Ribellarsi alla notte
- Autore: Mimmo Muolo
- Genere: Religioni
- Anno di pubblicazione: 2024
Recenti fatti di cronaca dimostrano quanto il furto di Gesù Bambino o atti vandalici ai danni di un presepe pubblico non siano casi isolati. Alcuni anni fa fece scalpore la notizia della sottrazione della statua del Bambinello dal presepe nel sagrato del Duomo di Firenze. L’anno scorso fu la volta del tradizionale presepe di Subiaco, di quello del Santuario della Madonna della Salute in provincia di Treviso e della chiesa dei S.S. Cosma e Damiano a Roma. Dato alle fiamme il primo, saccheggiato il secondo, il terzo vandalizzato. Tali episodi non si contano, e neppure le motivazioni sottese: ignoranza, superficialità, estorsione, dispetto, sfregio, odio, vendetta, insensibilità ai valori religiosi fino a un devozionismo deviato. In ogni caso siamo di fronte a gesti vili e offensivi verso la nostra cultura e verso la comunità che, nella rappresentazione del mistero della Natività, riconosce un simbolo di vita e fratellanza.
A uno di questi episodi si ispira il romanzo Ribellarsi alla notte. Una storia di Natale di Mimmo Muolo, saggista, romanziere, drammaturgo, vaticanista e vicecapo della redazione romana del quotidiano “Avvenire”, in libreria dal 18 ottobre per Paoline Editoriale Libri.
La sua cifra distintiva consiste nell’accoppiata tra il format del giallo e una riflessione sulla ricerca della felicità che ricorda le atmosfere dickensiane di Christmas Carol, il racconto che arruolando il Natale nella letteratura diede il la a un fortunato filone narrativo. Dopo il saggio Le feste scippate (2012) e la parabola moderna Per un’altra strada. La leggenda del Quarto Magio (2020), Mimmo Muolo ci invita a riflettere ancora una volta su una contemporaneità inquieta che cerca il senso dell’esistenza. Nella nota dell’autore leggiamo:
Cosa può succedere nella vita di ognuno di noi quando il Dio fatto uomo scompare dall’orizzonte? Una domanda di grande attualità in un cambiamento d’epoca come il nostro, contrassegnato sia da sacche di indifferentismo religioso, sia da una sete di spiritualità che si esprime talvolta in forme nuove e persino stravaganti [...] Sarei felice di sapere che queste pagine possano aver stimolato i lettori a interrogarsi sui grandi perché dell’esistenza.
Da tempo don Eugenio si occupa dell’allestimento di un presepe nella piazza di un quartiere romano così anonimo da appartenere a qualunque città e che malgrado le polemiche di guastafeste e bastian contrari continua ad attirare un folto pubblico. Cresciuto pezzo dopo pezzo e ogni anno più grande, giunto alla diciassettesima edizione, riproduce il celebre presepe della Reggia di Caserta su cui è doveroso spendere due parole.
Composto da più di mille pezzi di inestimabile valore, il Presepe Reale dei Borbone risalente al XVIII secolo veniva allestito ogni anno con una scenografia diversa dal 12 dicembre al 2 febbraio, giorno della Candelora. Intrecciando sacro e profano documenta la storia del costume, perché la rappresentazione della Natività e dell’Adorazione dei Magi si arricchiva di figure e sfondi quotidiani sempre più al passo coi tempi da guadagnarsi l’appellativo di “Pagina dei Vangeli tradotta in dialetto napoletano”. Dopo smembramenti, peripezie e restauri, attualmente questo gioiello dell’arte presepiale del Settecento è conservato in una teca di cristallo per una superficie di 20 metri quadrati. Giusto per dare un’idea delle sue dimensioni.
Tornando alla vicenda, riuscite a immaginare la reazione del parroco alla scoperta della mangiatoia vuota nel pieno delle festività natalizie? Disorientamento, stupore, apprensione, sconcerto, panico e un urlo alla Munch coprono l’intera palette di emozioni. Altro che furto! Si tratta di un rapimento bello e buono.
Perché Cristo è vivo. Ieri, ora e sempre.
Non è dello stesso avviso il commissario Mariotti, allergico a priori alla Chiesa e ai suoi ministri – e poi quanti furti affliggono ogni anno la capitale? – tanto da affidare il caso all’agente Rocco Gargiulo, l’ultima ruota del carro tra i suoi uomini che, durante le indagini, sfodera qualità insospettabili e trova il suo riscatto. Mentre il parroco, avvilito, si scervella per ricostruire l’identikit psicologica del responsabile e l’agente setaccia il quartiere alla ricerca di una pista concreta, a impadronirsi della notizia ci pensa la TV trash che insieme ai social media tiene in ostaggio la comunità. E finalmente i parrocchiani sono ben disposti a cercare quel Bambinello che da tempo avevano smesso di vedere. Le sorprese non mancheranno.
Lo sfondo di questo romanzo dalla scrittura sobria ed elegante è una società in affanno che sembra aver dimenticato Dio. Tra i numerosi spunti in filigrana la crisi della piccola impresa, la disoccupazione giovanile, la forbice sociale, la pervasività dei media, la diminuzione della pratica religiosa, il gap generazionale tra padri e figli e il disorientamento generalizzato di quanti nel viaggio della vita non vedono più la loro stella polare.
La vicenda è abitata da una manciata di personaggi colti in un momento cruciale della loro esistenza, smarriti come sono in una nebbia analoga a quella che grava su Roma.
Sono infelici, come don Eugenio che una vocazione sbiadita ha allontanato dai problemi della gente. Il suo è il ritratto onesto di chi, smorzato lo slancio giovanile, galleggia in una routine impiegatizia. Come il commissario Mariotti, alle spalle affetti e carriera in caduta libera, schiacciato da un dramma personale. Ma – lo insegna Tolstoj nell’incipit di Anna Karenina –, ciascuno vive a suo modo la propria infelicità che diventa paura, inquietudine, tristezza, afflizione, sconforto radicale di quanti da Dio aspettano un segno o pretendono di essere ascoltati con la rabbia che spesso accompagna il dolore. Per il ruolo chiave l’autore sceglie un bambino e a lui affida pagine di intensa luminosità. Il furto della statuetta sarà l’occasione per un doloroso faccia a faccia con ciò che ogni personaggio è diventato. Il primo passo, questo, per trovare il filo di Arianna e uscire dal labirinto della propria notte.
Ribellarsi alla notte di Mimmo Muolo offre a tutti i lettori con equilibrio, garbo e incisività un messaggio di speranza che – qualificando la nostra attitudine rispetto al destino sul piano storico, personale ed escatologico – abbraccia ogni tipo di riflessione filosofica o religiosa che sia nel grande respiro dell’esistenza. Da leggere e regalare.
Ribellarsi alla notte. Una storia di Natale
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Un libro perfetto per...
Agli amanti della produzione narrativa legata a diverso titolo al Natale, a quanti in un romanzo cercano l’utile e il dilettevole.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ribellarsi alla notte
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