Se il cinema spesso e con successo si è cimentato nell’ardua impresa di rappresentare l’indicibile, pensiamo a Schindler’s List, diretto nel 1993 da Steven Spielberg e interpretato da Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes, molti libri sull’Olocausto, anche dedicati ai giovani lettori perché impediscano nuovi orrori, hanno saputo raccontare con delicatezza e sensibilità un argomento difficile, scottante e tragico.
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Tra i tanti volumi scegliamo Quando Hitler rubò il coniglio rosa (Rizzoli 2020, titolo originale When Hitler Stole Pink Rabbit, traduzione di Maria Buitoni Duca, illustrazioni dell’autrice, pag. 272) che la scrittrice Judith Kerr (Berlino, 14 giugno 1923 – Barnes (Londra), 22 maggio 2019) pubblicò per la prima volta nel 1971. Il romanzo, già edito in Italia nel 2013, è un libro dal forte impatto emotivo, lettura ideale per spiegare alle giovanissime generazioni la persecuzione e lo sterminio nei confronti della popolazione ebraica.
“Ricordare è un dovere di umanità e di civiltà”, ha chiarito il Presidente Mattarella durante la cerimonia al Quirinale per la Giornata della Memoria, perché “Certi orrori possono succedere un’altra volta”, ha detto Papa Francesco durante l’udienza dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico.
Ricordare e non dimenticare ciò che fu la Shoah, termine ebraico con il quale viene indicato lo sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista, non solo durante la Giornata della Memoria, il 27 gennaio — perché proprio il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici entrarono ad Auschwitz e scoprirono l’indicibile Orrore, cioè lo sterminio sistematico degli ebrei e di chi non appartenendo alla “razza ariana” era considerato “diverso”.
Quando Hitler rubò il coniglio rosa: di cosa parla?
Judith Kerr, scrittrice, illustratrice e sceneggiatrice tedesca naturalizzata britannica, in queste pagine autobiografiche dedicate ai suoi genitori Julia e Alfred Kerr, narrando le sue peripezie di rifugiata con la sua famiglia, rappresenta l’infanzia di ogni bambino che è stata rubata dal folle dittatore nazista.
Nel febbraio 1933 la Germania sta per piombare in pieno nella dittatura nazista. Manca una settimana alle elezioni del 5 marzo, che sanciranno la definitiva presa del potere da parte di Adolf Hitler.
Alfred Kerr, celebre giornalista e scrittore ebreo, il quale nei suoi pezzi critica la politica hitleriana, capisce che non deve più perdere tempo se vuole portare in salvo fuori dai confini tedeschi la moglie e i suoi figli Max e Anna rispettivamente di 12 e di 9 anni. Il cerchio sta per stringersi attorno agli ebrei, ormai non c’è più scampo.
Dopo le elezioni i nazisti hanno intenzione di ritirare i passaporti agli ebrei. Partire in tutta fretta, ansiosa di riabbracciare il padre che si trova in Svizzera, abbandonare la casa amata con tutti i suoi tesori grandi e piccoli, rinunciare agli affetti, alla tenerezza della governante Heimpi, agli amici più cari, ai ricordi. Ed essere costrette a scegliere, una scelta quasi da adulta, se portare via con sé o il vecchio peluche, un coniglio rosa malandato, o il nuovo cagnolino di peluche ricevuto per Natale. Scegliere il giocattolo nuovo, perché il vecchio Anna spera di ritrovarlo spedito in Svizzera, ultima tappa del peregrinare dei Kerr attraverso l’Europa. Zurigo, Parigi e infine Londra, con un bagaglio di esperienze e nuove conoscenze che hanno reso adulti i giovani Kerr, anche se l’innocente coniglio rosa è stato confiscato insieme al resto dei beni della famiglia Kerr.
“Ai nazisti non piacciono quelli che la pensano in modo diverso da loro”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quando Hitler rubò il coniglio rosa: il libro di Judith Kerr racconta ai giovani lettori la Shoah
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