Nuovi Racconti Italiani
- Autore: A.A.V.V
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
Le rivendite di libri usati, le bancarelle, le cassette del libero scambio e, per i più “moderni”, i siti che si occupano di libri di seconda mano (e magari anche fuori commercio) sono spesso luogo di scoperte interessanti e di grande valore. Come, ad esempio, questa nutrita raccolta, in due volumi, relegata al limbo del “fuori commercio” dalla definitiva chiusura della casa editrice.
Un vero peccato, perché un’antologia come Nuovi Racconti italiani (Fratelli Melita Editori), se era “nuova” nel 1978, data della sua pubblicazione, oggigiorno rappresenta un vero e proprio classico, comprendendo nomi quali Carlo Cassola, Piero Chiara, Carlo Emilio Gadda, Natalia Ginzburg, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini, Giovanni Testori, solo per nominarne alcuni (facendo necessariamente torto agli altri).
Autori, all’epoca, contemporanei, ma non esattamente “nuovi”: la stessa presentazione li definisce “cinquanta fra i maggiori narratori italiani contemporanei”, attivi già nella prima metà del Novecento. Gli stessi racconti non rappresentano prime pubblicazioni, ma scelte ben precise atte a fornire al lettore un panorama quanto mai vasto e variegato della letteratura nazionale del periodo.
Affrontare questi due volumi, per quanto possa sembrare un’impresa data la loro mole, è un viaggio affascinante e ricco di cambi di direzione, curve, salite e discese. Ciò che accomuna, agli occhi del lettore odierno, i cinquanta racconti, è il gusto di un’Italia diversa, che i più giovani nemmeno hanno conosciuto: l’Italia della semplicità, della lentezza, che iniziava appena a essere corrotta dal sogno del progresso, prima che parte di esso si trasformasse in un incubo. L’Italia senza internet, senza telefonini, con pochissimi televisori e quasi tutti nei locali pubblici, nella quale un semplice contrattempo poteva diventare una tragedia; ma anche un mondo troppo spesso idealizzato: retto e puro, per la maggior parte, solo nella nostra immaginazione.
Leggere questi racconti è un vero e proprio excursus nella storia contemporanea del nostro Paese, con alcuni guizzi nel puro immaginario: prendiamo ad esempio Leonida Rèpaci, che favoleggia una vera e propria sollevazione delle anime dell’aldilà davanti all’indecisione dell’Onnipotente circa il giudizio da riservare a Hitler; o Riccardo Bacchelli, con la sua metafora animalesca della politica; o ancora Goffredo Parise, che inizia a descrivere una banale visita a Vienna, trasformandola poi in un inquietante incubo distopico.
Vi sono episodi di un realismo crudo e meraviglioso: un Pier Paolo Pasolini che descrive la spensierata crudeltà di un gruppo di monellacci romani che si divertono a tormentare gli animali indifesi; un Mario Soldati che evoca odori e sensazioni nel narrare l’incontro con un barbiere con una storia da raccontare; e, in Vasco Pratolini, il lucido ricordo di un ex bambino che, della guerra, ha visto orrori, miserie e perfino codardia di chi vuole salvarsi la vita.
E ancora: la semplice storia di una ragazza della filanda, quasi riecheggiata dalla celebre canzone di Milva, in Bonaventura Tecchi; l’ironia di Luciano Bianciardi nel descrivere un marito di “mentalità aperta”, ma non ingenuo; i racconti di viaggio di Alberto Arbasino e Mario Tobino; il lucido dramma della condizione femminile secondo Giovanni Testori e secondo Alba de Céspedes, il cui racconto risulta ancora oggi dolorosamente attuale, ma fa intravedere una lucetta maliziosa nel finale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nuovi Racconti Italiani
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