Arrivano dati contrastanti dall’indagine sulla lettura dell’Aie, l’Associazione italiana editori, presentata al Salone del libro di Torino 2021. I dati infatti riportano una forte discrepanza che indica una spaccatura nel Paese. La ricerca "Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani" realizzata in collaborazione da Aie e Cepell, il Centro per il libro e la lettura, è stata presentata oggi in un convegno proprio al Salto 2021, una delle più importanti fiere dell’editoria italiana, tornata finalmente in presenza dopo gli anni più cupi della pandemia.
Ma cosa emerge dall’analisi dei dati della ricerca? Una spaccatura nel Paese e la realtà di fatto di un mercato sempre più concentrato e polarizzato. Sebbene infatti la buona notizia è che la vendita dei libri è in crescita, (l’Adei, l’associazione degli editori indipendenti, riporta risultati eccellenti registrati quest’anno che testimoniano una crescita del 28% del fatturato rispetto al 2020), la brutta notizia è che si registra un brusco calo dei lettori: parliamo di circa il 10%, dal 65% del 2019 al 59% nel 2020, al 56% di quest’anno.
Ma cosa succede e perché esiste questa situazione?
Differenze tra lettori forti e deboli, tra nord e sud
Come mai si vendono più libri ma le persone che leggono diminuiscono sempre più? Come è possibile? Succede questo: i lettori forti leggono e acquistano sempre più, i lettori deboli sempre meno. Se i lettori forti si aggiravano intorno a una media di lettura di 14 libri l’anno nel 2020, nel 2021 hanno alzato l’asticella a 17 libri. Chi è che legge, dunque? Chi può permetterselo, e perciò risulta vero che le differenze geografiche, anagrafiche, di genere, di reddito, le disparità nella società italiana pesano anche e molto sulla lettura.
C’è una grande differenza anche tra le regioni settentrionali e quelle meridionali:
nelle prime il calo dei lettori tra il 2019 e il 2021 è stato dal 63% al 59%, nelle seconde dal 41% del 2019 al 40% del 2020 e al 35% del 2021.
La fascia dei giovanissimi fra i 15 e i 17 anni è quella dove si è registrato il calo più evidente durante l’epidemia.
Aumenta invece rispetto al 2019 il tempo dedicato alla lettura: se due anni fa a leggere almeno un’ora al giorno era il 9% della popolazione, oggi è il 15%.
Il divario tra chi legge e chi non legge si fa sempre più profondo, e i dati emersi da questa ricerca non sono affatto incoraggianti, considerando il fatto che è necessario un assoluto cambio di rotta. La lettura è indispensabile per la formazione e crescita personale e sociale, e non dovrebbe essere un privilegio.
Che ne pensate? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La lettura in Italia: ecco i dati dell’indagine Aie al Salone del libro di Torino
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A mio avviso in questa indagine manca il dato riguardante il prestito nelle biblioteche pubbliche.
A mio avviso in questa indagine manca il dato riguardante il prestito nelle biblioteche pubbliche.