Carlo Betocchi dedica la poesia Per Pasqua: auguri a un poeta all’amico Giorgio Caproni. Il componimento è tratto dalla sezione “Dediche” della raccolta L’estate di San Martino pubblicata da Mondadori nel 1961.
Qual è il significato del titolo della raccolta? Indicare metaforicamente l’ingresso del poeta nella vecchiaia (nel 1961 Betocchi ha 62 anni). L’11 novembre o estate di San Martino indica il giorno che precede l’inverno, la stagione simbolo della vecchiaia già nella lirica greco latina e nella cultura cinese dell’epoca T’ang. Ma per Betocchi dopo la vecchiaia finisce solo il tempo su questa terra.
Scopriamo insieme testo, parafrasi e analisi di Per Pasqua: auguri a un poeta. Ma, prima ancora, conoscete il poeta Carlo Betocchi? Ecco qualche informazione sulla sua vita e sulle caratteristiche tipiche della sua poesia.
Chi è Carlo Betocchi?
Classe 1899, Betocchi si dedica a tempo pieno alla poesia e alla cultura dopo il 1953, quando è costretto a interrompere la sua attività nei cantieri edili a seguito di una malattia contratta sul lavoro.
Nel 1917 ottiene il diploma come geometra (allora si diceva perito agrimensore) e viene spedito al fronte come ufficiale. Caporetto e altipiano di Asiago, partecipa alla prima resistenza sul Piave. Al congedo lavora nell’edilizia. Il connubio malattia-letteratura non è infrequente. Penso a Proust e Moravia che, rispetto a Betocchi, non hanno mai lavorato.
Insegna lettere al conservatorio di Venezia e di Firenze, conduce una trasmissione radiofonica. Ma già in precedenza aveva collaborato alla pubblicazione de “Il frontespizio”, la più importante rivista letteraria cattolica degli anni Trenta. Tanto che la critica colloca vicino all’Ermetismo il suo esordio poetico. Insignito del premio Feltrinelli nel 1976. Nel 1981 Sandro Pertini gli conferisce l’onorificenza Penne D’oro insieme a Prezzolini e Praz.
Qual è la cifra distintiva della sua poesia?
La poetica di Betocchi è caratterizzata da questi aspetti fondamentali:
- Una religiosità autentica, che individua nell’atto poetico il luogo deputato per riflessioni etiche e religiose;
- Un linguaggio discorsivo e diretto;
- L’appello alla solidarietà.
- E, infine, quella che Treccani ha definito “la tangibilità del soprannaturale nella concretezza delle cose”.
Per Pasqua: auguri a un poeta di Carlo Betocchi: testo
a Giorgio Caproni
Giorgio, quante croci sui monti, quante,
fatte d’un po’ di tutto, di filagne
che inclinate si spaccano, di scarti,
ma croci che respirano nell’aria,
in vetta alle colline, dove i poveri
hanno anch’essi un colore d’azzurro,
la simile cred’io l’ebbe Gesù,
non già di prima scelta, rimediata
tra’ rimasugli d’un antro artigiano,
commessa con cavicchi raccattati,
eppure estrosa, ed alta, ed indomabile
e tentennante com’è la miseria:
ecco la nostra Pasqua onde ti manda
il mio libero cuore quest’auguri
pensando che non è per l’occasione
ma per quella di sempre, che si salva
dalle occasioni, del cuor che non soffre
che del non amare, e sempre sta in croce
con un cartiglio fradicio che in vetta
dice: È un poveraccio, questi che vuole
ciò che il mondo non vuole, solo amore.
Parafrasi
Giorgio, ci sono diverse croci sparse sui monti fatte di diverso materiale, realizzate con le traverse usate nelle staccionate o scarti, materiali di fortuna. Ma la loro posizione le colloca più vicino al cielo. Penso che anche la croce di Gesù fosse fatta di scarti, come bastoni appuntiti. Ciononostante, era slanciata, resistente, incorruttibile. Gli auguri per la Pasqua che condividiamo come credenti non sono formali e di circostanza. Perché il significato della Pasqua è il dono della vita per l’umanità. Un cartiglio in cima alla croce recita: la vera sofferenza per l’uomo consiste nel non amare il prossimo.
Analisi della poesia
Dal punto di vista metrico la poesia è composta da sette terzine di endecasillabi sciolti, caratterizzate da un fraseggio discorsivo.
Per Pasqua: auguri a un poeta indaga il valore teologico della croce, specie in rapporto alla rappresentazione di crudo realismo con cui appare tra i versi: è una croce fabbricata con materiali di scarto. Forse è proprio una delle croci che lo stesso poeta vide piantate in montagna, da gente semplice?
La semplicità della croce è funzionale al tema della povertà, trattato in altre raccolte. Non si tratta, d’altronde, di un’interpretazione particolarmente distante dal sentire comune: anche nel parlato quotidiano, non diciamo forse che la vita dei meno fortunati è un calvario? O che devono portare una croce?
Particolare attenzione merita anche il dettaglio del cartiglio. È l’iscrizione, in ebraico, greco, latino, contenente il motivo della crocefissione: Gesù nazareno re dei giudei. Fu collocata per ordine di Ponzio Pilato. È per la presunta colpa del Redentore che Betocchi definisce “fradicio” il cartiglio.
Infine, dal punto di vista tematico, è importante l’esaltazione dell’amore gratuito legato al mistero della croce, simbolo dell’amore oblativo.
Ecco un’altra poesia dedicata alla Pasqua da Carlo Betocchi: La Pasqua dei poveri.
Spero di aver contribuito a farvi apprezzare un grande poeta, la cui notorietà è inferiore a quanto meriti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Per Pasqua: auguri a un poeta. Testo e analisi della poesia di Carlo Betocchi
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