È aristocraticamente impegnato a verseggiare, bere come se non ci fosse un domani, fare parkour da un letto all’altro il conte di Rochester (1647-1680), incorreggibile libertino morto poco più che trentenne sotto la Restaurazione inglese per le sue dissolutezze, sifilide compresa. Chi meglio di Johnny Depp poteva interpretarlo sul grande schermo? Mi riferisco al film The Libertine diretto nel 2004 da Laurence Dunmore.
Sappiate però che il libertino non ha sempre fatto del vizio la sua stella polare, perché il termine ha una matrice filosofica. Scopriamone l’origine e lo sviluppo in letteratura.
Libertino e libertinismo: l’origine del termine
Nel Seicento libertinismo indica l’attitudine mentale dei filosofi che sciolgono i legami con autorità e tradizione. Recita la Treccani:
Insieme delle dottrine degli ’spiriti forti’ o ’liberi pensatori’ del Seicento che, in Italia, Francia, Olanda e Germania, professavano idee spregiudicate, spesso in contrasto con le Chiese. Non è una dottrina organica, ma è caratterizzato da: la negazione dei miracoli e dell’immortalità dell’anima; la critica delle religioni; il materialismo.
Nel corso del secolo XVIII il termine scivola nel piano inclinato del comportamento sociale. Libertino diventa chi vive una condizione mondana, rifiuta ogni fede trascendente, e soprattutto indirizza la propria vita alla ricerca del piacere materiale. Depotenziata la carica ideologica e filosofica delle origini, il libertino è pienamente inserito nelle strutture della realtà contemporanea che accetta in toto.
Il suo tratto distintivo è sovvertire la morale dominante. La sua sfera d’azione si infiltrisce a quella erotica, terreno di caccia per avventure, nuovi rapporti interpersonali, sensazioni forti. I suoi esponenti veicolano un estremismo che, come vedremo, trascende gli obiettivi dell’Illuminismo in cui è germinato.
Il corrispettivo italiano del Settecento, modellato su Pietro Aretino, rispetto alla Francia si attesta su posizioni meno radicali. I suoi rappresentanti sono avventurieri di varia origine al servizio di corti e salotti europei, ma con piena autonomia psicologica. Basti pensare a Giacomo Casanova, il nostro libertino DOC che talvolta ha pure il vizio di innamorarsi.
Il libertino in letteratura
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Il prototipo antropologico di Manon Lescaut e del suo amante irresponsabile propone un modus vivendi affrancato da ogni legge morale che nel corso del Settecento giunge a un bivio letterario.
Da un lato si irrobustisce il conflitto tra amore-passione e società, destinato a fiorire nel Romanticismo. Dall’altro la ricerca del piacere e la volontà di potenza sfociano nel filone libertino che dà il colpo di grazia al mito illuminista della Ragione e della bontà naturale dell’individuo.
È l’altra faccia dell’Illuminismo il romanzo libertino di Choderlos de Laclos e il Marchese de Sade. Vediamo in breve il motivo.
Come attesta il sottotitolo de Le relazioni pericolose (Les liaisons dangereuses, Ndr) il primo sembra spinto dall’intento morale di documentare la corruzione dei costumi della società aristocratica.
In effetti sia il visconte di Valmont sia la marchesa di Merteuil, raggiunti i loro scopi, fanno i conti con la sconfitta, la morte, la malattia. Invece nel secondo la denuncia sociale latita, in nome di un mondo al contrario dove a trionfare è il vizio.
Facciamo un passo in più. In entrambi gli autori, però, autoaffermazione e dispotismo erotico coincidono. Ciò significa che la Ragione si è trasformata in un strumento di potere per dominare il prossimo a fini personali di egoismo e piacere. Infatti il motore dei loro personaggi è la volontà di affermare le proprie leggi di vita, ben diversa dall’edonismo gaudente e narcisista alla Casanova.
Poco importa che il mezzo sia la crudeltà psicologica o fisica esercitata con sottigliezza, sadismo, perversione perché alla fine la Ragione illuminista – asservita a un progetto amorale e talvolta criminoso come nelle 120 giornate di Sodoma e Gomorra - nega sé stessa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mito del libertino: dal Marchese de Sade al film con Johnny Depp
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