Quando la scelta non lascia altra scelta. Dietro la trama di La scelta di Sophie si cela un’autobiografia in grado riportarci indietro nel tempo, al periodo post bellico quale riflesso degli orrori del secondo conflitto mondiale. In questa pellicola cinematografica la regia di Alan J Pakula sembra scivolare dolcemente sulle ruvide righe di William Styron, il cui inchiostro pagina dopo pagina dona un’insolita armonia al dispiegarsi di una storia fatta di contrasti, amore e grovigli difficili da decifrare.
La scelta di Sophie: di cosa parla?
Link affiliato
In una New York propensa a fare i conti con gli esiti della grande guerra e della crisi finanziaria del ’29, un giovane di nome Stingo è guidato dal suo forte desiderio. Ha un sogno nel cassetto: diventare scrittore, ma per realizzarlo non può restare nell’aperta campagna dalla quale proviene, in Virginia. Da lì si allontana in cerca di nuove opportunità. Perché cos’è l’America se non la terra delle grandi occasioni?
Lo scenario di fronte al quale si dipinge la nuova vita del giovane americano sembra tuttavia celare dietro l’angolo più sfumature di quante la sua immaginazione non sia in grado di partorire per i suoi romanzi, dando così adito a un’imprevedibilità contro la quale la ragione non ha che da arrendersi. Infatti una volta trovata la dimora dove abitare, in compagnia dei suoi progetti, la cerchia delle sue relazioni e la sete di novità non lasciano alcuna chance di scelta circa le nuove persone che in maniera tempestiva si catapultano nella sua vita newyorkese.
Senza neanche il tempo di assaporare il cambiamento in corso, il suo udito viene magneticamente attratto da grida sconosciute provenienti dal piano di sopra, che non tarderanno a cedere il posto a quelle due sagome sconosciute che recano con sé un passato turbolento, Sophie e Nathan. Durante il prosieguo del racconto i tre protagonisti troveranno non solo il modo di intrecciare le loro storie e le rispettive esperienze, ma anche l’opportunità di dar vita a uno strano mosaico, tramite il quale ripercorrere i sentieri dolorosi dell’animo umano.
Dal libro al film
Se la penna di Styron dona luce a un’esperienza realmente vissuta, l’occhio vigile del regista restituisce a chi desideri vederlo un’eleganza senza eguali, rispetto alla quale il cinema con maggior consapevolezza dona allo spettatore la realtà di quelle che furono le scelte imposte durante il conflitto mondiale. Tra queste quella di Sophie, interpretata da una strepitosa e giovane Meryl Streep, in grado di creare un tutt’uno tra l’occhio di chi vede e il dolore di chi ha realmente vissuto una così brutale esperienza.
Un racconto nel quale l’amore materno viene spezzato dalla ferocia dell’uomo. Una storia che, se nel libro dona una strana protezione consentendo un limite e una scelta circa il contenuto immaginativo, nel film viceversa ci pone di fronte l’indicibile realtà di chi ci ha preceduto. Un’occasione per prendere consapevolezza di un qualcosa che non si dovrebbe mai più ripetere e dinanzi alla quale la scelta dovrebbe essere una sola: l’amore per la vita.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La scelta di Sophie: dal libro al film
Lascia il tuo commento