Il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha redatto un documento rispetto all’applicazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, ovvero anche sulla regionalizzazione scuola, andando ad evidenziare le ragioni per cui l’autonomia differenziata non è auspicabile per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e più in generale.
Regionalizzazione: perché dire no all’autonomia differenziata
Il documento giunto a Palazzo Chigi espone in maniera chiara le ragioni per cui l’autonomia differenziata delle regioni in ambito scolastico non sia una soluzione auspicabile né sostenibile. In particolare, le criticità evidenziate riguardano i punti che seguono:
- gli interessi che ha ogni regione nell’ambito della regionalizzazione andrebbero ancora dimostrati e non è detto che coincidano con tutte le materie;
- seppure il procedimento di autonomia differenziata risulti in linea il contesto dell’intero Titolo V della Costituzione, la scelta di applicarlo non tiene conto dei limiti che derivano dal combinato disposto con ulteriori norme costituzionali;
- serio rischio di indebolimento dei diritti di cittadinanza, poiché l’impatto del provvedimento potrebbe creare una disparità di trattamento tra regioni o difficoltà nella libera circolazione di cose o persone tra i territori regionali. Da questo deriverebbe una sostanziale differenza tra i cittadini con la difficoltà ad assegnare le risorse disponibili.
- serve una legge ordinaria dello stato poiché è con essa che si possono attribuire alle regioni a statuto ordinario ulteriori forme e condizioni particolari in autonomia. Questa legge ordinaria sarebbe “rinforzata” poiché l’articolo 16 terzo comma, Cost. prevede che venga approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera. Nel disegno di legge dovrebbero esserci quindi i contenuti dell’intesa. Ciò che è controverso è se e come esso possa discostarsi in senso ampliativo o riduttivo.
- comporterebbe un aumento non sostenibile della spesa pubblica, come risulta evidente per via dell’esercizio delle funzioni oggetto di autonomia differenziata. Questo aumento di spese è assolutamente incompatibile con la clausola di invarianza finanziaria che è prevista, giustamente, negli schemi dell’intesa. Inoltre esso non corrisponderebbe alla logica di efficientamento della spesa che dovrebbe presiedere al fatto di attribuire maggiore autonomia alle singole regioni che vogliono procedere con la regionalizzazione del sistema scolastico.
Il documento redatto ad opera del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri che è stato presentato a Palazzo Chigi, quindi, costituisce un vero e proprio freno all’avvio delle procedure per l’autonomia differenziata delle regioni che ne hanno fatto richiesta fornendo una serie di ragioni pratiche che evidenziano la non fattibilità della questione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Regionalizzazione scuola: ecco perché non si può andare avanti
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