Punteggiatura: come si usa ed errori da evitare

La punteggiatura, si sa, è uno dei più grandi problemi quando si scrive e i dubbi colpiscono tutti: studenti, adulti e persino, di tanto intanto, gli addetti ai lavori. Saper usare la punteggiatura correttamente, però, è fondamentale poiché aiuta a farsi comprendere meglio.
Vediamo, allora, di capire i meccanismi della tanto odiata quanto indispensabile punteggiatura che costituisce una delle regole fondamentali della grammatica italiana. Ancora non siete convinti del valore di una virgola? Vediamo un po’ una frase che spazzerà via ogni dubbio. Se leggiamo “Vado bere, mamma” il risultato sarà molto diverso rispetto a leggere “Vado a bere mamma”. Potreste mai bere vostra madre? Bando alle ciance, quindi, e vediamo come si usa la punteggiatura in italiano.

Punteggiatura: come si usano i vari segni di interpunzione

Tanto per cominciare chiariamo subito che, quando ci sono dubbi in questo senso, è bene fare riferimento all’Accademia della Crusca per la lingua italiana. Come già abbiamo detto, saper scrivere utilizzando la punteggiatura corretta è qualcosa che riguarda tutti quanti, non solo gli studenti. Vediamo allora un elenco dei segni di punteggiatura e del loro utilizzo.

• Virgola: a cosa serve la virgola? Viene definita segno di interpunzione debole e, collocata nella frase, sta ad indicare una breve pausa; essa collega due parti della frase che hanno lo stesso senso logico. Quando viene utilizzata? Nelle elencazioni, per racchiudere un inciso, dopo un’apposizione o un vocativo e nelle frasi coordinate per asindeto.
• Punto e virgola: il punto e virgola sta tra la virgola e il punto, ovvero è una pausa più forte della virgola ma meno forte del punto. Quando si utilizza il punto e virgola? Esso ha lo scopo di unire, all’interno del medesimo periodo, due frasi che hanno senso logico diverso. Si tratta di una scelta stilistica che va utilizzata senza esagerare.
• Punto: come già anticipato, il punto costituisce una pausa forte all’interno di un periodo. Si inserisce per segnare uno stacco netto rispetto alla frase precedente. Se lo stacco è anche concettuale allora si va anche capo. Il punto viene utilizzato spesso anche per abbreviare delle parole (dott., dott.sa…).
• Due punti: i due punti vengono posti in una frase quando è il momento di chiarire, illustrare, dimostrare qualcosa. Inoltre essi vengono utilizzati anche quando vuole introdurre un discorso diretto o cominciare un elenco.
• Punto interrogativo: il punto interrogativo, come ben sappiamo, indica che la frase che stiamo leggendo è una domanda. La frase che a suo termine ha un punto di domanda cambia di intonazione quando viene letta, che diventa ascendente.
• Punto esclamativo: diverso è il discorso del punto esclamativo, che serve per esprimere diverse cose, dalla sorpresa alla gioia, passando per lo stupore. Nella lingua scritta va utilizzato solo quando è necessario, non molto spesso, anche se lo si può comunemente trovare adoperato nei fumetti o nella pubblicità.
• Puntini di sospensione: i puntini di sospensione stanno ad indicare una pausa più lunga di quella di un punto fermo, ma anche un’omissione quando sono posti all’interno di due parentesi. I tre puntini di sospensione vanno utilizzati con parsimonia e sono sempre e soltanto tre, appunto. L’utilizzo dei puntini sta cambiando per via dei social: sono molte le persone che li utilizzano per indicare mistero, aspettativa, attesa, ansia.
• Parentesi: le parentesi possono essere tonde o quadre e hanno la stessa funzione di virgole e trattini, ovvero indicare un inciso all’interno di una frase.
• Lineetta o trattino lungo: si utilizzano per segnalare l’inizio di un discorso diretto, come nel caso delle virgolette, o un inciso.
• Virgolette: ci sono vari tipi di virgolette: alte o inglesi (""), apici (’’) e basse o caporali («»). Quali che esse siano, servono a indicare un discorso diretto o una citazione o anche, in alcuni casi, vengono utilizzate per prendere debita distanza dalle parole che vengono dette.