Picasso e i suoi amici
- Autore: Fernande Olivier
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
Fernande Olivier fu compagna di Pablo Picasso per ben otto anni, all’inizio del Novecento, in quel periodo incerto e irrequieto che marcò l’inizio della carriera dell’artista. Picasso, trasferitosi a Parigi dalla nativa Spagna, era allora un pittore di grande talento e belle speranze, che viveva in un misero agglomerato di case in legno denominato il Bateau-Lavoir, insieme a diversi altri artisti e a gente del popolo. Fame, miseria, ma anche estro, ingegno e fiducia nel futuro erano il pane quotidiano di quella viva comunità, e fu lì che Fernande, proveniente da un ambiente piccolo borghese, accettò di condividere la sua vita con quella del giovane pittore straniero. E non solo con lui, ma anche con i suoi amici, che, nel tempo, sarebbero anche loro divenuti celebri: Guillaume Apollinaire, Max Jacob, Georges Braque, per citarne solo alcuni, in una stretta comunanza di genio e sregolatezza.
Per Fernande, il sogno si infranse dopo nove anni, con la fine della sua relazione con Picasso. Fu nel 1930, ben 18 anni dopo la loro rottura, che la donna decise di pubblicare questo libro di memorie, Picasso e i suoi amici (Donzelli, 2000, trad. M. Baiocchi), nel quale, pur con tutte le incertezze mnemoniche causate dal tempo trascorso, dipinge (è il caso di dirlo) un ritratto quanto mai accurato del pittore e degli amici che gli gravitavano intorno.
Non si tratta, però, di un diario, malgrado i capitoli corti e stringati che rendono la lettura oltremodo agevole. L’ordine cronologico, anzi, non è strettissimo, ma solo “di massima”: non sono esclusi piccoli “flash back” nella narrazione di alcuni episodi. Spesso non vi si trovano date precise, a volte è la stessa Fernande ad ammettere che non ricorda esattamente chi fosse presente in una certa situazione, o la circostanza nella quale posizionare un determinato aneddoto. Questo, però, non ha una grandissima importanza: quello che si ricava da queste memorie è una situazione, un modus vivendi, uno stato d’animo che apre al lettore la porta di un mondo che il “comune mortale” può solo immaginare, perché appena accennato nella rappresentazione iconografica di un grande come Picasso. Olivier può non essere precisissima, ma parla senza peli sulla lingua: d’altra parte, però, nel suo racconto non c’è ombra di rancore o di rabbia verso il suo ex amante. Anzi, la sua narrazione è sempre velata di rimpianto, di nostalgia per quel tempo della sua vita che, se l’ha posta in ristrettezze dal punto di vista economico, le ha dato tanto da quello della gioia di vivere.
Dai racconti di Fernande scopriamo un Picasso eternamente nostalgico della Spagna, che gradisce la vita parigina ma non riesce mai ad adattarvisi del tutto, a partire dall’accento spagnolo ancora molto marcato; scopriamo quanto fosse disturbato dalle visite quando lavorava, e quanto gli fosse difficile separarsi dai propri lavori per consegnarli a un acquirente; apprendiamo le subdole tecniche e i sotterfugi dei mercanti per acquistare le opere al minimo prezzo possibile e rivenderle realizzando ottimi guadagni; assistiamo alle gozzoviglie degli amici come se fossimo lì, seduti al tavolo accanto, o se stessimo sbirciando dal buco della serratura. Ne esce un ritratto non sempre edificante, anzi, ma comunque pieno di affetto per l’uomo che ha riempito la vita di Fernande per nove lunghi anni, e per quegli amici che erano, ormai, divenuti come una vera e propria famiglia. Almeno fino a che, come sempre accade, il successo non ha cambiato, gradualmente ma inesorabilmente, la vita…
Ovviamente non si tratta di un trattato di storia dell’arte, e rimarrebbe deluso chi volesse trovarvi chissà quali considerazioni di carattere tecnico/estetico. Sebbene avesse anch’ella facilità col pennello, Olivier, per sua stessa ammissione, aveva una cultura artistica limitata, e le opinioni che esprime sulla pittura di Picasso e su quella dei suoi amici sono del tutto personali e dettate dal proprio gusto. E in questo, sicuramente, più sincere.
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Particolarmente adatto a chi si interessa di arti figurative, è un bellissimo regalo anche per chi ama la cultura in generale e per chi è incuriosito dalle storie vere.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Picasso e i suoi amici
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