Sadistic Boy 1. Bacio al complice
- Autore: Tori Maia
“Sai cos’è il fist fucking?”
La corporeità dei nostri atti sessuali è diversa da persona a persona.
I luoghi comuni e un forte pudore sembrano escludere delle gestualità particolari, dovremmo avere sempre atteggiamenti classici. In realtà tanti cercano e ottengono una manifestazione carnale e fisica in modo differente.
Il sadismo, il masochismo, la sofferenza, il complesso di evirazione, il senso di colpa, le perversioni sono elementi delle pulsioni sessuali. Tutto questo è anche sesso. Dal Marchese de Sade, ai blandi e soporiferi stimoli di Cinquanta sfumature di grigio, questo genere di tensioni umane è profondamente ampio, come conferma Sigmund Freud:
“L’inclinazione a infliggere sofferenza all’oggetto sessuale o a riceverne, tra tutte le perversioni la più frequente e significativa …” (Tre saggi sulla teoria sessuale, Bollati Boringhieri, Torino, 1975, Pag. 40).
In Giappone il genere è molto vivace e produttivo e trova una consacrazione con la grafica dei manga di Tori Maia in Sadistic Boy 1 - Bacio al complice (Black Velvet Editrice, Bologna, Primavera 2010).
Sadistic Boy è una storia a tre, un rapporto d’amore fra tre maschi ambientato in un college giapponese. È un amore peculiare, forte, intenso, esagerato, manifestato con atti di violenza consapevole e accettata. Non un gesto di forza, ma delle azioni compiute fra persone coscienti, informate, diligenti:
“Quando mi eccito … divento violento.”
Sarasa Takuso, Kazunari Shinjo e Haruki Matsunaga hanno una serie di rapporti sadici masochisti, molto spinti e violenti.
L’autrice non ha pudore, si dilunga, penetra nei dettagli e specificazioni dei rapporti sadici, mentre appare limitata, minima nel classico rapporto sessuale, anche per il famoso divieto di mostrare gli organi riproduttivi.
I personaggi sono tratteggiati come dei leather, con il colore nero dominante, ma umanamente sono giovani adolescenti, efebi, belli, sportivi, timidi, sinceri, disponibili. I corpi nudi dei ragazzi sono disegnati lievemente, per dar risalto alla bellezza. Un ragazzo è perfino biondo.
I giovani entrano, s’incrociano fra scene di amore e di gelosia, la storia è pulsante, le immagini si rovesciano nel sogno erotico:
“Come vorrei ... poter fare il tuo stesso sogno!”
L’orgasmo è rappresentato da un sole con raggi, con un’esplosione di un urlo; due corpi sembrano levitare, non stare su un letto.
Questi esempi dimostrano la passione umana e una forte dote di erotismo. L’autrice ci porta dentro un mondo a volte nascosto, non sicuramente in Giappone. Chiunque abbia visitato il Giappone ha notato come certi desideri sono diffusi e aperti.
Tori Maia è una donna (“Sono una cattolica credente e praticante” leggiamo a pag. 171), nata nell’Isola Kyushu. La storia dei cattolici giapponesi è nota: prima si diffusero, poi ebbero una repressione violenta. Nonostante la mancanza di contatti con la Chiesa di Roma e senza preti, il cattolicesimo sopravvisse in clandestina. L’autrice nell’intervista contenuta nel libro afferma:
“Io sono la nona discendenza di questa famiglia che per lungo tempo si è dovuta nascondere per evitare la persecuzione.” (Pag. 171)
L’elemento atavico dell’autrice, la “ferita nel passato”, si completa con un’altra dichiarazione:
“In un rapporto sadomasochista, la persona più forte non è il sadico, ma il masochista. Ho sempre avuto impressione che il sadico sia debole, che abbia nel passato una ferita, un complesso da nascondere.” (Pag. 173)
Anche i personaggi del manga si completano nel loro forte erotismo.
Masochismo e sadismo convivono nella stessa persona?
Continua Freud:
“… il masochismo non è nient’altro che una prosecuzione del sadismo rivolto contro la propria persona, la quale fin dall’inizio tiene il luogo dell’oggetto sessuale.“ (Ibid. Pag. 41)
Attestano il livello dell’opera queste disquisizioni. Non ci si attiene soltanto all’aspetto formale ma si entra nella psicologia di caratteri complessi, dimostrando degli atteggiamenti voluti.
Contingente all’intervista è la prefazione di Elisa De Marchi, anche se piuttosto accidentata.
È divertente leggere di come la De Marchi abbia una visione del manga totalmente femminile:
“…è un’opera scritta da una donna e che come tale mette in scena fantasmi femminili, non possono non risultare interessanti gli spunti di un lavoro che si potrebbe definire post-femminista.” (Pag. 186)
Arriva a citare perfino Munch (con la donna vampiro) e Pierre Klossowski, (con l’androginismo) con i quali legge molte affinità con Sadistic Boy.
Ho pensato: mi sarà sfuggito qualcosa? Allora sono andato a rileggermi il manga.
Ma dove sono le donne? I personaggi sono tutti rigorosamente maschi.
Lo conferma Tori Maia:
“Le storie d’amore tra maschi, per esempio, sono un tema che apprezzo particolarmente.” (Pag. 178)
Perché allora parlare di storia al femminile, addirittura di post-femminismo?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sadistic Boy 1. Bacio al complice
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