Su La Lettura di domenica 14 agosto è stato pubblicato un racconto di Joan Silber, newyorkese, docente al Warren Wilson College e vincitrice di importanti premi letterari.
Il racconto Che buono quel gelato mette in scena pochi personaggi:
- una donna, la voce narrante, dai capelli grigi coperti dalla tinta,
- suo fratello minore, il cinquantasettenne Saul, colpito da una grave forma di leucemia,
- il compagno e convivente dell’uomo, Kirk, con cui il rapporto ventennale era sempre stato burrascoso.
Ora Kirk, proprietario dell’appartamento che dividono, ha deciso di lasciare Saul, bibliotecario nullatenente, perché si vede con Ethan, un elegante avvocato di Manhattan. La sorella è indignata e ne parla con la giovane convivente Nadia, figlia di un suo ex, che dorme su un divano letto del suo minuscolo appartamento, e prega per la guarigione del fratello di fronte alla statuina di un Buddha con un nastro verde, il colore prediletto di Saul. La narratrice e suo fratello sono ebrei laici, non hanno mai pregato. Eppure Saul, depresso e nauseato per gli affetti della chemioterapia, forse rassegnato a lasciarsi andare, fa una telefonata inattesa alla sorella dandole “una notiziona sorprendente”: era riuscito a mangiare due cucchiaiate di gelato alla menta e ne desiderava ancora. Forse la cura stava funzionando. Potenza della preghiera di Nadia?
Una riflessione sulla religione che, dice la scrittrice in un’intervista, gli americani prendono molto sul serio, qualunque sia la religione a cui si ricorre. Il racconto, fortemente simbolico, è tradotto sul giornale da Maria Sepa, che riproduce i dialoghi scoppiettanti del testo con notevole efficacia.
Il racconto fa parte di una raccolta in uscita il 26 agosto 2022 dal titolo Un’idea di paradiso (66Thand2nd, traduzione di Emilia Benghi).
Un'idea di paradiso
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Malattia e preghiera nel racconto della scrittrice Joan Silber pubblicato su La Lettura
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