Pinelli e Calabresi. La storia sbagliata di Bepi Vigna e Mattia Surroz

Una graphic novel che racconta l’episodio che diede inizio agli anni di piombo in Italia; partendo da una prospettiva nuova ed inedita, che metterà l’accento sugli aspetti più umani e privati dei protagonisti, un affresco in cui i destini del ferroviere anarchico e del poliziotto s’incrociano come in una tragedia greca. (Note di copertina)

C’è stato un tempo in cui nell’Italia delle stragi - rimaste immancabilmente impunite - i colpevoli di tutto erano sempre gli anarchici. Da Piazza Fontana in poi, i primi indiziati erano sempre loro, gli epigoni della lettera A racchiusa nel cerchio. 
Talvolta, poi, qualcuno di loro volava dalla finestra: non per un incontenibile senso di libertà, bensì giù di sotto, per disgrazia o per una spinta. Ciò che accadde la notte del 15 dicembre 1969, quando l’anarchico Giuseppe Pinelli morì cadendo dal quarto piano della questura di Milano, non è mai stato chiarito fino in fondo. 
La sinistra extraparlamentare, raccolta intorno al quotidiano Lotta Continua e supportata dal fior fiore della intellighentia di sinistra di allora, additò subito come responsabile di quella morte il commissario di Polizia Luigi Calabresi. 
E tre anni più tardi, il 17 maggio 1972, alcuni estremisti - secondo le testimonianze un commando di due uomini - vendicarono la morte del povero Pinelli uccidendo Calabresi davanti alla sua abitazione a Milano.

Bepi Vigna e Mattia Surroz ripercorrono la vicenda simbolo di quegli anni, tra la contestazione del ’68 e l’avvio della lunga striscia di sangue lasciata dalla strategia della tensione.
Le vite di un libertario alla massima espressione e di un uomo di legge con il loro contorno di vicende intime e familiari, di fatti e persone, scorrono parallelamente per poi intrecciarsi fino alla loro tragica conclusione. 

Disegni e soggetti rievocano gli ambienti plumbei e carichi di tensione della Milano di quella stagione ricca di movimenti, proteste e bombe. Non è facile raccontare in modo obiettivo ed esaustivo un dramma consumatosi in due momenti diversi e su cui tanti si sono divisi e scontrati, rendendo assai bene l’idea ai lettori più giovani di che cosa fosse l’Italia di allora. Un plauso, allora, agli autori di questo bel volume.