Come si scrive un libro per bambini? Quali regole seguire? Quali personaggi fanno più presa sui bambini del 2012?
Per parlare di libri per bambini, abbiamo incontrato e rivolto alcune domande a Francesca Segato, scrittrice ed editrice di libri dedicati ai più piccoli.
Chi è Francesca Segato?
Classe 1983, giornalista pubblicista, nel 2007 fonda la casa editrice Zampanera Editore.
Nel 2011 è co-fondatrice, insieme a Sara Saorin, della casa editrice Camelozampa.
Ha scritto:
- Erik il Rosso e lo spirito dell’albero, illustrato da Manuela Paoletti
- Van Gogh Fish, illustrato da Manuela Paoletti
- Scintilla e i gatti di città, illustrato da Manuela Paoletti
- Blu!, illustrato da Manuela Paoletti
- Volpito Stregotto, magie, illustrato da Serena Giribuola
- Lo strano caso di Madama Falena, illustrato da Manuela Paoletti
- Scrivere libri non è facile, comunicare ai bambini il piacere della lettura lo è ancora meno. A chi ti ispiri per realizzare le tue storie per bambini? E chi è il tuo grande punto di riferimento letterario?
Condivido in pieno: scrivere per bambini è un’arte veramente difficile (tanto che io preferisco di gran lunga fare l’editore…). Occorre una grande dose di spontaneità e al tempo stesso una perfetta padronanza del mezzo, perché i bambini sono lettori molto perspicaci e se qualcosa non funziona ti sgamano subito. Al tempo stesso hanno minori difese rispetto ai contenuti che si fanno passare e per questo meritano un rispetto ancora maggiore. Con questo non intendo inculcare determinati “valori” in stile buonista, ma piuttosto invitare a stare attenti al tipo di visione del mondo che si veicola… Penso, per fare un esempio, ai modelli femminili. Proprio per questo spirito nel rivolgersi ai bambini, una mia grande ispirazione è stata da sempre Bianca Pitzorno. Assieme a lei metto altri due giganti, Astrid Lindgren e Roal Dahl. Le ispirazioni possono arrivare da qualunque stimolo… l’importante è mettersi al livello dei bambini, senza pretese di insegnare qualcosa.
- Come si scelgono le ambientazioni per un libro per bambini? Di solito sei legata ad ambientazioni e personaggi reali oppure a situazioni immaginarie?
Per gusti personali ho una forte predilezione per la letteratura fantastica e questo si riflette anche nelle ambientazioni delle mie storie, che per ora hanno quasi sempre animali come protagonisti. Questo però non significa evasione in un altrove completamente staccato dalla nostra realtà, anzi, i problemi che ci si trova ad affrontare sono quelli che dobbiamo affrontare tutti i giorni, a partire dall’incontro con chi è diverso da noi.
- Come editore di libri per bambini, invece, come scegli e selezioni le proposte che ti arrivano in casa editrice? Qual è il genere che oggi va per la maggiore?
Il primo criterio, insieme alla qualità della scrittura, è quello che io definisco “freschezza”: forse è poco tecnico come termine, ma quando un autore parla direttamente ai bambini, si mette al loro livello senza la pretesa di doverli educare, si sente subito, alla prima lettura. Poi naturalmente entrano in gioco anche le questioni di mercato… per esempio, a noi piace molto dedicarci alla narrativa, ma Camelozampa è una piccola casa editrice e si fa fatica a inserirsi in questo settore dominato dai grandi gruppi. Noi ci proviamo comunque, anche con delle serie, che sembrano essere quel che il mercato chiede, ma magari in percentuale facciamo più albi illustrati, che sembrano funzionare meglio per un piccolo editore.
- I libri per bambini hanno spesso molte illustrazioni e disegni. Quanto è importante curare questo aspetto rispetto alla storia? Come è cambiato nel tempo lo stile delle illustrazioni?
Si potrebbero scrivere enciclopedie per rispondere a questa domanda… Ma per tenermi alla mia esperienza personale, le illustrazioni sono fondamentali, a volte quasi più del testo, anche perché permettono una comunicazione che supera le barriere linguistiche. Ma altrettanto fondamentale, specie per un albo illustrato, è che tra parole e immagini ci sia un dialogo serrato e perfetto. Noi abbiamo avuto la fortuna di collaborare con bravissimi illustratori e pensiamo che la qualità sia indispensabile, perché anche le immagini, forse più del testo, sono un alimento per la creatività e l’immaginazione dei lettori/bambini. E il ruolo dei piccoli editori può essere quello di proporre qualcosa di diverso, non superficiale e non omologato. C’è un ricchissimo panorama di case editrici indipendenti e di illustratori che cercano di fare proprio questo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scrivere libri per bambini: intervista a Francesca Segato
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