Come si diventa responsabile dell’ufficio diritti in una casa editrice? Di cosa si occupa esattamente questo professionista? Lo abbiamo chiesto a Mara Bevilacqua, ex assistente all’ufficio diritti della Fanucci Editore, ora freelance con la sua agenzia MaBeL Agency e collaboratrice dell’agenzia letteraria Librandum
In una casa editrice ci sono moltissime figure professionali e mansioni da assolvere. Oltre alle più comuni che ci vengono in mente quando si pensa al lavoro editoriale, come il redattore, l’editor o il grafico impaginatore, ci sono figure più misteriose, meno conosciute che svolgono però un ruolo altrettanto importante e soprattutto molto interessante.
Andiamo a scoprire di cosa si occupa un responsabile dei diritti d’autore in una casa editrice attraverso le parole di un’esperta del settore.
- Allora Mara, parlaci, prima di tutto, di cosa si occupa un ufficio diritti in una casa editrice, così da chiarirci le idee sulle mansioni di questa interessante figura professionale.
Cominciamo col dire che il compito che può assolvere un ufficio diritti non è uno solo, anzi sono tanti e diversi.
1) Vendere i diritti
L’ufficio diritti di una casa editrice (media e/o piccola, per la mia esperienza) ha il compito di (cercare di) vendere all’estero i diritti di traduzione in altre lingue dei propri libri, in primis. A questo si aggiungono i diritti secondari, ovvero la pubblicazione della traduzione in edizione economica, in edizioni speciali per i book club, su antologie e/o riviste, nonché i diritti cinematografici/teatrali/radiotelevisivi, digitali, audio, multimediali e di merchandising. Il "libro" non è che una delle manifestazioni possibili dell’idea o della storia che io in realtà vendo/compro. Bisogna sfruttarle, in senso buono, tutte anche per poter ampliare il target a cui far arrivare questa idea o storia.
2) Public relations con gli altri uffici diritti
Per fare questo, l’ufficio diritti instaura, mantiene e cura rapporti con gli uffici diritti e gli (acquiring) editor delle case editrici straniere e con gli agenti letterari.
3) Gestione contrattuale
L’ufficio diritti si occupa, inoltre, della contrattualistica: una volta ricevuta l’offerta per il libro proposto si passa alla negoziazione delle clausole del contratto e infine alla stesura dello stesso. Dopodiché, nei mesi successivi, si passa a controllare che clausole, tempistiche e pagamenti vengano rispettati, e così negli anni, finché non scade il contratto.
4) Lavoro di scouting
Piuttosto spesso, ed è una parte che a me piace molto, l’ufficio diritti fa anche un lavoro di scouting, dato che è a strettissimo contatto con le editrici estere e i loro cataloghi. Nel mio caso specifico, infatti, mi occupo anche di fare una prima scrematura delle proposte che ci arrivano e di cercare titoli interessanti per i nostri cataloghi. E a questo si affianca anche un lavoro di ricerca, se possibile, di sovvenzioni per i costi di traduzione e pubblicazione, quindi lo studio dei bandi relativi o prendere contatti con ambasciate, associazioni, istituti culturali ecc. Inoltre preparo i materiali in inglese, schede, catalogo, recensioni importanti da tradurre. Poi l’ufficio diritti va alle fiere editoriali e finalmente guarda in faccia tutti questi indirizzi mail!
- Quali sono gli skills che si devono possedere per poter diventare un responsabile ufficio diritti di successo?
A me è servita una certa pignoleria e gusto per le investigazioni, ma questo perché al momento collaboro con delle case editrici che non avevano avuto modo di organizzare un vero ufficio diritti, per cui nei primi mesi è stato un lavoro di creazione del database - una creatura in crescita continua - e la cosa ha significato davvero giornate da detective, per trovare chi fa cosa e come contattarlo senza arrendersi agli indirizzi info@. Mi sono anche divertita a farlo, ho trovato siti interessantissimi e ringraziato mille volte al giorno santo Google!
Tra l’altro, ho notato che in alcuni Paesi, Stati Uniti o Europa del Nord, non hanno problemi a mettere organigramma e mail in una sezione apposita; invece, ad esempio in Francia, sembra che le case editrici siano disabitate! Ma mi pregio di dire che pochissime caselle sono rimaste vuote!
Un ufficio diritti deve saper vendere, ovviamente. Non ti crederà nessuno se proporrai il tuo libro come "il più tutto" quindi il giusto mezzo anche qui ha un valore importante: bisogna trovare le parole adatte a far passare i pregi del titolo, i suoi punti di forza e i sicuramente ottimi motivi per cui dovrebbero comprarlo senza scadere nel trito, nel ridicolo ed evitando che, leggendo la tua scheda, alla persona si alzi il sopracciglio per l’incredulità infastidita.
A me piace occuparmi di questo settore dell’editoria - a cui sono arrivata per caso, dato che la mia preparazione era più che altro redazionale - perché ci ritrovo tutti gli aspetti di questo mondo che preferisco: poter parlare di libri continuamente, spiegarti perché questo libro è bello, perché vale la pena, cosa lo rende unico, farti vedere quanto mi è piaciuto - se mi è piaciuto -, convincerti a comprarlo, a puntare su di lui (avrei voluto fare la libraia, in effetti)... e poi a me piace l’aspetto internazionale, destreggiarmi in inglese, pensare che sto creando tutti questi minuscoli ponti tra i quattro angoli del globo...
- Che differenza c’è tra fare l’ufficio diritti freelance e farlo per una casa editrice specifica?
La stessa del fare un lavoro che ti mette a contatto con una persona sola o con X per volta. Se sei l’ufficio diritti di un’unica casa editrice tutti i compiti di cui abbiamo parlato prima li moltiplichi per 1. Nell’altro caso, per il numero dei tuoi clienti. E non si tratta solo di una moltiplicazione quantitativa: si moltiplicano anche i generi che tratti e di conseguenza le tipologie di case editrici che devi contattare.
Se faccio parte dell’organico della casa editrice PincoPallo che fa libri per bambini, per quanto sia un mondo vastissimo - quasi a sé nell’editoria - tratterò con case editrici per bambini, o comunque i miei referenti apparterranno a questo settore. Se sono una freelance e curo i diritti di una casa editrice di saggistica che si occupa, per dire, di diritti umani, storia contemporanea o un argomento specifico. E poi mi occupo di una casa editrice che pubblica libri di enogastronomia è facile capire che dovrò rintracciare nel mondo case editrici che trattano diritti umani + storia contemporanea + argomento X + enogastronomia e instaurare e curare rapporti con tutte. E non è che siano una per settore né tanto meno una per Paese!
Diciamo che come freelance sono più a rischio schizofrenia e soprattutto del mio terrore segreto: sbagliare indirizzo come mittente!! Non è ancora capitato, per fortuna. Ovviamente, fare l’ufficio diritti per più case editrici ti permette col tempo di avere un panorama più vasto e completo dell’editoria mondiale, e la conoscenza quanto più ampia possibile di questo universo è il fulcro di tutto. Più sai, più puoi proporti ad altre case editrici (o usare da te questa conoscenza, se, come me, stai iniziando a fare anche l’agente letterario).
- Che percorso formativo consiglieresti per diventare ufficio diritti? Qual è la situazione attuale per chi fa il tuo lavoro?
Come ho accennato prima, sono arrivata a fare l’ufficio diritti per caso. Dopo la Laurea ho fatto un corso specifico per lavorare nell’editoria che mi ha dato una preparazione a 360° ma da cui sono uscita essenzialmente come redattrice. Poi, lavorando in una casa editrice romana, un giorno mi è stato chiesto di occuparmi di questo aspetto. Ora non lavoro più lì ma grazie a quell’esperienza, piuttosto intensa e proficua, ora posso propormi come foreign rights manager, che è una figura meno frequente del redattore, va detto.
La mia formazione come ufficio diritti, quindi, è stata totalmente sul campo. Ho imparato facendo, e sbagliando. Mi sono buttata (mi hanno buttata) e alla fine ho sbrogliato la matassa. Ora posso dire che so fare questo mestiere, per quanto la formazione sia continua, basti pensare a tutte le questioni riguardanti gli ebook. Soprattutto, mi piace questo mestiere, lo faccio e lo studio quotidianamente.
- Dicci a bruciapelo tre pro e tre contro del tuo lavoro
- Pro:
1. Parlo con editor vietnamiti! A parte la battuta, adoro tutto il lato "internazionale", avere contatti con il mondo intero, con la cultura del mondo intero.
2. Posso parlare tutto il giorno di quello che amo, e imparo l’arte diplomatica di parlare bene anche di quello che non amo.
3. Quando qualcuno dà fiducia al libro che hai proposto e decide di comprarlo per il suo Paese: quando lì leggeranno una storia che hai amato sarà anche merito tuo e questo mi fa felice.
- Contro:
1. Capisco che siamo tutti tanto impegnati, ma detesto non ricevere risposta alle mail, nemmeno dopo il terzo recall, a volte. Sarà che io rispondo subito e sempre, ma a volte manca un po’ di netiquette, diciamo. (E mi irritano quelli che sbagliano il mio semplicissimo nome, quando io mi faccio in quattro per azzeccare accenti e nomi astrusi!)
2. In quanto freelance, sono pagata a provvigione. E ho detto tutto.
3. A volte mi manca un po’ il contatto diretto, scrivere di libri mi piace, ma poterne parlare a voce è tutta un’altra cosa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lavorare come ufficio diritti in una casa editrice: intervista a Mara Bevilacqua
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