Ruggine
- Autore: Stefano Massaron
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2005
1977. E’ un’estate calda a Milano, un gruppo di bambini trascorre le proprie giornate nei cortili fra i palazzi popolari degli Alveari, fra cumuli di rottami dall’odore aspro, metallico, stantio della ruggine. Sono tutti figli di immigrati, vivono come gli insetti all’interno dei casermoni di periferia, sono compagni di scuola e di gioco. Carmine e Rosalia sono fratello e sorella.
2003. Sandro, ormai quarantenne, uno dei bambini degli Alveari, contatta via mail Cinzia, la sua amica Cì, alla ricerca di una conferma alle sue ansie, ai suoi dolorosi ricordi.
Su questi due livelli si sviluppa la trama del libro di Stefano Massaron, classe 1966, scrittore e traduttore di autori come Lansdale, Deaver e Coe, che cattura il lettore e lo trasporta in un mondo dominato dalla povertà, dalla malattia e dal crimine, il peggiore dei crimini, quello della violenza sui bambini.
Il viso è un ovale privo di imperfezioni, scevro di rughe e macchie, senza traccia alcuna di porri e brufoli e punti neri , la pelle è levigata come il petalo di un fiore selvatico. I capelli sono biondi e lisci, raccolti ai lati da due dolcissimi codini tenuti fermi da elastici color prugna. Gli occhi sono grandi e spauriti come quelli di un cagnolino di fronte ai fari di un camion.
Amore, amore, amore mio.
La guarda. E per un attimo sente quasi di odiarla. Nel tempo sospeso in cui tenta di riprendere il controllo la ama e la odia con la stessa intensità, perchè gli è bastato vederla per sapere che non riuscirà più a togliersela dalla mente.
Ammetto di aver fatto molta fatica nello scrivere questa pagina, per profondo rispetto nei confronti dell’infanzia: mi sono chiesta se sia giusto dare ancor più luce e visibilità mediatica a tematiche come questa. Ma la risposta è venuta da loro stessi, i bambini degli Alveari che da subito hanno capito la verità, da soli hanno individuato il "dottorboldrini" (attaccato e minuscolo) quale pedofilo da fermare mentre il mondo degli adulti rincorreva e costruiva falsi castelli di intenzioni e menzogne.
Penso che il film "Ruggine" del regista Gaglianone (con Stefano Accorsi, Valerio Mastrandrea, Valeria Solarino e Filippo Timi) uscito il 2 settembre 2011, rispecchierà fedelmente il testo letterario e, come spesso accade, la trasposizione cinematografica darà nuovi spunti di discussione al libro uscito nel 2005.
Complimenti all’autore per il perfetto concatenarsi della vicenda dolorosissima e attuale che si conclude nel capitolo "temposcorre" finalmente liberatorio.
Complimenti a Filippo Timi, a mio parere uno dei più bravi attori nel panorama italiano degli ultimi anni, per il coraggio nell’indossare i panni del mostro.
Ruggine
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Buongiorno,
Purtroppo non ho ancora letto il libro, cosa che farò tra poco, ma il film è stupendo, anche se Accorsi è stranamente il meno bravo di tutti. Il regista ha avuto delle idee molto interessanti (quella della macchina alla stazione di servizio per esempio), e è anche ben rappresentato il conflitto tra la povertà di questi figli di immigrati e l’evoluzione della società che nel 2003 permette loro di avere una vita abbastanza confortevole, con la casa, il cibo e la tivù (come detto all’inizio di Teorema) ma nessuno toglierà il male che hanno vissuto. Filippo Timi è incredibile nel suo ruolo, per me si alza al livello di certi grandi attori del passato.
Giulia
ciao sono emmabi. siamo nella condizione opposta..io ho letto il libro -che è stupendo- ma non ho visto il film. sono d’accordissimo quando dici che timi si alza al livello di certi grandi del passato...a me personalmente ricorda il gian maria volontè di molti anni fa
saluti cari
e infatti, sono bravissimi certi attori italiani, come Accorsi Mastrandrea o la Rorhwacher, comunque in questo film Timi a un momento mi ha ricordato Mastroianni, cioè che non è poco.
Giulia