Monumenti per difetto
- Autore: Adachiara Zevi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Dalle Fosse Ardeatine alle pietre d’inciampo
Nel settantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto a Roma il 24 marzo 1944, Donzelli editore pubblica un importante e documentatissimo studio sul tema dei monumenti dedicati alle vittime della furia nazista in tutta Europa di Adachiara Zevi, architetta/studiosa e storica dell’arte che ha dedicato impegno civile, competenza professionale e conoscenza profonda di un tema che ha drammaticamente coinvolto la storia europea dagli anni Quaranta del secolo scorso.
“Monumenti per difetto. Dalle fosse Ardeatine alle pietre d’inciampo” recita il sottotitolo del volume, che l’autrice divide in cinque parti, precedute da un’introduzione nella quale sintetizza i temi approfonditi nel volume.
Per iniziare l’autrice spiega cosa si intenda con l’espressione “per difetto”: difetto di
“staticità, ieraticità, persistenza, ipertrofia dimensionale, simmetria, retorica, aulicità di materiali, eloquenza, esproprio delle emozioni”
tanto per citare alcuni termini che la studiosa usa per mettere il lettore in condizione di comprendere come sono fatti i monumenti di cui si accinge a parlare. In effetti il mausoleo dedicato alle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, edificato dopo aver vinto il primo concorso pubblico dell’Italia democratica nel 1945 dagli architetti Perugini e Fiorentino, si pone come non come un oggetto da contemplare ma piuttosto come un percorso nel quale inoltrarsi per riproporre emotivamente il calvario delle 335 vittime innocenti sacrificate nella rappresaglia nazista.
I diversi linguaggi espressivi usati dagli autori, l’espressionismo di Mirko Basaldella che ripropone nei cancelli il groviglio dei corpi dei martiri, la classicità monumentale della statua dei tre uomini dalle mani legate di Coccia, l’asimmetria dei percorsi e l’ordine delle tombe, tutte identiche, testimoniano la ripresa del dibattito sulla architettura interrotto dal fascismo.
Altro monumento commemorativo su cui lavora la Zevi è il Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa, progettato dall’architetto tedesco Peter Eisenman e situato nel centro di Berlino, senza cancelli o confini, un brano di città in cui 2711 pilastri di diversa altezza ed inclinazione vanno a costruire una griglia deformata ed asimmetrica.
Ma la parte forse più interessante del discorso sui monumenti del ricordo è quella dedicata agli “Stolpersteine”, pietre d’inciampo. Ne è l’ideatore l’artista tedesco Gunter Demnig, che sta disseminando l’Europa intera di sampietrini di metallo, murati sul pavimento, su cui è scritto nome, luogo e data di nascita e di morte di ciascuna delle vittime, collocati al portone delle case da cui uscirono per l’ultima volta coloro che furono deportati e uccisi. Le pietre d’inciampo rendono la storia personale, ridanno nome e dignità a quanti ne furono privati dalla furia nazista, ricostruiscono la storia delle città in base ai diversi quartieri da cui partirono i deportati, contribuiscono alla ricostruzione di piccole vicende individuali e soprattutto, ricordando, sono un forte deterrente contro il negazionismo e la dimenticanza.
Il libro offre a storici, artisti, architetti, familiari delle vittime o semplici lettori sensibili un’esauriente panoramica di quanto si è fatto e si continua a fare per conservare la memoria di ciò che è stato: fotografie e riproduzioni di progetti, schizzi e disegni raccontano monumenti e opere d’arte, la “Tower of faces” nel Museo dell’Olocausto di Washington, opera di James Ingo Freed, il Museo ebraico di Berlino di Daniel Libeskind, il Memoriale per i bambini a Yad Vashem, Gerusalemme, di Moshe Safdie e tanti altri monumenti e musei, installazioni e Luoghi della memoria, musei diffusi sui territori.
Nel volume ci sono pagine di storia di Roma nei lunghi mesi del 44 che si conclusero con la strage delle Ardeatine e da cui comincia il percorso della memoria “monumentale” a cui tutti gli architetti attingeranno negli anni successivi, oltre ad un approfondito lavoro sulla architettura “ebraica” della memoria, con contributi interessanti di artisti e pensatori che si sono impegnati su questo tema doloroso ma necessario. Ben quindici pagine di bibliografia di riferimento testimoniano la ricchezza del lavoro che la Zevi ha prodotto, ottimo strumento di studio e testimonianza inattaccabile su quanto è avvenuto in Europa, con buona pace di scettici e negazionisti, sempre in agguato.
I monumenti per difetto
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