La psicoanalisi di Sigmund Freud per il suo rapporto ravvicinato all’interiorità della persona umana è uno degli argomenti che attraggono maggiormente i lettori interessati alla psicologia e alla filosofia e gli studenti che spesso scelgono questo autore come punto nodale della tesina utile ad affrontare gli esami di maturità.
Se state cercando un rapido riassunto delle teorie di Sigmund Freud, ecco 5 blocchi che racchiudono i concetti chiave che consentono di illustrare i capisaldi della teoria psicanalitica e le altre idee di Freud che, per la loro vasta influenza, si rivelano utili non solo per una tesina o per gli esami scolastici e universitari ma anche per comprendere a pieno molti romanzi e numerose opere di critica letteraria.
Sigmund Freud: dalla medicina alla psicoanalisi
Di origine ebraica e di cultura mitteleuropea Sigmund Freud (1856-1938) si laureò in medicina a Vienna, orientando i suoi primi interessi sulla fisiologia e sul funzionamento del sistema nervoso. Interessato, poi, dal fenomeno dell’isteria, Freud, riconoscendo l’insufficienza di spiegazioni fisiologiche, approfondì la tecnica dell’ipnosi a Parigi, sotto la guida del grande psichiatra Charcot, convincendosi, via via, che le malattie nervose non potevano essere spiegate con il ricorso alle sole spiegazioni di tipo organico.
Per questo, negli Studi sull’isteria (1895) arrivò a formulare, lavorando insieme a Josef Breuer, l’idea di inconscio, all’approfondimento e alla definizione della quale dedicò la maggior parte dei suoi studi, la sua attività di ricerca e la pratica del metodo psicoanalitico che aveva messo a punto.
La psiche e la sua struttura
È però nell’Interpretazione dei sogni (1900) che la teoria psicoanalitica trova una prima, compiuta, tematizzazione, attraverso l’attenzione dedicata all’inconscio una regione della psiche di cui Freud afferma non solo l’esistenza ama anche i massicci influssi che essa ha sulle altre sfere della psiche umana.
Oltre a superare le spiegazioni della malattia mentale che motivavano questo evento con i concetti di colpa (interpretazione spiritualistica, di stampo morale) o con i disturbi del sistema nervoso (interpretazione organicistica, di stampo fisiologico) il concetto di inconscio permise a Freud di elaborare una geografia della psiche umana in cui distinse tre livelli che, nella sua opera, subirono anche una ridefinizione.
Nella prima topica (da topos, luogo, quindi mappatura della psiche umana) Freud distinse:
- Conscio = contenuti e rappresentazioni coscienti della psiche;
- Preconscio = contenuti che, pur essendo temporaneamente inconsapevoli, possono essere facilmente portati al livello conscio;
- Inconscio = contenuti rimossi dalla coscienza che, per essere riportati alla luce richiedono la pratica del metodo psicoanalitico e il superamento delle “resistenze”;
Nella seconda topica, Freud ridefinì le regioni della psiche distinguendo tra:
- Super-Io = che esprime la morale e il principio di dovere e si costituisce attraverso i moniti e i divieti – che rimangono sedimentati nella personalità - imposti dalle figure genitoriali o, comunque da figure che esprimono una qualche autorità;
- Io = costituito dalle consapevolezze razionali dell’individuo, è l’area della psiche regolata dal principio di realtà, che deve mediare tra i principi morali del Super-Io e le pulsioni dell’Es;
- Es = è la parte della psiche più oscura e incomprensibile, assimilabile a quello che, nella prima topica, era l’inconscio; è regolato dal principio di piacere perseguito e ricercato incessantemente; è il dominio delle pulsioni, dell’energia, totalmente avulso dai principi e dalle regole della logica.
L’Io è chiamato a svolgere una funzione di mediazione tra le istanze dell’Es e quelle del Super-Io perché tra di esse sussiste sempre un eterno conflitto; quando questa funzione di mediazione (equilibrio tra le regioni della psiche) non viene adeguatamente soddisfatta dall’Io ha luogo una situazione patologica.
La scoperta dell’inconscio
Al di là delle distinzioni teoriche, il problema che Freud deve fronteggiare è, però, la malattia mentale (soprattutto i casi di nevrosi) per il quale, secondo il metodo psiconalitico, è necessario osservare e, poi, intervenire sull’inconscio. Più precisamente la causa della nevrosi è, generalmente, un evento traumatico che è stato oggetto di rimozione e che, dall’inconscio, continua a far sentire i suoi effetti sulla psiche e a mostrarsi attraverso alcuni elementi peculiari che Freud analizza in tutta la sua opera e che spiega oltre che nell’Interpretazione dei sogni, anche nell’Introduzione alla psicoanalisi (1912):
- atti mancati, ovvero gesti verbali, come i lapsus, o azioni, come le paraprassie, attraverso le quali si dice o si fa effettivamente qualcosa di diverso da ciò che si sarebbe voluto fare o dire;
- come negli atti mancati, anche nei sogni (che ogni individuo fa quotidianamente pur non ricordandoli sempre), genericamente definibili come appagamento di un desiderio inappagato nella realtà, si configura un compromesso tra inconscio e conscio: il contenuto latente di quest’ultimo, infatti, viene rielaborato per essere reso accettabile all’Io e al Super-Io, dissimulando, sotto un’apparenza rappresentativa, il reale significato delle pulsioni;
- nevrosi: sono l’altra, e principale, condizione in cui si manifesta un conflitto e un conseguente, precario, compromesso tra le spinte inconsce e le inibizioni dell’Io e del Super-Io (principio di realtà e di dovere). Nella nevrosi (fobie, ossessioni, isterismi) si crea un conflitto tra un nucleo profondo della psiche che rimane sano e non viene intaccato e un comportamento più esteriore che assume connotati patologici e che induce nel paziente, consapevole di esso (a differenza della psicosi dove è compromessa l’intera cognizione della realtà), uno stato di inquietudine;
Infanzia e sessualità
Soprattutto in scritti quali Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Al di là del principio del piacere (1920) e L’Io e l’Es (1922), Freud raffina e specifica la teoria psicoanalitica, indicando nell’età infantile, negli avvenimenti e nelle sensazioni che l’hanno caratterizzata, la fase fondamentale della vita psichica di ognuno che influenza in modo determinante tutte le fasi successive, come ben evidenzia la stessa terapia psicoanalitica che porta a un livello cosciente eventi, nella maggior parte dei casi, rimossi durante l’infanzia, un’età, quindi, alla quale bisogna necessariamente guardare per comprendere e curare le nevrosi.
L’infanzia è contrassegnata da una vita sessuale, altro fattore a cui Freud attribuisce primaria importanza dal momento che il piacere e la soddisfazione ricercati dall’Es sono di natura eminentemente sessuale: la libido, ovvero l’energia pulsionale che contraddistingue l’uomo, è presente sia nel bambino che nell’adulto, sebbene si indirizzi su oggetti diversi che portano Freud a distinguere tra differenti fasi dello sviluppo psicosessuale:
- fase orale = la libido si concentra sulla bocca come organo in grado di procurare soddisfazione sessuale (suzione del latte nel neonato);
- fase anale = la zona erogena principale diventa l’ano e la soddisfazione della libido è ottenuta dall’attività defecatoria;
- fase fallica = la libido cerca e trova la propria soddisfazione negli organi propriamente genitali;
- periodo di latenza = non si tratta di una fase vera e propria dello sviluppo psicosessuale, quanto piuttosto di un periodo della libido che viene indirizzata verso altri scopi, come le attività che contribuiscono allo sviluppo del bambino;
- fase genitale = in questa fase, in cui iniziano le relazioni con l’altro sesso, la libido è concentrata come nella fase precedente negli organi propriamente genitali, sempre in questa fase se nell’individuo sono occorsi traumi o fissazioni nelle fasi precedenti, si manifesterà la nevrosi sotto forma di disturbi e difficoltà non solo nella sfera sessuale ma anche nella sfera affettiva, emozionale e intellettiva.
Antropologia, religione e società
Spettatore della fine dell’Ottocento e della Grande Guerra, in un altro gruppo di scritti, Freud si concentrerà sulla dimensione della vita associata, individuando nella natura umana e nell’evoluzione storica, oltre alla ricerca del piacere (Eros), anche un altro impulso - quello di morte (Thanatos) -, connotato come una forza cieca, illogica e distruttiva, in eterno conflitto col primo.
Soprattutto in Totem e tabù (1913), L’avvenire di un’illusione (1927), L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1934-1938) Freud spiega l’origine delle religioni, specie quelle monoteistiche, con il bisogno di sentirsi protetti dai pericoli della vita: si tratta di un desiderio fondamentale non solo dell’individuo ma anche dell’umanità che ha portato a proiettare la figura del padre terreno (ambivalente perché amabile e, allo stesso tempo odiabile) in quella del Padre celeste.
Uno schema simile viene applicato nel Disagio della civiltà (1929) per dar conto dei fenomeni sociali e delle istituzioni: nel suo sviluppo storico la civiltà umana si sarebbe configurata come una dimensione collettiva del Super-Io che, attraverso norme, divieti, imposizioni e restrizioni, avrebbe lo scopo di limitare l’impulsività dell’Es di ciascuno, almeno potenzialmente pericolosa per la sua aggressività e la sua distruttività.
La civiltà, dunque, non può essere rifiutata in toto sebbene occorra limitarne la repressività per non soffocare gli individui stessi, accettando anche quel tanto di sublimazione che un livello minimo e indispensabile di repressività comportano: da tale sublimazione, inoltre, come dimostrano anche anche la letteratura, la musica, la filosofia, l’arte e le scienze, possono nascere anche prodotti costituiscono una parte importante della civiltà stessa e che contribuiscono alla sua esistenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sigmund Freud: 5 cose da sapere per la tesina e per gli esami
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