Troppe insegnanti donne significa una peggiore performance dei maschi e il perpetuarsi degli stereotipi di genere? Lo studio di Peter Birch e David Crosier dal titolo "Importa se gli uomini non insegnano?" pubblicato sul sito specializzato in questioni educative della Commissione europea ha cercato di sviscerare la questione spingendo alla riflessione.
Guardando ai dati relativi a tutta Europa e all’Italia stessa, si nota come la femminilizzazione del ruolo dell’insegnante sia una realtà consolidata che vede la quasi totalità delle cattedre occupate da donne. Una caratteristica che riguarda anche le cattedre italiane che in ogni ordine e grado vedono le donne in prima fila come insegnanti.
Cosa comporta questo per gli studenti? Di seguito vediamo quali sono le conclusioni a cui sono arrivati con questo studio e le ipotesi che sono state proposte.
L’assenza di professori è un problema per gli studenti maschi?
Oltre alla questione degli stereotipi, che vedremo in seguito nell’articolo, lo studio si occupa anche di ipotizzare quale possa essere la diretta influenza sui ragazzi dell’assenza di docenti uomini. Proprio questo elemento ha fatto molto discutere la stampa straniera e anche quella italiana, date le conclusioni poco fondate a cui arrivano i due studiosi.
I due esperti hanno segnalato come:
alcuni commentatori hanno collegato la mancanza di insegnanti di sesso maschile a un più alto tasso di abbandono precoce da parte dei maschi o all’aumento dei tassi di iscrizione delle ragazze nell’istruzione superiore. Molti affermano che la mancanza di modelli di ruolo maschili nelle scuole influisce sulle peggiori performance dei ragazzi
Queste affermazioni, che riporta anche Repubblica, però non trovano fondamenti scientifici. Ciò che è sicuramente vero è che in Italia i risultati migliori nel diploma di terza media, alla maturità e al test Invalsi li ottengono le ragazze. Per contro, gli abbandoni e le bocciature alle superiori sono appannaggio prevalentemente maschile.
Considerate queste certezze, non ci sono evidenze scientifiche che leghino tutto questo all’assenza di insegnanti uomini nel percorso scolastico.
Donne per più piccoli e adolescenti: uomini docenti universitari
Secondo gli ultimi dati Ocse, le donne hanno quasi un monopolio nelle scuole dell’infanzia di tutta Europa, in cui la media femminile di maestre della scuola di infanzia si attesta al 97%.
L’Italia, dal canto suo, contribuisce ad alzare la media europea col 99% di donne che fanno le maestre della scuola d’infanzia.
Questa percentuale va decrescendo con l’aumentare del grado scolastico, fino a subire un ribaltamento a livelli universitari. Nelle scuole medie superiori le donne alla docenza sono il 67% in Europa e il 69% in Italia. All’università, invece, il trend si inverte bruscamente: solamente il 40% delle cattedre accademiche sono infatti occupate da professoresse, e la cifra cala ulteriormente al 25% quando si arriva ad alti livelli.
Questi dati sembrerebbero, per certi versi, confermare una serie di stereotipi di genere, afferma lo studio.
L’assenza di insegnanti maschi a scuola rafforza e perpetua gli stereotipi problematici su donne e uomini. Così gli studenti apprendono attraverso l’esperienza diretta che il mercato del lavoro segrega gli esseri umani per genere, considera le donne come "assistenti" più idonee rispetto agli uomini e finiscono per non considerare la professione dell’insegnante.
Secondo Birch e Crosier, quindi, l’assenza di docenti uomini impedirebbe la trasmissione del messaggio che anche i maschi possono prendersi cura di bambini e ragazzi, sviluppando le abilità e le conoscenze necessarie per informare e assumere incarichi di tipo didattico con bambini e ragazzi di qualsiasi età.
La domanda che si pone lo studio è:
Come trasmettiamo il messaggio che anche gli studenti maschi possono sviluppare le abilità e le conoscenze per riformare e superare questa disuguaglianza, mentre imparano in un ambiente che è l’incarnazione di tale iniquità?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Maschi “asini” a scuola, colpa delle troppe insegnanti donne? Lo studio dell’Ue
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