglieva la mattina ai primi raggi di sole e con Lui percorreva le strade della città.

“Dopo anni di clausura, la pelle che la ricopriva era tesa e logora, sottile fino a diventare quasi trasparente."

Fin quando l’arrivo di una nuova sorella non creò incertezze e dubbi.

“Io vengo da molto lontano e ho calpestato le strade di tutto il mondo insieme a geta giapponesi, stivali lapponi di foca, scarpe russe di corteccia intrecciata. Ho imparato che la fede è il modo in cui, dalla notte dei tempi, i padroni fanno le scarpe ai propri servitori. Non esiste nessuna ricompensa per noi suole nell’aldilà, ma solo il freddo metallo della Ruota.“

E dopo Avanzi di galera, Un onore pungente ecco La cattiva fame, la breve storia di una coppia di influencer con il loro destino legato a migliaia di follower. Primo istinto appena svegli guardare lo smartphone, controllare i like, pensare ad una diretta. Il resto della giornata trascorrerà guardando i numeri del countdown. Come andrà la festa in un grande supermercato a mezzanotte tra composizioni di frutta e fontane di cioccolato? Li vedrà colpevoli di uno schiaffo alla povertà che li condurrà al centro di una gogna mediatica.

E poi Una testa di razzo, la vicenda della piccola Sun-min. Chiusa in camera da settimane intenta a memorizzare i nomi dei comandanti dell’esercito della Grande Repubblica, per volontà del padre, il Grande Leader e scortata dal capo dei servizi segreti era fuori per un’escursione. Quale sorpresa le aveva fatto oggi il padre? Un uomo che non le aveva mai rivolto la parola se non nelle cerimonie militari e con una madre con la quale gli incontri erano sporadici. Era cresciuta ed era stata educata lontana dai genitori, seguendo i principi del regime, da una maestra privata. La sorpresa quel giorno era che avrebbe dovuto premere il pulsante ed assistere al lancio del più grande missile balistico intercontinentale, detto il Mostro, con la fanfara in sottofondo, tra gli applausi del pubblico.

“Cittadini e cittadine. Da quando sono nata, io non ho mai potuto giocare. Pensavo che diventare il capo del Paese sarebbe stato divertente. Invece è noioso, e mi sento molto sola. E ora, vorrei un gelato”

E fu così che vorrei un gelato divenne nel giro di poco tempo in tutto il mondo i have a dream.

La danza degli errori ha una trama intelligente, singolare che strizza l’occhio all’ironia con i colori diversi nelle parole che cambiano il significato, e che portano alla danza delle parole. Un’immagine che racchiude il ricordo filosofico di un passo di Nietzsche, bisogna avere un caos dentro di sé, e a volte il dubbio e l’ironia vanno di pari passo.